Viajar es como vivir: riflessione su lavoro, tempo e denaro

piramide-di-maslow
A cura di Alessio Muccini.

 

Viajar es como vivir”…. questo leggevo alcuni anni fa quando un volo mi portava in Sud America.

La curiosità mi prese e cercai di capire di cosa si trattasse.

Era il testo di una scrittrice spagnola che si basava su un concetto basilare: il tempo scorre secondo l’esperienza che lo riempie. Nei viaggi riusciamo a riempire la nostra giornata di immagini, sensazioni ed esperienze che normalmente vediamo distribuite, centellinate in lassi di tempi ben più lunghi.

Da qui, se le tante esperienze ingannano il nostro cervello, è come dire che l’esperienza di viaggio aumenta il tempo da noi vissuto: in sostanza ci allunga la vita.

Espressione forte, ma che ha un suo fondamento.

E qui nasce il nesso, per cui oggi scriviamo: il lavoro ed il tempo.

Il lavoro in una bellissima definizione è un processo irreversibile che trasforma il tempo in denaro e quindi soffre di una definizione duale a quella del viaggio.

E forse da questa idiosincrasia di significati che nasce proprio la differente affezione che si ha per una o l’altra esperienza.

E forse proprio su questa dovremmo soffermarci. Come mai accettiamo che il lavoro, che occupa gran parte della nostra vita, sia pieno di nulla ed invece poi ingolfiamo le ferie con l’obiettivo di ringiovanirci?

Come mai non riusciamo a essere più coerenti e a riempiere di esperienze e soddisfazioni il nostro lavoro al fine di dare una esperienza gratificante che permetta di spendere al meglio la nostra vita e la vita di chi lavora con noi?

Non vi sentiate immuni voi che lavorate 14 ore al giorno… la quantità NON è mai qualità.

Torniamo alle definizioni prima esposte: Il lavoro è un processo irreversibile che trasforma il tempo in denaro.

Quindi con una semplice analisi, si vede come il tempo sia l’input, il carbone da mettere nella fucina, ed il denaro sia l’output, il caldo della nostra stufa: il motivo di tanto sforzo.

Ma può tutto ricondursi a solo questo passaggio?

Si dà al lavoro la cosa più importante, per sua natura limitata, solo per del denaro!

Innanzi tutto, il denaro fine a se stesso non ha valore, nemmeno il più accanito fan di Zio Paperone potrebbe omettere il fatto che il denaro è un mezzo transitorio, di scambio, il cui valore non è nel possederlo staticamente, ma nella possibilità dinamica di usarlo, di scambiarlo con un altro bene, con un’altra persona.

Ma poi con il passare della vita, si cavalca la piramide di Maslow, e i valori di un bene verso un altro cambiano notevolmente. Quante volte è cambiato il valore che abbiamo dato al denaro?… ed al nostro tempo?

A questo punto, come rapportare il risultato di questo processo e distoglierlo da un bene che altro non è che di passaggio?

Come facciamo a chiedere sforzo e sacrificio ai nostri se solo accecati da tale materia? Come facciamo invece ad elevarli, o meglio, a gestirli al meglio perché attirati da maggiori valori?

Le risposte sono molteplici; o forse la risposta è UNA: la somma di addendi molteplici.

E la parabola che ognuno di noi, come lavoratore, come executive, vive è che con il passare delle proprie fasi lavorative abbiamo sempre bisogno di stimoli, bravo chi li ha sempre, ma stimoli che ogni volta scalino di livello che già a metà della carriera hanno visto tramontare il dio denaro.

Non accettate mai di fare un lavoro, il cui target è aspettare il denaro a fine mese. Questo sarà soddisfacente nei primi mesi, sarà per furbi nei mesi successivi, ma alla lunga vi logora, vi stanca e quando sarà il momento definitivo di cambiare vi renderete conto che arrivate al cambio svuotati.

Non accettate un lavoro per cui il vostro ruolo non è chiaro all’interno di un programma più chiaro ed ampio.

Se lavorate, tanto o poco che sia, lavorate per un obiettivo superiore. Non volate con i pensieri, anche chi fa lavori molto semplici è da gratificare se il suo lavoro è fatto bene, aiuta gli altri e quindi la causa comune.

Non accettare lavori che per troppo tempo non insegnano nulla di nuovo. Certo fare le stesse cose vi rende sempre più efficienti, ma se il tempo che ne rimane viene usato per “il nulla” state spengendo le vostre speranze di vivere a pieno la vostra vita.

Ricordate sempre che il giorno della nostra nascita c’è stata una possibilità… immensa quanto non chiara, di vivere un lasso minuscolo dello sviluppo della nostra comunità. Questa chance, scemerà, si annichilirà se non cullata… fino a quando un giorno passerà in modo irreversibile. E mai un pugno di dollari ci darà indietro questa chance che in un battito di ciglia se ne è andata…

Un commento

  1. Complimenti Alessio per il post.
    Condivido a pieno quello che hai scritto anche se non è facile realizzarlo.
    Ti saluto con affetto.
    Livio

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