“Ci vuole qualcosa di più che l’intelligenza per agire in modo intelligente”, diceva Fëdor Dostoevskij, scrittore e filosofo russo.
E non aveva tutti i torti: nella vita, così come in ambito professionale, avere un atteggiamento smart ed un’intelligenza superiore alla media non è garanzia di successo.
Il motivo? Talvolta le persone più brillanti e dotate – almeno sulla carta – tendono a sabotarsi con comportamenti inopportuni sotto il profilo business, lasciando la poltrona a chi, anche se con meno assi nella manica, sa quali carte giocare per fare punto.
Se anche voi fate parte della numerosa schiera di professionisti con grandi skill, ma con poca carriera, è tempo di prendere la situazione in mano e disinnescare gli atteggiamenti che fanno di voi un grande gregario, ma non una punta di diamante.
Ecco 5 comportamenti da evitare per valorizzare la vostra intelligenza e finalmente conquistare quello che meritate.
1. Non schivate il lavoro di gruppo
Chi possiede un’intelligenza più brillante degli altri, sin dall’infanzia ha vissuto il senso di frustrazione di doversi adattare ai ritmi lenti del team, non potendo correre alla propria velocità.
In classe, durante le lezioni, o all’università, durante i lavori di gruppo, l’individuo più smart ha sempre sofferto la noia di aspettare che tutti capissero e ha preferito sobbarcarsi più compiti e task pur di finire in fretta, senza attendere che il team giungesse alla soluzione.
Lo stesso sentimento si ripropone sul posto di lavoro: il professionista molto intelligente patisce il lavoro di squadra e preferisce agire da solo, facendo forza solo sulle proprie capacità che, per lui, sono molto più efficaci di quelle di un team messo insieme.
Idem per quanto riguarda l’arduo compito di delegare: per un “genio”, soprattutto se perfezionista, è impossibile affidare agli altri un compito, perché non sarebbero in grado di svolgerlo alla sua altezza. Una mancanza di fiducia che affonda le sue radici in un’eccessiva disistima nelle capacità altrui paragonate alle proprie.
Ma una soluzione c’è e va trovata: saper lavorare in team è una skill fondamentale per un vero leader, così come apprezzare la diversità di opinione e accogliere positivamente il contributo degli altri. Lavorate sul senso di frustrazione innato che vi assale ogni volta che si tratta di collaborare e sforzatevi di guardare la realtà da nuove prospettive: cambiando punto di vista gli altri vi appariranno come una risorsa preziosa e non come un macigno da trascinare.
2. Non peccate di superbia
Avere un’elevata autostima è utilissimo: rinforza il carattere, genera coraggio, aumenta la fiducia nelle proprie azioni.
Il troppo, però, non è mai saggio. Il rischio è quello di sopravvalutarsi e di non mettersi mai in discussione, con la conseguenza che, al primo feedback negativo o di fronte ad un collega ancora più performante, la resilienza possa venire meno.
Per non rischiare di traballare al primo passo falso, quindi, la percezione di sé va educata a suon di riscontri e commenti altrui, di ogni natura. Specialmente se arrivano da peers ancora più validi e intelligenti. Mettete da parte la paura del confronto e ricordate che circondarsi di figure professionali acute e smart non può che accrescere le vostre capacità. Come in un circolo virtuoso, due o più colleghi capaci e dotati di skill cognitive superiori al normale si alimentano a vicenda, facendosi forza e crescendo insieme.
Un miglioramento tangibile che, da soli, risulterebbe quasi impossibile.
3. Tenete a freno la smania di novità
Ogni individuo con un’intelligenza spiccata ha, spesso, anche altrettanta curiosità: la voglia di vedere nuove cose lo travolge e, al primo rallentamento, sale la smania.
Nessun problema – o quanto meno impatti contenuti – per i professionisti che lavorano in settori creativi o innovativi, ma che dire dei ruoli manageriali che hanno a che fare con attività routinarie?
È chiaro che, innervosirsi di fronte a task ripetitivi, non è produttivo per un leader che opera in campi amministrativi o gestionali e può realmente ostruire la crescita. Chi premierebbe mai un manager che sbuffa continuamente o che schiva le attività che non lo stimolano?
Senza considerare che, talvolta, specializzarsi in una nicchia di settore e ripetere le stesse attività può diventare un modo per trasformarsi in massimo esperto nel proprio campo e trarre profitti da task ormai rodati e a minimo sforzo.
Meglio scrollarsi di dosso l’ansia di novità e guardare la big picture per trovare i lati positivi: per periodi circoscritti di tempo – qualche ora a settimana – o limitatamente ad alcune attività, armatevi di pazienza e tollerate la noia, svolgendo con slancio anche i task monotoni, ma profittevoli e funzionali alla carriera. Come stimolarvi? Guardando il guadagno generato, in termini di effort e di revenues.
Per non soccombere sotto il peso della noia, abbiate cura di avere tanti sfoghi esterni, dedicando tempo a hobby e sport, dove scaricare l’irrefrenabile bisogno di cambiamento.
4. Non concentratevi solo sull’intelligenza
L’intelligenza è una buona base da cui partire, ma non basta.
Nella maggior parte dei posti di lavoro avere una mente fresca ed elastica è una skill apprezzata, ma non è tutto. Per scalare posizioni professionali e ottenere un ruolo prestigioso è necessario un profilo completo e, per realizzarlo, servono tante altre skill, specialmente soft.
Empatia, predisposizione al teamwork, capacità di networking – indispensabile per costruire una rete di alleati e contatti dentro e fuori la Company – e capacità di negoziazione, sono solo alcune delle soft skill indispensabili per un leader.
Peccato che, talvolta, i professionisti con una spiccata intelligenza tendano a concentrarsi solo sulle doti razionali, trascurando tutto il resto e ritenendo ciò che esula dalla logica un elemento superfluo.
Perché migliorare i propri punti di debolezza, dunque, quando si può contare su un asset così unico e raro come un’intelligenza sopra la media?
La risposta è semplice: perché per scalare la vetta dei building che contano, un leader deve dimostrare doti versatili e ampie.
Come colmare le lacune in fatto di skill critiche? Puntando proprio sull’intelligenza per apprendere velocemente gli elementi mancanti. Fate leva sulla vostra capacità mnemonica e cognitiva da fuoriclasse per imparare in fretta tutto quello che vi serve, e interiorizzare le soft skill che non vi appartengono naturalmente.
5. Non siate schiavi della riflessione
Brillanti sì, ma non troppo analitici e pensatori: perché rimuginare eccessivamente nuoce gravemente alla salute di un leader.
In quanto dotati di un’intelligenza profonda, siete stati sempre abituati a ragionare sulle situazioni fino a sezionarle nei minimi dettagli? La razionalizzazione all’estremo non sempre paga: talvolta meglio sorvolare o agire d’istinto, per cogliere al volo le opportunità dettate dall’intuito.
Primo consiglio: allontanate il pensiero negativo, con un’attività rilassante. Quando vi accorgete di essere entrati in un loop disfattista, in cui la meditazione sta facendo emergere risvolti apocalittici, fermatevi e dedicatevi a distendere la mente. Uscite a fare due passi o spendete qualche minuto a fare un puzzle. Può sembrarvi stupido, ma staccare la spina e spegnere il cervello alleggerirà la situazione.
Secondo step: abbinate al ragionamento anche l’esperienza. Impossibile conoscere il mondo solo analizzandolo da un vetro: uscite e mettetevi alla prova con la realtà, osando anche un po’. Learning by doing, talvolta, è meglio della semplice visione cognitiva.