Tic, tac, tic, tac.
Rimangono 15 minuti, prima che ci sia un’invasione aliena/un’esplosione nucleare/l’affondamento di una nave e chi più ne ha più ne metta.
Ansia, terrore, stress: tutto dipende da voi e dalla vostra capacità di risolvere velocemente alcuni enigmi per scampare il pericolo e liberarvi dalla morsa soffocante della stanza serrata e semibuia in cui siete rinchiusi.
Un incubo?
No! Una fantastica esperienza costruttiva e di teamworking.
Sì: oggi facciamo Team Building!
Dimenticate i percorsi all’aperto nei parchi avventura, le gare di rafting, le gite in barca a vela. Per mettere alla prova la coesione di un team e la sua resistenza allo stress, l’esperienza must è la Escape Room.
Chiusi dentro una stanza, per un’ora, insieme al vostro capo – per alcuni già uno degli incubi peggiori – dovrete affrontare insieme al team una serie di prove e rompicapi, per trovare in tempo utile la chiave d’uscita.
Un esercizio all’apparenza ludico, ma che nasconde risvolti pragmatici ed educativi, utili a testare lo stato di salute di una squadra e a renderla più forte e unita.
Ecco perché:
1. Stimola il pensiero laterale
Il lavoro, specialmente d’ufficio, ha il sapore della routine. Sono poche le situazioni in cui è richiesto di sfoderare un nuovo approccio ai problemi e di mostrare le proprie doti di critical thinking.
Tutto cambia quando la situazione da gestire è radicalmente nuova e alquanto surreale: è in una condizione fuori dalla comfort zone e dall’abitudine quotidiana del team, che si può allenare l’attitudine al problem solving e al pensiero “out of the box”.
2. Rompe gli schemi gerarchici
In una società, dove gli individui sono classificati e si comportano prevalentemente in relazione ai gruppi di appartenenza, ogni fattore esterno che rompe gli equilibri gerarchici, può portare a galla aspetti nuovi di ognuno di noi (chi ricorda l’esperimento della Prigione di Stanford del 1971?).
È così che alle prese con un’esperienza all’interno di una Escape Room, tutto cambia.
Cambiano le dinamiche del potere e i ruoli prestabiliti.
Cambia il modo di comunicare gli uni con gli altri, lontani dalla tastiera di uno smartphone o dal monitor di un computer.
E cambia il livello di conoscenza, diventando più profondo e autentico: leader e membri del team sono nudi e privi delle conoscenze acquisite e dei meccanismi ormai familiari, e si mostrano per quello che sono. Chi è un bravo giocatore di squadra si riconoscerà a colpo d’occhio come chi, magari diversamente da quanto esibito in ufficio, sotto stress agisce in modo individualistico.
3. Offre importanti spunti di riflessione
Che siate riusciti, oppure no, ad uscire dalla stanza in tempo utile, sappiate che il gioco non è affatto finito.
Una volta chiusa la porta della Escape Room, è tempo di aprire quella della riflessione.
Pensare al proprio comportamento durante l’esercizio ed esaminare il modo in cui abbiamo affrontato le difficoltà sotto pressione, sono soluzioni per migliorare concretamente e per trasformare un momento di gioco in un evento molto produttivo.
Di fronte alle difficoltà e all’imprevisto, ci siamo fatti prendere dal panico o abbiamo saputo mantenere la lucidità? Abbiamo scoperto di possedere skills che non immaginavamo e che vale la pena coltivare maggiormente? Abbiamo imposto la nostra opinione al gruppo, oppure la paura ha sabotato le nostre parole?
Analizzare, a freddo, le singole dinamiche intercorse durante l’ora di Team Building permette di approfondire ogni dettaglio della nostra capacità di adattamento e reazione – e di valutare quella degli altri – facendo un’accurata diagnosi della salute personale e del team, per intervenire, se serve, con la terapia più efficace.
Voi cosa ne pensate? Avete già provato un’esperienza del genere?