Qual è il principale limite di un MOOC gratuito?
Pochi dubbi, è l’elevato tasso di abbandono. Ne abbiamo parlato in altre occasioni su #spiritoleader, e il topic è recentemente tornato d’attualità per all’interessamento alla questione di una giovane dinamica società che nella Rete ci crede, e parecchio. Il suo nome? Google!
Dalle parti di Mountain View, e in collaborazione con il Carnegie Mellon University, è stato avviato un ambizioso progetto di riduzione del dropout rate, finanziato tra l’altro con 300.000 dollari. La notizia è stata riportata recentemente da VentureBeat.
L’obiettivo è, come già anticipato, l’incremento delle risicate percentuali completamento dei MOOC, offerti gratuitamente da piattaforme come Coursera, Udacity (già partner Gogle) o, Edx . Attualmente oltre 9 studenti su 10 non completano i corsi ai quali si iscrivono.
Le motivazioni? Attualmente ne sono state individuate 3:
Personalizzazione
La gratuità permette a centinaia e perfino migliaia di persone di accedere all’istruzione d’eccellenza a prezzi praticamente nulli. Ma in definitiva si tratta di un’esperienza d’apprendimento passiva, una diretta streaming di una lezione in classe o una semplice differita con materiale pre-registrato.
A causa della “taglia unica” gli studenti non possono approfondire i punti più interessanti dei corsi, né personalizzare il proprio percorso di studio.
Virtualità
Paradossalmente, questo è anche il grande vantaggio dei MOOC. Proprio perché immateriali e digitali, i corsi possono essere seguiti ovunque, ma non offrono molte possibilità di interagire con i propri compagni di corso, o con gli stessi docenti. Il che scoraggia la prosecuzione delle lezioni.
Coinvolgimento
Interattività e ingaggio completano la triade, stante la difficoltà nel coinvolgere virtualmente gli studenti. Ciò riguarda sia il lavoro in “classe”, sia le verifiche d’apprendimento.
Come porvi rimedio? Google e il CMU stanno studiando corsi con una migliore interazione alunno – docente e alunno – alunno, attraverso feedback reciproci, ri-ingaggio degli studenti “persi” e valutazioni personalizzate degli studenti. Basterà a decrementare il tasso di abbandono?
Ricapitolando
Gratuito o non, il MOOC ideale rimane quello in grado di coinvolgere lo studente, di farlo interagire con docenti e altri studenti. Per un progetto collaborativo o per personalizzare la propria esperienza d’apprendimento con moduli integrativi.
Naturalmente – aggiungiamo noi – vedendo riconosciuto il proprio sforzo attraverso un titolo di studio o un attestato equivalente a quello che si riceverebbe frequentando lo stesso corso in aula.
Miele
Sono iscritta ad un’università telematica e ho provato i corsi MOOC, ecco delle considerazioni utili:
– I MOOC sono tutti in lingua inglese SENZA SOTTOTITOLI….quindi diventa complicato ascoltare le lezioni con un accento che magari lascia a desiderare
– Molte lezioni durano 5 minuti…. scusate, ma una videolezione di un’università telematica dura almeno 40 minuti…. viene spontaneo farsi domande sull’utilità di queste lezioni microscopiche
Sicuramente aumentare l’iterazione con studenti e insegnanti aiuterebbe, però in modo più mirato, in un MOOC mi stato scritto che se lo frequentavo potevo essere sorteggiata per ricevere un premio.
Magari sono meglio altre tipologie di iterazione, la mia università prevede delle chat per esempio.
Saluti da una studentessa digitale