Stop ai cliché: le migliori work practice rovesciano i luoghi comuni

Fai squadra. Pensa fuori dagli schemi. Guarda le cose da un’altra prospettiva. Supera le aspettative.

E se fossero cliché inutili?

Per anni ci hanno educato al lavoro di team, al culto delle sinergie, al business fluido, eppure nessuno può confermare che questi tips funzionino davvero.

Qualcuno, al contrario, sospetta che questi luoghi comuni non facciano parte del mondo dei top performer.

Tradotto: chi ha fatto carriera ha slacciato le cinture dei cliché ed ha seguito una strada sterrata e tutta personale.

 

Stop ai cliché: le migliori work practice rovesciano i luoghi comuni

Lo dice Morten Hansen, management professor all’University of California, Berkeley, che recentemente ha raccolto i 100 luoghi comuni più diffusi sul lavoro e che influenzano il business.

Analizzando i cliché, il docente non ha trovato alcuna evidenza scientifica in grado di sostenere le principali credenze professionali.

Qualche esempio? Uscire dalla job description e interessarsi a tutte le attività che confinano con il proprio perimetro significa mostrare proattività. O ancora, imparare a performare al massimo sotto stress, trasformando l’adrenalina della scadenza in concentrazione per svolgere al meglio il compito è una palestra verso il successo. Oppure, fare networking, coinvolgendo tutti gli attori che possono essere interessati favorisce il consenso sociale.

Possibile che nessun dato testimoni la validità funzionale di queste credenze business?

Possibile.

Morten Hansen ha condotto una ricerca sulle work practice e le performance di 5.000 lavoratori, manager inclusi, investigando per approfondire il fenomeno.

I risultati hanno confermato le sensazioni: la maggior parte dei cliché business non ha influenzato positivamente la carriera dei top performers intervistati.

I 3 principali falsi miti?

    1.  Mettere tutti d’accordo

Siamo addestrati ad evitare lo scontro, a unire le fazioni, a “mettere tutti intorno ad un tavolo”. Cerchiamo il consenso e l’approvazione, smorzando le posizioni individuali pur di soddisfare tutte le parti in causa. Il rischio più grosso? Depotenziare un’idea rendendola digeribile ai più. Disinnescare una bomba, che poteva sbaragliare il mercato, per non ferire le posizioni dei colleghi. Secondo Morten Hansen l’esperienza dei top performers racconta un’altra storia: chi raggiunge il successo non si autocensura e non nasconde le proprie idee. Al contrario, l’approccio più virtuoso sembra essere proprio quello del dibattito acceso e del confronto aperto tra chi sostiene posizioni diverse. Difendere le proprie idee, portando dati concreti a supporto favorisce un dialogo costruttivo e maturo. Un match all’insegna del fair play: chi perde dovrà impegnarsi a sostenere l’idea vincente.

    2. Collaborare a tutti i costi

Task force, cooperation, team liquidi, tavoli di lavoro: mai più senza collaborazione.

L’idea di un’organizzazione senza confini, però, rischia di far perdere tempo e di produrre flussi infruttuosi.

Ve ne sarete accorti: al grido di “non dovremmo coinvolgere anche il team commerciale?”, “beh, allora chiamiamo anche l’ufficio vendite”, “e l’IT? Di questo aspetto si occupano loro..” i progetti diventano infiniti e si generano riunioni come matrioske.

Il professionista di successo, invece, sempre secondo Morten Hansen, è pragmatico e va dritto al punto: non ha paura di prendere delle decisioni autonome e coinvolge gli altri solo, ed esclusivamente, quando necessario.

Straight to the point.

    3. Ama ciò che fai

…se dovessimo prendere alla lettera questo clichè, il mondo sarebbe pieno di allenatori, attori, designer, viaggiatori, cantanti, ballerine, astronauti.

Peccato che lasciarsi muovere dalla sola passione non garantisca sempre uno stipendio a fine mese.

Dobbiamo quindi arrenderci e adattarci a ciò che passa il mercato, vivendo in apnea le 8 ore in ufficio?

Niente affatto: i top performers intervistati dal docente dell’University of California hanno trovato grinta ed energia perseguendo uno scopo lavorativo. Fare la differenza, essere utili alla Company, portare al successo il team sono alcuni dei traguardi prefissati dai migliori profili business.

Dare un contributo prezioso all’organizzazione e sentirsi utili alla causa agisce sulla motivazione al pari della passione e migliora le performance

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