Smart After Sales: un project work diventato startup

Quando lo incontriamo, Ruggero Baldi ha appena discusso il project work finale dell’International Flex EMBA.
Un traguardo che, come per molti prima di lui, rappresenta non solo un punto di arrivo, ma anche il trampolino di lancio per una nuova avventura.

La sua si chiama Smart After Sales e mira a rivoluzionare attraverso il cloud il mondo dei servizi post vendita in ambito B2B.
La piattaforma mette a disposizione dell’industria i servizi innovativi introdotti dalla trasformazione digitale, con l’obiettivo di eliminare alcune delle tipiche problematiche che si riscontrano nell’approvvigionamento dei pezzi di ricambio e nell’assistenza post vendita.
I fornitori mettono a disposizione online il database con tutte le informazioni e servizi necessari per la gestione e manutenzione dei macchinari, mentre gli operatori degli impianti industriali possono ordinare tramite Smart After Sales i pezzi di ricambio necessari o pianificare un intervento di manutenzione.

Un’idea di business che Ruggero aveva ben chiara in mente ancora prima di varcare le porte del MIP. È stato proprio quando ha cominciato a frequentare l’EMBA che gli è venuta la voglia di trasformarla in qualcosa di concreto.

“Avevo già in mente questa idea da un po’” – continua, riferendosi alla sua start up – “E poi ci ho messo molto di quello che ho imparato. Il corso e, soprattutto, l’opportunità del project work mi hanno dato il La”

Una combinazione vincente tra i tanti anni di esperienza professionale e le lezioni apprese in aula, sia dai docenti che dagli ospiti aziendali

“Erano anni che pensavo di fare un MBA, però lavorando e avendo due bambine piccole non ce l’avrei fatta.Quando ho visto l’International Flex EMBA del MIP, collegato al Politecnico, la mia università, mi sono detto o adesso o mai più.” – ci spiega Ruggero.
Tuttavia, oltre ai business case e alle ore passate sui libri, il valore aggiunto di questa esperienza sono state le persone.
I partecipanti, sparsi per il mondo ma vicini grazie alla tecnologia e alla piattaforma di digital learning, hanno infatti creato un gruppo affiatato.
La distanza, i fusi orari e le differenze culturali, non hanno rappresentato un ostacolo per i numerosi group work ma piuttosto una grande occasione di crescita.

Specialmente per Ruggero, che confessa: “Ho sempre lavorato a livello internazionale, ma non è mai facile lavorare con persone che sono dall’altra parte del mondo. Tramite i group work ci siamo abituati a collaborare a distanza per preparare elaborati di gruppo. Questa esperienza mi ha arricchito.”

C’è chi poi ha visto nei compagni di corso dei potenziali soci, scegliendoli per fare il project work. Ci racconta: “Ho tanti colleghi che stanno facendo dei lavori di gruppo. Da cosa potrebbe nascere cosa, ho visto delle belle sinergie”.
Chissà che, come successo altre volte tra questi banchi, non nascano imprese di successo!

Prima di salutarlo, non ci resta che chiedergli di dare un consiglio a chi, come lui, ha un sogno imprenditoriale nel cassetto.
La risposta è sorprendentemente semplice: “Bisogna buttarsi”. Poi continua: “Se non avessi fatto il master, non ce l’avrei fatta. Una volta che vedi altri casi, capisci che non è poi così complicato, che devi metterci del tuo…”.
Con queste parole Ruggero chiude il nostro incontro e, guardandolo, è chiaro che non vede l’ora di continuare l’avventura.

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