Nuovo appuntamento con la rubrica Scenari Economici del professor Fabio Sdogati, docente di Economia Internazionale nei Master offerti dal MIP Politecnico di Milano. Nella precedente puntata il professore ha messo sotto la lente d’ingrandimento il fenomeno dei tassi d’interessi negativi, ossia dell’emissione di titoli di Stato con rendimenti al di sotto dello zero da parte dei paesi economicamente più solidi, Germania in testa, anche per scadenze medio lunghe.
Ciò significa che chi decide di acquistare Bund a 10 anni, trascorso il periodo di investimento avrà indietro dal governo tedesco una cifra inferiore rispetto a quella investita.
A queste condizioni, il finanziamento del debito da parte dei paesi virtuosi diventa ancora più economico, ma rischia di creare ulteriore squilibrio tra il “nord” e il “sud” dell’Europa, che continua a vendere titoli di Stato con tassi di interesse positivi. Inoltre, gli investimenti in questa forma son disincentivati, almeno per coloro che cercano un profitto di medio – lungo periodo.
È una situazione destinata a durare a lungo? Secondo Sdogati, le cose stanno per cambiare. Di seguito il suo parere, condividete il vostro con un commento su #spiritoleader o sugli account social, utilizzando lo stesso hashtag!
Il 17 aprile scorso scrivevo per portare l’attenzione su un fatto mai visto prima: tassi di interesse negativi sui titoli del debito di diversi governi, quello tedesco in testa. Perché tassi negativi? Perché banche e intermediari finanziari sono disposti a dare a credito sapendo di rimetterci? Si possono avanzare mille ipotesi. Eccone alcune:
- Perché il signor Schâuble garantisce loro che quel che non gli darà lui (in quanto ministro delle finanze del governo tedesco) lo farà sputare (si, come in ‘sputare sangue’) al popolo greco, il cui governo paga rendimenti enormi rispetto perfino agli altri governi paesi ‘perfierici’ dell’UEM;
- Perché detenere titoli del governo tedesco è come comprare assicurazione contro la probabilità che i governi europei riescano nel loro intento, evidente a chi abbia occhi per vedere, di affossare il progetto politico ed economico europeo e dunque, per primo e necessariamente, affossare l’Euro. Se ciò avvenisse, si ragiona, i detentori di titoli tedeschi, ma denominati in Euro, sarebbero in una botte di ferro, perché quei titoli verrebbero rimborsati in marchi, mentre i detentori di titoli di altri governi verrebbero rimborsati in ….boh. (Probabilmente la fame, sostengo io).
- Perché in ogni caso il debito pubblico è negoziabile sul mercato secondario, e c’è ancora spazio per un aumento del loro prezzo, vale a dire c’è ancora spazio per la caduta dei rendimenti, non occorre mica necessariamente aspettare che il titolo arrivi a maturità.
Bene. Mentre della prima ipotesi e della seconda non si parla sui mercati finanziari e tra persone per bene (ma io ci credo e ne parlo), la terza rappresenta bene l’umore sui mercati (gli italiani che sanno le lingue, ma non sanno l’italiano, dicono ‘sentiment’, non umore). O meglio, rappresentava. Perché?