Scontrosi e pacifisti: come gestire i conflitti e lavorare bene insieme

La parola può spaventare, ma il conflitto, in ufficio, è un fenomeno fisiologico.

Confrontarsi, discutere e mettere in gioco opinioni differenti su argomenti particolarmente critici e di interesse condiviso è del tutto normale, anche se segmentante.

Non tutti, infatti, hanno lo stesso approccio al conflitto.

C’è chi è particolarmente impaziente, schietto e diretto e lo cerca frequentemente per chiarire subito le proprie posizioni – lo chiameremo “Scontroso”, e chi invece preferisce preservare il quieto vivere in ufficio e, per sensibilità, timidezza o poco mordente, tende a tacere e a mostrarsi sempre accomodante – lo chiameremo “Pacifista” o  meglio“Conservatore”.

Due posizioni diametralmente opposte, ma che, nonostante le differenze, possono trovare la chiave per collaborare.

Come?

La prima regola per vivere positivamente il conflitto e trasformare uno scontro in un’opportunità di crescita è quella di identificare il proprio approccio al conflitto e quello della controparte.

Tracciati i due profili, è tempo di impostare una strategia.

Considerato che non è impossibile prevedere quale potrà essere la dinamica del confronto e quali le conseguenze, è bene prevenire possibili effetti negativi settando il giusto approccio al conflitto.

Ecco allora come affrontare il conflitto in maniera virtuosa in base al match tra i profili,  secondo Amy Gallo, esperta in dinamiche lavorative e autrice di Guide to Dealing with Conflict at Work per HBR.

 

   1. Tu: scontroso VS L’altro: conservatore

È sempre la solita scena: ad ogni disaccordo puntualmente istigate il conflitto e assalite la controparte per ottenerne il consenso. Quello che ottenete, però, è spesso l’intimidazione e il silenzio, remissivo, dell’altro.

Non è di certo un quadro costruttivo!

Cambiate approccio: sforzatevi di adottare un atteggiamento pacato e paziente, evitate del tutto comportamenti aggressivi e invitate l’altro ad esporre la sua posizione, lasciandolo parlare secondo i suoi tempi.

Ricordate che un conflitto è un confronto, a diversi gradi di intensità, utile per risolvere una divergenza.

Siate produttivi e non sprecate l’occasione.

 

   2. Tu: conservatore VS L’altro: scontroso

Al contrario rispetto alla situazione appena descritta, la parte debole nello scontro siete voi. La tentazione è quella di accettare le condizioni degli altri, come in una resa, pur di non combattere.

Questo non è, però, l’atteggiamento giusto: nel lungo periodo le persone tenderanno ad approfittarsene ed a sottostimare la vostra capacità di giudizio e di critica costruttiva.

Approcciate il conflitto in avvio chiarendo all’altro la vostra posizione: per poter dialogare pretendete modi calmi, pazienti e i toni bassi.

Durante la conversazione siate sempre lucidi e astuti: evitate di istigare la controparte con termini o messaggi non verbali sgarbati, e conquistate, parola dopo parola il suo rispetto utilizzando una dialettica chiara, netta e sempre dritta al punto senza tentennamenti e sbavature.

 

   3. Tu: scontroso VS L’altro: scontroso

Niente peli sulla lingua, né freni: tra voi possono essere subito scintille.

Il rischio, in un conflitto tra questi due profili, è di scivolare nell’aggressività.

Il consiglio per un approccio costruttivo del confronto, invece, è quello di prendersi del tempo prima di iniziare il dialogo, per identificare con consapevolezza i punti da trattare senza diventare preda dell’irritazione e dell’improvvisazione. Nel tracciare il vostro intervento, lasciate spazi liberi per le risposte e per le considerazioni dell’altro, evitando il monologo.

Infine, se durante la conversazione il clima dovesse diventare acceso, proponete un break per un caffè o una passeggiata fuori dal building: cambiare aria aiuterà a stemperare gli animi.

 

   4. Tu: conservatore VS L’altro: conservatore

Di fronte ad una divergenza d’opinione nessuno dei due ha l’intenzione di scontrarsi con l’altro. Con un rovescio della medaglia, però, non esattamente positivo: le sensazioni possono rimanere soffocate ed esplodere in un secondo momento, peggiorando l’intensità del conflitto.

Il suggerimento per lavorare bene insieme, in modo trasparente, è quello di confrontarsi in maniera chiara, ma soft. Una frase “siamo entrambi quieti e tolleranti, ma se non siamo d’accordo su questo argomento dovremmo discuterne apertamente per trovare un punto d’incontro costruttivo” è di per sé un ottimo innesco per dare il la alla conversazione.

Tenete sempre un profilo basso e toni pacati per far uscire l’altro dal guscio e farlo sentire a suo agio tanto da esporsi sul problema. Se la conversazione, però, si fa accesa non battete in ritirata: contrastate il vostro istinto timido, e affrontate in modo maturo la issue.

 

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