Meglio scegliere un master online gratuito o uno a pagamento?

master online o master a pagamento

C’era un tempo non troppo lontano in cui i MOOC, i corsi online rivolti a un’ampia audience, facevano della gratuità la propria bandiera. Un’utopia che diviene realtà. La piena democratizzazione dell’accesso all’istruzione di altissimo livello, con corsi tenuti nelle aule del MIT o Yale accessibili indistintamente al ricco figlio di avvocati a Los Angeles come dal motivato – ma privo di risorse – ragazzo degli slums di Cape Town.

A costo zero, se non quello della connessione alla rete, viene insomma reso possibile seguire le stesse identiche lezioni alle quali partecipa chi frequenta l’ateneo, senza sostenere le ingenti spese di iscrizione o avvalersi di una borsa di studio.

Ora che i MOOC sono passati dallo stadio “novità assoluta” a quello di “consolidata realtà”, la mole di dati ricavati dal loro utilizzo è sufficiente per tirare le prime somme. Con un’amara sorpresa: i conti non tornano.

Soprattutto, come ha recentemente fatto notare in un articolo per ReadWrite Selena Larson, su un punto: la frequenza e il profitto. A conti fatti, soltanto il 5% degli studenti che cominciano un percorso formativo a distanza gratuito riesce a completarlo. Il perché?

Il problema del valore (monetario) del master online

Sembra assurdo, ma potrebbe essere proprio il fatto che non costi nulla frequentarli il principale ostacolo alla loro frequenza. Come se le lezioni, pur di altissima qualità, perdessero ogni peso al tendere verso lo zero del loro valore monetario.

Le stesse università virtuali, resesi conto del problema, hanno cercato di correre ai ripari. Coursera, ad esempio, oggi propone l’opportunità di ottenere una sorta di attestato di frequenza e profitto virtuale. A pagamento, naturalmente, per una cifra che oscilla tra il 50 e i 100 dollari.

Il risultato, per i pochi corsi attualmente abilitati con questo sistema, è sbalorditivo: da un tasso di abbandono del  95% a uno del 35%. Elevato, vero, ma molto meno del primo.

Il problema del valore (legale) del master online

Questo metodo, d’altro canto, presta il fianco a un altro motivo di abbandono del master online gratuito. I certificati di cui sopra, infatti non hanno alcun riconoscimento legale, essendo dei meri attestati di frequenza.

Le nozioni apprese rimangono – questo è certo – ma non sono ad esempio spendibili per la partecipazione a un concorso pubblico, o per l’accesso a posizioni per le quali è espressamente richiesto un master universitario.

In sintesi

Un saggio datato ma splendido (e tutt’ora attualissmo) di Chris Anderson, ex direttore di Wired, esaltava le peculiarità dell’economia del free, del gratuito. Internet ha abbassato la percezione del costo di un prodotto immateriale a soglie prossime allo zero, con buona pace di chi sopravvive creando contenuti di qualità, siano essi brani musicali, articoli di giornale o videogames.

Il “lato oscuro della luna” è però la perdita di percezione del valore dello stesso, e la sua conseguente derubricazione a passatempo. Un eBook è scaricabile gratuitamente dalla rete, ma non è detto che si abbia il tempo o la voglia di leggerlo, così come ci si può iscrivere liberamente un master online gratuito. Ma non è detto ci si presenti mai a seguire le lezioni virtuali.

Se intendete seguire un MOOC, la motivazione è la pietra angolare sulla quale sostenere il vostro successo.

 

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