Le giovani leve non sono le uniche risorse in ufficio ad aver bisogno di formazione.
La rivoluzione digitale ha trasformato anche il modo di apprendere: se un tempo le competenze venivano tramandate dall’alto al basso, seguendo un preciso livello di anzianità, oggi il flusso si ribalta.
Si chiama reverse mentoring ed è il processo che rende l’educazione un fenomeno bidirezionale: mentre i colleghi senior possono tramandare il proprio bagaglio di esperienza professionale ai junior, i giovani Millennials non si limitano a prendere appunti, ma rispondono mettendo a fattor comune le proprie conoscenze in materia digitale.
L’ingresso di risorse Millennials e della Generazione X, connesse sin dalla nascita, è quindi una straordinaria opportunità di portare in azienda l’incarnazione della tecnologia, pronta per essere diffusa alla popolazione aziendale.
Lo sa Ryan Holmes, fondatore e CEO di Hootsuite, che in un recente articolo ha raccontato la propria esperienza in fatto di reverse mentoring.
Un approccio iniziato, casualmente, in occasione della creazione di una newsletter aziendale: Holmes desiderava realizzare una comunicazione per entrare in contatto periodicamente con i propri dipendenti ed aveva individuato nella newsletter il mezzo più efficace per i propri obiettivi.
Durante una pausa caffè, tuttavia, una giovane risorsa si è permessa di dare la propria opinione al CEO, mostrando coraggio e spirito di iniziativa: “nessuno leggerà un’intera newsletter, capo” – potrebbe aver detto il junior – “meglio provare con un contenuto meno noioso e più dinamico, come un video”.
Intuizione vincente: Holmes cambia rotta e, da allora, invia ai propri dipendenti un video messaggio settimanale riscuotendo consensi e adesioni.
Un successo connesso con l’attitudine aperta di Holmes: quanti CEO si sarebbero fidati del consiglio hi-tech di un giovane neo assunto?
Eppure, questo è il reverse mentoring: un’occasione in cui le risorse giovani e quelle senior si uniscono, senza pregiudizi o barriere di status, per scambiarsi alla pari conoscenze e capacità.
In quali ambiti? Eccone alcuni…di una lunghissima lista.
Reverse mentoring: ecco quando conviene prendere lezioni dai junior
Le giovani leve portano in azienda il vento fresco della novità che ogni leader illuminato dovrebbe assicurarsi di abbracciare a gonfie vele.
Specialmente quando il mercato in cui si lavora è contaminato da innovazione e cambiamento.
I temi più caldi su cui prendere lezioni dai junior?
Senza dubbio l’intelligenza artificiale, il mondo delle app e la comunicazione digitale in mobilità.
Lasciatevi guidare dai Millennials anche in materia di big data, di blockchain e di criptovalute, 3 elementi che da soli promettono di guidare il mondo del business nei prossimi decenni.
Non solo hard: i junior hanno molto da insegnare anche in fatto di soft skills.
Una tra le tante? La capacità di valorizzare la diversity e di capitalizzare sulla varietà umana e culturale tipica del contesto contemporaneo.
La buona abitudine del reverse mentoring
Verrà un giorno in cui i senior insegneranno ai junior a gestire un meeting o a guidare una negoziazione, mentre i junior educheranno gli adulti sulle dinamiche della rete e sul mondo dei bitcoin.
Quel giorno è oggi: non lasciatevi sfuggire le opportunità del reverse mentoring e integrate questo fenomeno all’interno dei processi aziendali.
Per non perdere il ritmo, assicuratevi di fissare dei momenti precisi dedicati all’incontro generazionale e invitate le risorse allo scambio di conoscenza.
Che siano formali – come un recurring settimanale – o casual – come un light talk durante la pausa caffè – che siano brevi – come un pranzo con i team digital – o strutturati – come un hackathon annuale – non sottovalutate l’importanza di aprirvi al nuovo ogni giorno.