Scalare i gradini di una Company ha le sue insidie: dopo aver ricevuto l’incarico di un nuovo ruolo più prestigioso, la prima sfida da affrontare non è sul mercato né tra i competitor, ma nasce e sboccia tra le quattro mura dell’azienda.
Dopo una promozione gli equilibri cambiano: chi prima era un collega, ora dovrà rispondere a voi, talvolta chi prima era un responsabile si è visto scavalcare.
Ma soprattutto, salire di un livello significa trovarsi gomito a gomito con gli ex capi, che oggi diventano pari. E rimanere impigliati nelle logiche di mentore e allievo, di junior e senior, è tanto semplice quanto dannoso.
La missione? Dimostrare di essere all’altezza della promozione, farlo in fretta e in maniera convincente, per acquisire subito standing e credibilità.
Ecco 4 consigli per riuscirci
1. Liberatevi dei pregiudizi…
…e pensate positivo: non è detto che gli ex capi, ora peers, siano pronti ad attendervi con il coltello tra i denti. Magari sono felici per voi e sinceramente convinti delle vostre abilità. Non mostratevi troppo nervosi e cercate di presentarvi in modo equilibrato e ottimistico. L’overperforming – esagerare negli orari, prendersi troppe responsabilità, accettare troppo lavoro – rischia di non trasferire un’immagine professionale di voi, ma di svelare nervosismo e smania di dimostrare.
2. Siate umili, ma consapevoli delle vostre capacità
L’atteggiamento è tutto, quando si sale di grado. La tentazione, a volte, può essere quella di approcciarsi in modo troppo sicuro e autorevole, con il rischio di apparire arroganti e poco flessibili.
Al contrario, anche entrare a testa bassa, rimanendo al servizio degli ex capi, può costituire una barriera difficile da abbattere nel tempo.
La soluzione? Essere collaborativi, aperti all’apprendimento e pronti a prendere spunto dai consigli degli altri, ma anche a mettere a fattore comune la propria competenza e la professionalità consolidata negli anni. Non mettetevi nella posizione dell’alunno, ma in quella del pari, assorbendo conoscenza e rilasciando informazioni, in uno scambio virtuoso di team.
3. Studiate la situazione
Prima di lanciarvi sul campo ed entrare nel vivo del vostro ruolo, prendetevi del tempo per riflettere e comprendere le dinamiche che davvero muovono il nuovo gruppo a cui ora appartenete.
Come uno spettatore a teatro, osservate i burattini e i burattinai, per capire chi tira i fili, chi si lascia guidare e chi, invece, è scontento e prova a boicottare lo show. Definite chi è il vero leader, chi decide, come funzionano i processi di scelta e di comunicazione.
Studiate gli equilibri e costruitevi un quadro chiaro dei tasselli del puzzle: vi servirà per non compiere passi falsi e per non fare mosse azzardate, proteggendo, soprattutto nelle delicate fasi iniziali, la vostra posizione dalle travolgenti correnti interne.
4. Costruite relazioni, meglio se davanti ad un toast
Arrivati ai piani alti avrete tremendamente bisogno di alleati. Il primo passo? Conoscere la squadra nel dettaglio, scoprendo le caratteristiche di ciascun nuovo peer ed entrandovi in connessione. Per farlo fissate degli incontri vis-à-vis con i nuovi colleghi, meglio se fuori dall’ambiente formale dell’ufficio. Invitate il collega di turno a pranzo e stabilite un contatto, prima, e un dialogo, poi. Oggetto della conversazione? Conoscere i punti rilevanti della sua strategia, comprendere il suo pensiero e acquisire tutte le informazioni utili sulla sua squadra. E discutere il modo migliore per lavorare insieme, da oggi in poi. Se si è creato feeling, osate un po’ di più: chiedete all’altro un consiglio su un libro, su un film, su un webinar che ha trovato d’ispirazione.
Ma attenzione a non porvi in modo troppo ossequioso: siete interessati al suo supporto perché lo stimate – questo è il messaggio che dovrà passare – e assolutamente non perché avete bisogno del suo consenso.