Continua il nostro viaggio nelle motivazioni che portano a frequentare un master EMBA, seguendo il filo conduttore dell’esperienza di chi ne ha appena completato uno.
La seconda e ultima parte (se l’avete persa, a questo link trovate la prima) è affidata a Deborah Peracchi, Amministratore Delegato di Fis Fiduciaria. Nel video un breve estratto della sua esperienza, ciò che più gliel’ha fatta valutare positivamente, e alcune riflessioni più generali sulla leadership.
L’MBA mi ha dato moltissima sicurezza. Mi ha aiutato a colmare delle lacune professionali che avevo, soprattutto nelle materie trasversali e relative alla gestione manageriale di un’azienda
Possiamo ancora dire che frequentare un EMBA vale il tempo e l’investimento richiesto? Ecco ulteriori spunti di riflessione a riguardo.
Con un EMBA la teoria aiuta la pratica
Non sono in pochi a parlare di “morte dei master MBA” , e di maggiore peso dell’esperienza maturata sul campo rispetto a quella nelle aule. Due cose però sfuggono a molti dei sostenitori di questo punto di vista.
- La prima è che le due esperienze sono complementari, soltanto parzialmente sovrapponibili.
- La seconda è che proprio la teoria facilita l’apprendimento e il consolidamento della pratica, così come per apprendere una lingua e padroneggiarla senza esitazioni o errori è necessario conoscerne la grammatica.
Un EMBA insegna grammatica e sintassi della business administration. Facilita l’ulteriore apprendimento nel contesto aziendale, permette di valorizzarla e applicarla nei giusti casi e con il giusto modus operandi.
Frequentare il master ha fatto sì che quello che ho imparato a lezione potessi immediatamente metterlo in pratica all’interno dell’azienda in cui lavoravo
L’EMBA è un forte indicatore di motivazione
Se la pubblicità è un investimento per promuovere la qualità della propria attività, l’investimento temporale ed economico compiuto per avere la migliore formazione possibile è uno strumento altrettanto rilevante della propria volontà di crescere professionalmente.
Denota un elevato grado di determinazione nel raggiungere gli obiettivi. La volontà di migliorare ulteriormente le proprie competenze. L’ambizione all’eccellenza, una mentalità vincente che è (o dovrebbe essere) la spina dorsale di qualsiasi realtà aziendale.
Sapendo tutto questo, a parità di competenze maturate in ambito professionale, quali pensate diventeranno i fattori capaci di far emergere un curriculum piuttosto che un altro per una posizione executive?
Costruire un solido network di relazioni
Parafrasando un vecchio adagio, la strada verso il successo professionale è lastricata…di un solido network di relazioni. Seguire un master EMBA dà la possibilità di creare importanti legami con gli altri allievi in primis, ma anche con i docenti, tutors e alumni, chi ha già completato il percorso formativo e sta proseguendo là dove un giorno ci auguriamo di arrivare noi.
Particolare attenzione, nella scelta del master executive, dovrà essere data ai legami che la business school è in grado di offrirci, anche e soprattutto con il mondo dell’imprenditoria e delle aziende.
Un ottimo allenamento per le proprie soft skills
Qualche tempo fa un lettore di #spiritoleader a commento di un post si chiedeva “come migliorare le proprie doti di leadership”? Fare buon uso delle esperienze maturate sul campo è un passaggio ineludibile. Ma non l’unico, e l’EMBA interviene proprio qui.
Come affermato in uno dei paragrafi precedenti, imparare la “grammatica” del campo nel quale ci si desidera specializzare facilita enormemente l’apprendimento. Allo stesso modo, imparare ciò che si cela dietro l’esercizio di una buona leadership, o nella corretta comunicazione di un progetto con il proprio gruppo di lavoro, è la base per saper maneggiare fondamentali leve di business management.
Il leader deve avere molto chiaro quali sono gli obiettivi che desidera raggiungere, e lavorare in modo coeso con le persone che gestisce rendendole partecipi degli obiettivi da raggiungere
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