Per una leadership efficace ci vuole credibilità: Federico Sabbioni di Ducati

federico-sabbioni

Il Career Development Office del MIP ha organizzato una company visit per gli studenti EMBA Part Time alla Ducati, nella sede di Borgo Panigale (Bo). Gli allievi non solo hanno avuto l’occasione di visitare la produzione e il Museo Ducati, ma anche di confrontarsi sui processi di project management e innovation con Federico Sabbioni, Head of Vehicle Project Management, in Ducati da settembre 2002. Valentina Goglio, Head of admissions Executive Masters, lo ha intervistato per #Spiritoleader dopo il suo intervento.

Che cosa consente di poter lavorare nella stessa azienda per 15 anni?

Una serie di elementi: il primo è la passione per il mondo dei motori e in particolare per il prodotto moto, il background tecnico che ha sempre stimolato il mio interesse sin da giovane, facendomi avvicinare allo studio delle materie tecniche e all’ingegneria. Un altro elemento è certamente  l’opportunità che ho avuto di iniziare il mio percorso lavorativo in quest’azienda, partendo dal ruolo di Project Engineering Junior fino a diventare capo della gestione dei progetti di sviluppo di alcuni veicoli della gamma Ducati: ho cominciato la mia carriera in quello che credo essere ancora oggi il ruolo più bello, completo, dinamico e meno uguale a se stesso giorno dopo giorno nella nostra organizzazione.

Di cosa sei più soddisfatto all’interno del tuo percorso professionale?

Nella presentazione di oggi ho inserito qualche foto istituzionale non per ostentare i risultati, ma solo con l’intento di far capire che il mio ruolo è bello e singolare anche perché offre quelle opportunità e quei momenti che anche qui dentro pochi hanno la possibilità di vivere. Ad esempio, essere andato all’università di Vienna a ritirare il prestigioso premio “Professor Ferdinand Porsche” per l’innovazione tecnologica della Multistrada 1200 S D|air, assegnato per la prima volta ad un’azienda produttrice di moto. Io l’ho ritirato, davanti oltre al nostro AD, a Mathias Müller che oggi è l’AD del gruppo Volkswagen e ai discendenti della famiglia Porsche. Questo non significa che l’airbag per il Multistrada l’abbia fatto io, ovviamente l’ha sviluppato un gruppo di persone che io ho coordinato e di cui ha fatto parte anche Fabio Codecà, vostro allievo EMBA, che ha seguito una parte molto rilevante del progetto.

Durante il tuo intervento hai parlato di leadership come costruzione di credibilità.

Secondo me gli elementi principali per costruire una leadership che sia efficace sono due. Il primo è acquisire credibilità con quello che fai, attraverso i risultati raggiunti che sono sempre  frutto di una lenta e metodica costruzione. La leadership non è una questione di job title.

L’altro elemento è quello che chiamo visione di gioco o capacità di regia, ovvero saper identificare tempestivamente e andare a coprire le aree del campo, per fare una metafora calcistica, che sono state lasciate scoperte, cercando di farlo in maniera cosciente e mirata quando capisci che stai correndo il rischio che gli avversari ti facciano gol.

Quali sono le specificità del tuo ruolo in una situazione aziendale che è cambiata con l’acquisizione del gruppo, in un settore con un brand premium e un prodotto di entertainment?

È una questione di visione e sensibilità, bisogna essere un po’ visionari nel capire se una certa tecnologia o una certa caratteristica di prodotto è qualcosa che da qui a 4 o 5 anni potrà o dovrà necessariamente essere presente su una moto del nostro brand, con il nostro prezzo, come nice to have, o must assoluto.
Ad esempio per me è importante concentrarsi sulla sicurezza. Facciamo prodotti che sono emozionanti però le persone che li utilizzano si pongono giustamente il problema della sicurezza. Inoltre stiamo registrando un progressivo invecchiamento del profilo del nostro cliente. Questi  aspetti ci fanno riflettere sulla concretezza del rischio che si smonti un po’ l’entusiasmo per le sensazioni di guida che solo un veicolo a due ruote può dare. Quindi, ad esempio, un ABS cornering rappresenta l’introduzione di un’innovazione che aumenta in modo sostanziale la sicurezza di guida, contribuendo a prevenire la caduta nelle condizioni in cui è più tipica (una frenata in curva), ed è una cosa fortissima.

Poi ci sono le innovazioni di entertainment. Quest’anno abbiamo dotato i nostri prodotti di una connessione Bluetooth  per connettere lo smartphone alla Multistrada attraverso una app che Ducati ha sviluppato, e che permette l’interazione con la moto, estendendo e arricchendo l’esperienza di fruizione del nostro prodotto da parte del motociclista.

La nostra tecnologia vuole integrare innovazione a valore, ovvero qualcosa che renda il nostro prodotto più sicuro o più performante o più fruibile o anche la combinazione di tutte queste cose insieme.

Cosa è cambiato con l’essere parte di un gruppo?

Per quanto riguarda tutte le case, il mondo moto in genere recepisce con 5 o 10 anni di ritardo le tecnologie del mondo auto. Ad esempio un brand come BMW, essendo attivo in entrambi i business, può godere di un trasferimento tecnologico molto forte. Nel nostro caso, da quando siamo parte del Gruppo Audi, abbiamo questa stessa opportunità e stiamo cercando di sfruttarla sempre di più con uno scambio di know-how ed esperienze che pone complessità tecniche in alcuni casi anche grandi, e che cerchiamo di gestire con un grande sforzo di sviluppo e di tempo davvero importante.

 

Un commento

  1. Grazie per aver pubblicato questa intervista, molto interessante. Anche io condivido il concetto di leadership come creazione di credibilità attraverso la passione, l’entusiasmo, l’esempio.

    Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *