Parlare in pubblico: 7 consigli per farlo da leader

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Dopo mesi passati nelle retroguardie, ecco davanti a voi la palla da calciare in rete: la presentazione della vita, da fare, con successo, davanti ad un’ampia platea.

Saper parlare in pubblico è una delle doti richieste ad un vero leader: non solo frutto di un’attitudine personale, la propensione al public speaking e la capacità di intrattenere l’audience con la giusta dose di carisma, ritmo e contenuti si può affinare nel tempo.

Parola di Simon Sinek, uno dei public speakers più popolari che conta, tra le referenze, numerose partecipazioni come relatore di spicco al TED e oltre 22 milioni di views su youtube, affermandosi come uno dei maggiori influencers tra gli speaker ispirazionali dell’intero pianeta.

Un professionista persuasivo, spigliato di natura, geneticamente portato a ipnotizzare le masse con doti innate di dialettica? Non si direbbe, ascoltando i racconti dello stesso Sinek, che si definisce, nella vita privata, timido ed introverso.

Quali sono i segreti, dunque, per diventare un public speaker d’eccellenza? Scopriamoli, con i 7 preziosi consigli di Sinek.

1. Chi ben comincia…

L’inizio di un discorso in pubblico può decretare, sin dalle prime battute, il successo complessivo dell’intero intervento. La regola di Sinek? Non lanciatevi subito nel discorso, mostrando fretta e tensione, ma dopo essere saliti sul palco prendetevi una pausa per mettere a fuoco le idee e trovare la giusta concentrazione.

2. Niente fretta

Complice la tensione e la paura di annoiare il pubblico, anche i migliori relatori possono cadere nel tranello di parlare troppo velocemente, con il solo risultato che l’audience, al posto che apprezzare la velocità, si sentirà poco coinvolta e perderà attenzione. Secondo Sinek tendiamo a sottovalutare la pazienza degli spettatori che, al contrario, reagiscono con più coinvolgimento e pathos di fronte ad uno speaker calmo e rilassato, in grado di far loro assaporare ogni parola.

3. L’adrenalina è un’ottima alleata

Cosa distingue l’agitazione dall’eccitazione? Secondo Sinek il punto di vista da cui si guardano le emozioni. I sintomi sono gli stessi, ma sentirsi agitato provoca immediatamente reazioni di panico e confusione, mentre “diagnosticare” la propria eccitazione è un trampolino di energia per vivere al meglio l’opportunità di parlare davanti ad un grande pubblico.

4. Siate generosi

La vostra missione, sul palco, deve essere quella di trasferire al pubblico quanto più contenuto, emozione e ispirazione possibile, per far sì che, uscito dalla sala, abbia la sensazione di aver vissuto un’esperienza davvero valorizzante. Lo spirito commerciale di chi sfrutta lo stage come una vetrina per mettere in vendita sé stesso, è una delle insidie più pericolose, facile da smascherare, in grado di provocare distacco e sfiducia da parte dell’audience.

5. Create contatto visivo

Quando si tratta di coinvolgere nel profondo le persone, non c’è migliore tecnica che stabilire con loro un contatto visivo one-to-one. Niente vaghe occhiate alla platea: dividete il vostro discorso in frasi compiute e pronunciatele, singolarmente, fissando una alla volta le persone di fronte a voi. Il risultato finale percepito dal pubblico? La piacevole sensazione di aver avuto con il relatore una conversazione quasi personale, piuttosto che di aver assistito ad un intervento di massa.

6. Rivolgetevi ai vostri supporters

Come in ogni situazione della quotidianità, ci sarà sempre qualcuno a cui non piacerete. L’unica differenza è che essere su un grande palco e notare, tra il pubblico, facce imbronciate, annoiate o contraddittorie, può creare agitazione e panico. Niente paura: ignorateli e concentratevi sui vostri supporters e parlate a loro. In pochi attimi ritroverete fiducia in voi e potrete ripartire con maggiore slancio.

7. Ringraziate l’audience

Non date per scontato niente di ciò che accade prima, durante e dopo il vostro intervento sul palco: il pubblico che ha deciso di venirvi ad ascoltare, il tempo che vi ha dedicato – sottraendolo ad altre attività – gli applausi finali. Niente è dovuto. Ringraziate sempre, con semplicità e sincerità.

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