#11 Paolo Mazza, BlueIt

Paolo Mazza è co-fondatore di BlueIt, società di servizi specializzata nella gestione
di infrastrutture tecnologiche IT, ed è anche lo #spiritoleader di questa settimana. La sua società, da 5 anni sul mercato, fattura più di 14 milioni di euro e impiega oltre 150 persone nelle diverse sedi.

Soprattutto, il business plan di BlueIt è nato proprio tra i banchi del master EMBA MIP frequentato da Mazza nel 2009. Quello che era un semplice progetto didattico si è trasformato in una concreta realtà imprenditoriale, dimostrando sia la bontà dell’idea, sia la capacità di trasformare le nozioni e il valore del master in un business tuttora in crescita.

Proprio del passaggio da MBA a impresa ci occuperemo in questo approfondimento, cercando di individuare il trend, comprenderne la portata, i limiti e le opportunità.

Quando l’impresa nasce da un MBA

Come anticipato, il racconto di Paolo Mazza è caso emblematico di una tendenza che sta prendendo sempre più piede oltreoceano: le imprese nate in seno a un master.

Ne parla John Byrne su Fortune, notando come sempre più spesso il sogno di “qualcosa di proprio” stia allontanando gli allievi dai più classici ruoli nel management di altre imprese già avviate, e spingendo sempre più le business school a integrare nei loro programmi e nel loro corpo docenti materie e figure imprenditoriali attinenti.

Con bei casi di successo, come quello di Wildfire, nata dalla mente di due alumni MBA, uno di Stanford e uno di Harvard, acquisita 2 anni fa da Google per la bella cifra di 350 milioni di dollari, più 100 in bonus. Tra i settori più floridi c’è proprio quello legato a Internet ed eCommerce.

Che cosa dà un master MBA a un imprenditore?

Sarebbe semplice e semplicistico rispondere “conoscenze specialistiche”. È vero, un master MBA è il luogo ideale dove apprendere l’alfabeto della gestione d’impresa, della raccolta dei finanziamenti, dei business plan.

Andando però oltre la sola conoscenza da libri e dispense, è possibile individuare altri benefici dalla frequenza. Tra quelli elencati su LinkedIn dal CEO di Trulia, Pete Flint, due sono quelli che hanno maggiore peso:

  1. la modalità “sandbox”, nella quale il fallimento è soltanto virtuale. Leggasi simulazioni in aula, o la possibilità di presentare delle idee imprenditoriali come “class projects”, così come fatto dal nostro #spiritoleader. Senza metterle immediatamente in pista, potendole perfezionare e correggere laddove lacunose o errate. Senza dover investire un soldo, se non della retta di iscrizione.
  2. il network di relazioni, che vanno dal compagno di corso col quale avviare l’idea, al mentore che guida alla corretta via, fino alle porte aperte verso il mondo dell’impresa, dei finanziamenti, degli angel investors.

Un imprenditore ha bisogno di un MBA per avere successo?

Non necessariamente. La storia imprenditoriale contemporanea è permeata di grandi donne e uomini che, senza MBA (e a volte perfino senza college), hanno messo su imperi del calibro di Apple, Microsoft, Facebook, News Corp.

Il perché è ben spiegato da Stephen Greer, a sua volta imprenditore di successo, in un articolo di qualche tempo fa sull’Harvard Business Review blog. Un imprenditore deve avere delle qualità umane e una attitude che non possono essere insegnate in nessun master. È una questione di cuore, non di cervello.

Eppure, a chi ha queste caratteristiche innate, un MBA può offrire moltissimo. In termini di preparazione per porre solide fondamenta, per evitare i più comuni errori nello start-upping di un’impresa, per farla crescere e prosperare.

In conclusione

Un MBA non garantisce il successo di un’attività imprenditoriale. Ma la aiuta, e tanto. Offre le conoscenze necessarie ad avviare e gestire il proprio sogno, facilita la creazione di network interpersonali con potenziali soci, investitori, mentori.

Ed è un ottimo luogo dove verificare, dati alla mano, se l’idea può trasformarsi in qualcosa di concreto e tangibile. Per chi ha già in essere una propria azienda, il master può colmare le lacune e diventare un investimento nell’investimento.

La formula flessibile offerta dai MOOC è ideale in questo senso, coniugando i tempi stretti di chi fa business con la preparazione d’eccellenza offerta da un master executive.

Un master MBA, insomma, non insegna il coraggio all’imprenditore, ma lo valorizza.

Quali pensi siano i vantaggi e i limiti di un master executive per un imprenditore?

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