Non tutte le critiche vengono per nuocere. Parola di Roberto Verganti

Quando usata scientemente, la critica può trasformarsi in strumento decisivo nell’interpretazione della realtà da un differente punto di vista, aprendo nuove vie all’innovazione e al successo.

Per molti anni si è pensato che la cosa più difficile, nel fare innovazione, fosse avere un’idea nuova. Di fatto, il simbolo più diffuso dell’innovazione è stato la lampadina. Le organizzazioni hanno così messo in campo iniziative per produrre più idee: brainstorming, workshop creativi, call di idee attraverso siti web. Con risultati spesso deludenti. Perché?

Una ricerca italiana, pubblicata sulla prestigiosa Harvard Business Review, mostra che avere idee è ovviamente importante, ma non è il fattore centrale per l’innovazione. Ciò che fa la differenza sono le capacità critiche.
La ricerca, condotta da Roberto Verganti, docente di Leadership and Innovation al MIP Politecnico di Milano, e che ha coinvolto diverse imprese (da Nest, lo start-up recentemente acquisito da Google per 3,2 miliardi di dollari, a Microsoft, fino alla nostra Alfa Romeo) mostra come le critiche, a torto ritenute dannose, sono invece la vera anima dell’innovazione, se condotte “ad arte”.

Verganti spiega che “Oggi le aziende non soffrono di carenze di idee e opportunità. Tutt’altro. Sono sommerse di idee. Grazie anche al web, viviamo in un mondo straripante di opportunità, in cui la cosa più difficile è capire in che direzione andare, avere una visione”.
E qui entrano in campo le capacità critiche. “Trovare una nuova direzione in un mare di opportunità non dipende dal saper produrre un’idea in più, che crea solo ulteriore confusione. Oggi l’idea giusta è probabilmente già di fronte ai nostri occhi, ma non sappiamo vederla. Per saper “vedere” in modo nuovo dobbiamo sottoporci a un processo critico: mettere in discussione le lenti con cui abbiamo osservato la realtà in passato, sfidare i nostri miti, aprirci alle critiche da parte di chi ha prospettive diverse. Solo così riusciamo a produrre, invece che tante idee poco utili, una sola visione di valore”.
Un libro che tratta più in profondità l’arte della critica sarà pubblicato nel 2016 da MIT Press.

Leggi l’articolo The Innovative Power of Criticism scritto da Roberto Verganti e pubblicato su HBR.

(2) commenti

  1. Condivido pienamente i risultati della ricerca del prof. Verganti, Ma quante sono le aziende italiane che hanno attivato un vero “processo critico” ? Secondo me solo pochissime PMI hanno attivato un processo critico che consente di generare nuove idee e innovazione. Mentre nelle grandi imprese, per la predisposizione delle condizioni necessarie per la generazione delle idee, credo che sia necessario, oltre ad un processo critico strutturato, anche la presenza diffusa a tutti i livelli di “cultura” aziendale.

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