È sensato tuffarsi dalle aule di un MBA nel mare dello startupping? È agevole riemergere con successo, senza annegare alle prime bracciate?
La metafora natatoria non è affatto casuale, e se avete visualizzato il video introduttivo l’avrete intuito. Vi presentiamo lo #spiritoleader Andrea Rinaldo, alumnus dell’EMBA MIP, e oggi CEO Xmetrics.
La genesi dell’idea è, come per le migliori invenzioni, legata a un’esigenza pratica. Tempo fa Andrea, già nuotatore professionista prima e allenatore a bordo vasca poi, si rese conto dell’assenza sul mercato di uno strumento in grado di misurare le performance dei nuotatori, tanto diffusi invece tra runners e i ciclisti.
Sviluppato come semplice project work tra i banchi del MIP, il “mini computer per nuotatori” è passato rapidamente dalle slide alla produzione in serie.
Innovits ha offerto consulenza e assistenza, ad Andrea si sono uniti Francesco Quartuccio, Stefano Perego, Davide Macagnano ed Emanuele Vazzoler, ed ecco il prodotto finito, pronto da essere testato in vasca da un testimonial d’eccezione: il campione Massimiliano Rosolino.
Di Xmetrics si parla tanto, dentro e fuori le piscine. Perché è stato finanziato anche attraverso la piattaforma di crowdfunding Indiegogo (oltre 23.000 dollari raccolti), perché è davvero un gioiellino tecnologico, e perché nasce in seno a un EMBA, in un periodo nel quale spesso si suggerisce agli startuppers di non sprecare tempo e risorse in un master, ritenuto inutile quando addirittura non dannoso per la creatività.
Ma è davvero così?
MBA fa rima con startup, sempre più spesso
Del legame tra impresa ed MBA avevamo parlato altre volte su #spiritoleader, anche grazie al supporto dei nostri testimonial. Il rapporto, oggi più che mai, appare fertile.
La Wharton School di Filadelfia, ad esempio, ha indagato tra i propri alunni, scoprendo che il 7% dei diplomanti nel 2013 ha preferito alla “comoda” carriera aziendale il mettersi in proprio, ben 5 volte in più che nel 2007.
Estendendo il range temporale agli anni ’90, poi, la forbice si allarga: ben 25% di imprenditori e startupper. La logica della scelta è semplice: si fa qualche anno di gavetta in realtà affermate, si affinano le competenze già acquisite durante il master e poi si mettono in pratica nella propria azienda. Propria, in senso quanto mai letterale!
L’interesse crescente per questa tipologia di studi è confermato anche dai dati della prestigiosa Stanford, che dal 2012 al 2013 ha visto un incremento (da 13% a 18%) di studenti poi diventati imprenditori. Nel 2014 nessun ulteriore incremento, ma una radicale differenza nei settori coinvolti. Se nel 2013 a essere preferiti erano finanza, Internet e media, nel 2014 sono emerse di prepotenza energia e sanità. I business del futuro?
I perché dell’accoppiata MBA – startup: più felici e più liberi
Sul connubio startup – MBA si è speso anche il Graduate Management Admission Council (GMAC), intervistando oltre 21.000 alumni dei corsi dal 1953 a oggi. Uno su dieci è (o è stato) imprenditore, e anche in questo caso viene riscontrato un “tempo di latenza” tra MBA e business in proprio di circa 3 anni.
Perché? La risposta, ancora una volta, la dà l’articolo di Business Insider:
Anche se lavorano tanto quanto un dirigente bancario, gli imprenditori hanno controllo sul loro destino. […] Nonostante un MBA non sia requisito fondamentale per creare un business di successo, conseguirlo offre numerosi vantaggi, tra i quali un network di contatti costruito quasi in automatico. […] Inoltre, l’MBA può diventare un ottimo “piano B” qualora la propria idea imprenditoriale dovesse fallire. Sapendo di poter ottenere più facilmente un lavoro alle dipendenze con un master in tasca, i neo-imprenditori possono assumere maggiori rischi senza che il fallimento si trasformi in una macchia nel curriculum. Al contrario, invece, delle cattive performance manageriali.
Vantaggi dei quali, anche in questo caso, abbiamo avuto dirette testimonianze dagli alumni dei corsi EMBA MIP.
Imprenditore è bello, anche economicamente
Non è infine trascurabile l’aspetto economico. Qualche mese fa il Financial Times condusse un’indagine su un campione di 7800 diplomati in varie business school, chiedendo loro quanto guadagnassero.
A 3 anni dal diploma, gli imprenditori tendono a guadagnare di più: 134.000 dollari contro i 132.000 dei loro colleghi divenuti dirigenti.
Un altro fattore interessante, soprattutto per coloro che sostengono l’”inutilità” di un master per imprenditori e startupper, è che conseguire l’MBA aumenta sensibilmente le possibilità di sopravvivenza e successo della propria idea imprenditoriale.
Raramente, infatti, questa riesce a sopravvivere oltre il terzo anno di attività, anche in contesti come quello statunitense che offre alle startup fiscalità di vantaggio e agevolazioni di varia natura. In Spagna, addirittura, dopo 5 anni le imprese avviate da diplomati MBA sono, nell’80% dei casi, ancora attive.
In conclusione
Se è vero che un MBA non è essenziale per creare dal nulla imprese multimilionarie, è altrettanto vero che un MBA facilita chi vuole provare a emulare le gesta dei vari Steve Jobs, Ted Turner o Bill Gates, garantendo una formazione d’eccellenza e un solido network di relazioni.
O, come nel caso di Andrea Rinaldo, il trampolino di lancio per sviluppare e portare al successo un’ottima idea imprenditoriale.
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