Manager: è meglio essere temuti o amati?

Il boss: austero, formale, rigido e temutissimo.

Il leader: empatico, amichevole, trasparente e coinvolgente.

Quale modello di leadership è più efficace?

Una domanda che si sono posti Joseph Folkman e Jack Zenger, due ricercatori che hanno esaminato le storie e le performance di quasi 52 mila leader in tutto il mondo, per valutare come l’affabilità caratteriale influenzi il successo di un manager.

I risultati dell’indagine, pubblicati anche da Business Insider, sono stati sorprendenti e hanno dimostrato ancora una volta come un atteggiamento gradevole sia una skill sempre più strategica per un manager: confrontando efficacia gestionale e personalità amichevole, infatti, solo 1 leader su 2000 è stato definito sgradevole, ma di successo.

 

L’empatia genera fiducia: ecco la chiave di un vero leader

Un leader efficace sa che l’empatia è la prima soft skill da allenare e sfoderare per conquistare il rispetto di un team.

Mostrarsi amichevoli, trasparenti e saper stimolare un clima lavorativo piacevole e informale sono assi nella manica impareggiabili per far sentire i dipendenti pienamente compresi, sempre a proprio agio, felici di impegnarsi per una causa comune e disponibili a dare il massimo delle loro potenzialità.

Non solo: i team che hanno il vantaggio di avere come guida un leader illuminato mostrano molto più attaccamento al gruppo e all’azienda e ne sposano i valori, preferendo rimanere in società piuttosto che cercare altre opportunità di lavoro altrove. Del resto, come ben sappiamo, le risorse fuggono dai capi e non dalle Company.

Alte performance e basso livello di turnover: ecco due obiettivi cruciali già centrati da un leader aperto e affabile, in grado di essere gentile e sempre rispettoso nei confronti delle proprie risorse.

Terzo aspetto da considerare a vantaggio di una leadership piacevole, è quello di saper guidare efficacemente il team durante i momenti di cambiamento.

Mentre un boss di stampo autorevole crede nell’obbedienza e tende ad imporre le attività da svolgere, forzando le risorse verso nuovi obiettivi, il leader riesce a motivare una squadra e a guidarla, con grinta e commitment, fuori dalla comfort zone e verso nuovi traguardi.

 

Gentilezza sì, ma sempre con professionalità: l’importanza della credibilità per un leader di successo

Attenzione, però, a non farvi confondere dall’eccessiva gentilezza come unico principio guida: condizione indispensabile affinché un leader raggiunga il successo è la sua preparazione, che deve essere tangibile e percepita dai suoi dipendenti. Solo di fronte ad un leader capace e professionista nel suo lavoro, le risorse si sentono al sicuro, protette e desiderose di imparare.

Insomma: la gentilezza è nulla senza competenza. Insieme, invece, le due variabili sono esplosive.

Come ottenere l’eccellenza? Puntate tutto sul carisma: è questa la dote che concentra personalità piacevole e credibilità, facendovi diventare apprezzati, ma allo stesso tempo estremamente rispettati.

(4) commenti

  1. Io rimango del parere che lo skill di un capo debba necessariamente mutare in funzione della squadra. Non è detto che il “boss” non possa essere leader, quando la squadra richiede un determinato atteggiamento.

    Rispondi
  2. Una persona non deve fingere di essere diverso da quello che è. Purtroppo al giorno d’oggi tutti credono di essere migliori di quello che sono e non si fanno un esame di coscienza. Onestà, lealtà, senso critico verso se stessi e gli altri. Essere migliori esseri umani, poi si farebbe meglio management. Lavorare con passione ma godersi anche la vita per essere migliori.

    Rispondi
  3. L’autorità senza autorevolezza é sicuramente perdente; un leader autorevole viene perdonato se tendenzialmente autoritario proprio perché non é un “boss”; ma attenzione, non si può pretendere di piacere a tutti… un leader molto amato e tendenzialmente autoritario rischia sempre d’essere anche molto odiato?

    Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *