Leadership femminile: per uno studio KPMG è forte l’aspirazione, ma ancora scarsa la consapevolezza

Su Spiritoleader hanno spesso trovato spazio le tematiche legate alla leadership femminile, attraverso interviste alle protagoniste, analisi dei nuovi paradigmi e di recente inquadrando i possibili vantaggi in termini economici di maggiori quote rosa.

Aggiungiamo un tassello con questo recente studio KPMG sul tema, dal quale emerge come la maggior parte delle donne aspiri a raggiungere posizioni di leadership nella propria azienda, ma allo stesso tempo abbia notevoli difficoltà nel percepirsi come leader.

Il campione esaminato è di 3000 donne americane tra i 18 e i 64 anni, di cui oltre l’80% già inserite nel mondo del lavoro. I dati ricavati sono emblematici.

Se infatti è vero che sei donne su dieci aspirano a diventare leader di una società od organizzazione, la stessa percentuale del 60% ha difficoltà a percepirsi come leader, e il 56% afferma di essere stata molto più cauta, proprio in quanto donna, nell’affrontare un percorso di crescita verso la leadership.

Interessante anche constatare che alla domanda “quali sono le skills che ritieni necessarie per far sì che vi siano più donne in posizioni di leadership nel futuro?” le più citate siano state nell’ordine la formazione alla leadership, la costruzione di fiducia, il decision making, il networking e il pensiero critico.

La fiducia è tra le principali criticità per le professioniste americane che ambiscono alla leadership. Il 69% delle intervistate ha dichiarato la necessità di ottenere supporto in questo senso per rafforzare le qualità di leader. Una fiducia che si ripercuote anche sulla richiesta di mentoring, di una promozione o di un aumento.

Gli esempi di successo, i role models, hanno un potenziale impatto molto positivo. Due terzi delle intervistate afferma di aver imparato le più importanti lezioni professionali da altre donne. Vi è inoltre la convinzione, nell’82% dei casi, che la collaborazione e il networking al femminile abbia un impatto positivo sulla propria carriera.

Ciò però non si traduce in un effettivo aiuto reciproco, se è vero che solo un terzo delle donne lavoratrici applica questa filosofia.

Che cosa ne pensate? Ritenete che i dati trovino riscontro anche nel contesto italiano? In che modo la leadership femminile potrebbe emergere di più e meglio?

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