“Leadership is unlocking people’s potential to become better”, ha detto un giorno Bill Bradley, politico e sportivo americano.
Un’affermazione sempre attuale e calzante, specialmente osservando il mondo del business contemporaneo.
Una recente ricerca condotta da Tomas Chamorro Premuzic, professore di business psychology allo University College London, infatti, ha esaminato il grado di soddisfazione dei dipendenti e di profittabilità delle imprese, in relazione al rapporto tra leader e team.
Ciò che ne è risultato è altamente preoccupante.
L’82% dei dipendenti su scala globale – quasi la totalità del campione… – ha affermato di non fidarsi del proprio capo, mentre circa il 50% ha dichiarato di aver lasciato il lavoro proprio per colpa del boss. I boss, dal canto loro, hanno dimostrato di avere un atteggiamento distruttivo mediamente nel 45% dei casi, portando le proprie risorse al collasso.
Non stupisce, quindi che circa il 70% dei dipendenti americani si siano dichiarati poco interessati e per nulla coinvolti nel lavoro quotidiano, affermando di svolgere solo lo stretto necessario richiesto. Questo atteggiamento passivo e non proattivo influenza negativamente il bilancio delle imprese: ogni anno i dipendenti poco motivati costano alle aziende americane più di 500 miliardi di dollari in perdita di produttività.
Un dato che dovrebbe avere come diretta conseguenza un profondo ripensamento di come i leader vengano selezionati dai professionisti che si occupano di risorse umane. Eppure, di fronte alle evidenze schiaccianti, questi ultimi si trincerano dietro l’impossibilità di prevedere chi sarà in grado di dimostrarsi un buon leader sul campo e come una risorsa crescerà nel futuro.
La scienza, invece, afferma proprio il contrario.
Secondo la psicologia, infatti, è possibile prevedere chi è destinato a diventare un grande leader indipendentemente dal contesto che lo circonda e solo affidandosi a seri parametri analitici.
Come? Scopriamolo insieme.
1. Sei destinato a diventare un leader? Lo dice la tua personalità.
La psicologia cognitiva afferma che per capire se un professionista è destinato a diventare un leader è importante guardare a fondo attraverso i tratti della sua personalità. Una persona ambiziosa, curiosa, desiderosa e capace di emergere tra la folla, è sicuramente più predisposta ad assumere il controllo di un team. Nel valutare le potenzialità di un candidato, inoltre, non bisogna trascurare la sua attitudine verso le relazioni sociali: una persona capace di influenzare chi ha intorno e di rapportarsi positivamente e virtuosamente con il team ha ottime speranze di diventare una guida stimata per le persone che dovranno affidarsi a lui. Anche il suo quoziente di intelligenza può essere un valido strumento per comprendere se, il candidato ad una posizione di spicco, merita veramente il ruolo. Da non dimenticare, inoltre, la sua formazione: un professionista che ha dedicato le sue energie nel raggiungere un profilo manageriale completo dimostra cura, attenzione e serietà.
2. Che leader sarai? Si può scoprire in anticipo!
Non esiste un unico modo di essere un leader: ogni stile ha le sue sfumature.
La cosa interessante è che, secondo la psicologia, lo stile di un leader si può ampiamente prevedere dai suoi tratti caratteriali.
Le persone naturalmente curiose, ad esempio, dimostrano alti livelli di empatia. Questa sfumatura caratteriale favorisce la creazione di rapporti personali intensi e profondi, in grado di motivare sinceramente il team e di stabilire un clima altamente coinvolgente.
Un leader ambizioso e rigoroso, invece, probabilmente adotterà uno stile manageriale più improntato all’innovazione, spingendo il suo team a battere la concorrenza attraverso la crescita rapida.
Non solo la personalità, anche il genere influisce sullo stile di leadership: gli uomini sono decisamente più portati verso uno stile “transactional” e conservativo, orientato al controllo, all’organizzazione, mentre lo donne si dimostrano leader “transformational”, e quindi tese all’innovazione e al cambiamento.
3. Le qualità da cercare in un leader? Capacità organizzativa e intelligenza emotiva ai primi posti.
Quali sono le caratteristiche che un leader deve assolutamente dimostrare di possedere? Sicuramente la sua capacità di gestire il lavoro del team e di organizzarlo al meglio, in modo da massimizzare efficacia e produttività. Impostare il lavoro nel modo corretto, seguire gli sviluppi e dare feedback costanti, sono sinonimi di organizzazione e controllo: due qualità fondamentali per chi deve guidare una squadra dritta al successo. Anche l’intelligenza emotiva, ovvero la capacità di stabilire connessioni empatiche con le persone – intese non solo come dipendenti – aiuta a creare un clima disteso e virtuoso che alleggerisce il peso delle attività quotidiane. Integrità morale ed eticità completano il quadro delle virtù di un buon leader, almeno secondo la scienza.
4. Leader si nasce o si diventa?
La domanda finale, quindi, nasce spontanea: leader si nasce o si diventa? La risposta, in questo caso, sta nel mezzo. Se è vero che esistono persone predestinate ad assumere posizioni di controllo – la scienza dice che circa il 30% del futuro di un leader è scritto nel suo patrimonio genetico – la leadership si può anche imparare sul campo con la giusta formazione ed un coaching dedicato: impegnarsi nel migliorare le proprie skills, affidandosi allo studio ed ai professionisti giusti può far impennare le competenze di leadership fino al 30%.
Daniel
Io spendo gran parte del mio tempo a studiare libri di Management pur non ricoprendo un ruolo particolarmente di controllo ma continuo a farlo spinto dalla curiosità, dall’ambizione e dalla speranza di trovare domani un ruolo dove possa mettere a frutto le nozioni apprese e soddisfare la mia fame di crescita!
Detto questo non sò se diventerò mai un vero e capace Leader ma di certo mi sento molto più emotivamente portato di altri che non dimostrano in nessun modo voglia di mettersi in gioco e di emergere. Paradossalmente conosco persone che vorrebbero regredire nel proprio ruolo proprio per confondersi nella folla!
Roberto
Una risposta sola non basterebbe. Consiglio quindi il libro “Essere Leader” di D. Goleman