Leader di successo si diventa. Come?

8 carattesristiche delle persone di successo

Alchimia, pura coincidenza di eventi o predisposizione naturale: attorno al concetto di successo si è spesso discusso, arrivando alla conclusione che un vero cavallo di razza si possa riconoscere fin dall’inizio e sia destinato inevitabilmente alla vittoria.

Eppure, nel corso degli anni, c’è chi ha saputo ribaltare questa teoria, lasciando aperto un ampio spiraglio di possibilità per chi non è proprio nato con l’impronta del successo incisa nel DNA: è Richard St. John, un leader che non ha di certo bisogno di presentazioni, noto non solo per la sua brillante carriera ma anche per aver rivoluzionato il mondo della psicologia del business.

Secondo Richard St. John, infatti, il successo non è solo frutto di predisposizione innata, ma può essere ottenuto seguendo in maniera mirata precisi comportamenti.

Quali?

Niente lunghe liste o formule intricate: per raggiungere la vetta del successo, stando alle parole di Richard St. John, è sufficiente seguire 8 principi fondamentali – frutto di una lunga analisi condotta su un campione di 500 grandi leader del nostro tempo.

Passione, duro lavoro, doti affinate grazie alla pratica, elevata concentrazione, spirito di sacrificio, capacità di mettersi al servizio degli altri, idee brillanti e tanta tenacia sono gli 8 driver per tagliare il traguardo da vincitori.

Questi semplici, quanto complessi, ingredienti segreti svelati da Richard sono approfonditi all’interno del suo best seller The 8 Traits Successful People Have in Common: 8 To Be Great. Un testo must have sia per tutti i professionisti che aspirano alla leadership, che per chi qualche vetta l’ha già scalata: Bill Gates, Jeff Skoll e il regista James Cameron sono solo alcuni dei nomi prestigiosi che hanno rilasciato dichiarazioni entusiaste sulla pubblicazione di Richard St. John.

Il successo, quindi, si può ottenere “a tavolino”, lavorando duramente su sé stessi, agendo sul proprio mindset e ripensando i comportamenti di ogni giorno?

La risposta è sì, anche secondo Sean McPheat, fondatore di MTD Training – una società leader nella formazione di futuri manager – che sull’onda di Richard St. John ha, a sua volta, scardinato la teoria del “leader si nasce, non si diventa!”, snocciolando, una a una, le caratteristiche del leader di successo.

Curiosi?

Scopriamole insieme!

1.    Trasmettere positività

Siete consapevoli che il clima all’interno del vostro team dipende in larga parte dal vostro atteggiamento? Uno standing serio e rigoroso, la porta sempre chiusa, un’attitudine accigliata e il classico passo da boss sicuramente vi daranno un tono rispettabile, ma difficilmente motiveranno il team e vi faranno percepire come leader. Per essere eletto capitano di una squadra vincente siate voi stessi il motore dell’ottimismo, condividendo la vostra visione e trasmettendo in maniera concreta la vostra passione.

2.    Essere inspiring

Per essere riconosciuti non solo come manager, ma anche come leader, è importantissimo riuscire a ispirare le persone e convincerle all’azione. Mentre un manager è al comando ed impartisce ordini e direttive, un leader non per forza deve essere assertivo per far muovere gli ingranaggi del proprio team. L’importante è avere – e condividere – una visione chiara e realistica e settare obiettivi specifici e misurabili.

3.       Essere aggiornati

Siete diventati manager? Avete appena ottenuto la poltrona del potere? Non penserete mica di sedervici comodamente, vero? La corsa non finisce mai, così come il bisogno di imparare sempre cose nuove e di rimanere sul pezzo. Proseguire nell’apprendimento non è solo un bene per voi e per le vostre competenze, ma anche uno stimolo per il vostro team che per spirito di emulazione continuerà ad aggiornarsi. Dare il buon esempio paga!

4.       Essere presenti e trasmettere fiducia

Per guadagnarsi sul campo la palma di leader è necessario giocare al fianco del proprio team, essere presenti quando è necessario e trasmettere loro tutta la fiducia per dare il massimo, anche nei momenti di maggiore difficoltà. Siate sinceramente disponibili, ed il vostro gruppo di lavoro sarà in grado di performare anche al di sopra delle attese. Sapere di poter contare sulla fiducia di un capo, infatti, spinge i dipendenti ad andare oltre il limite, a beneficio anche del clima di lavoro complessivo, che diventerà così sfidante e stimolante in modo virtuoso.

5.        Conoscere la propria organizzazione

Un vero leader deve essere immerso all’interno dell’organizzazione in cui opera e agisce. Conoscere la visione strategica a cui mira l’impresa, permetterà di strutturare il lavoro del team verso una giusta direzione. Questo sarà fondamentale per gestire nel modo migliore le aspettative dei vostri dipendenti: avendo chiara quale sia la meta, tutti avranno il giusto commitment nel remare nella medesima direzione.

6.       Essere emozionali

Immaginate un manager che affronta ogni situazione, positiva o negativa che sia, con lo stesso atteggiamento e con uno stato d’animo immobile. Probabilmente, nonostante la sua posizione, non sarà mai un leader. L’emozione, diversamente da quanto si pensava molti anni fa, è una componente fondamentale che non può mancare tra le caratteristiche dei leader del futuro. Congratulatevi con ciascun componente del vostro team alla fine di un progetto concluso con successo, incoraggiateli durante situazioni critiche e spingeteli a gettare il cuore oltre l’ostacolo quando le contingenze non sono favorevoli. Un vostro coinvolgimento emotivo, sempre commisurato alle situazioni, farà comprendere al team la passione professionale che, in ogni istante del percorso lavorativo, è necessario mettere in campo per ottenere il massimo.

 

Cosa ne pensate? Come sempre, vi invitiamo a condividere la vostra opinione o esperienza con un commento al post o sui nostri account social Twitter e LinkedIn.

(3) commenti

  1. Condivido appieno questo articolo, secondo me è la frequenza con la quale si mettono in campo questi comportamenti che si genera valore per gli altri. Il risultato personale è una conseguenza è non il fine. Grazie Alfredo letizi

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  2. Io aggiungerei anche “essere leali”. Un rapporto leale con i propri collaboratori nel dare i feedback positivi o negativi (ovviamente nel giusto modo), nel riconoscere i meriti (perché nessuno si senta utilizzato e continui a mettere a fattore comune il proprio contributo) consente di essere credibili e di ottenere la fiducia necessaria anche quando si chiede molto.

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  3. Credo che questo articolo esprima a pieno l efficienza di una leadership emotiva che non sempre viene applicata nei team di lavoro.

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