Quanto conta la personalità di un leader nel successo di un progetto? Abbiamo affrontato questo tema qualche mese fa, aiutati da uno studio condotto dalla società KRW International e pubblicato da Harvard Business Review, focalizzato sull’impatto nel successo aziendale di 4 principi morali: integrità, responsabilità, empatia e capacità di perdonare gli errori.
Lo stesso filone di ricerca è stato esplorato anche da Ralf Müller, della Umea Business School, e Rodney Turner, che hanno messo in luce l’importanza dei comportamenti e degli atteggiamenti dei project manager rispetto al raggiungimento degli obiettivi.
I parametri di analisi: non solo capacità manageriali
Lo studio è basato sulle 400 risposte a un questionario online somministrato ai manager di progetti ad alta complessità e performance, e ha preso in esame l’impatto di tre differenti categorie di competenze:
- manageriali, basate sulla capacità di comunicare efficacemente, gestire le risorse e mirare al raggiungimento degli obiettivi, delegando poteri e responsabilità quando necessario;
- intellettuali, ossia le qualità critiche e di giudizio, visione, immaginazione e la capacità di porre la realtà in una dimensione strategica;
- emozionali, come la consapevolezza di sé, la resilienza, la motivazione, la sensibilità, l’influenza esercitata sui collaboratori e l’intuitività.
I risultati dell’indagine: quanto conta l’aspetto emotivo del leader?
Lo studio ha evidenziato un legame tra la personalità dei manager e il successo dei progetti gestiti. In particolare, assume una sempre maggiore importanza la componente emozionale e psicologica, rispetto ai parametri classici di valutazione del buon andamento di un progetto, come i tempi, i costi, qualità, soddisfazione del team ecc.
Nel dettaglio, lo studio di Müller e Turner indica:
- una forte la correlazione positiva tra la capacità di gestire le risorse assegnate, la dimensione strategica del project manager, quindi la leadership, e il raggiungimento degli obiettivi;
- una altrettanto forte correlazione tra il successo del progetto e la componente emozionale dei leader, o la sua intelligenza emotiva, la sua capacità di motivare le risorse a sua disposizione, di immedesimarsi e di influenzarle, di intuire l’evoluzione degli scenari e adattarvisi prontamente;
- il peso crescente che i leader devono attribuire, nella valutazione dei risultati di un progetto, all’ opinione di consumatori e utenti finali, stakeholders, fornitori e dello stesso team.
Questo ha un impatto sulla selezione e soprattutto sulla formazione dei manager, sempre più multidimensionale. Come abbiamo spesso scritto su Spiritoleader, le qualità di un leader vanno ben oltre la semplice competenza manageriale, estendendosi alla sfera personale ed emozionale. Qualità che, come gli stessi Müller e Turner affermano, possono essere acquisite e perfezionate attraverso un lavoro mirato.
Cosa ne pensate? Il leader dalla forte intelligenza emotiva ottiene sempre i migliori risultati o in certi casi è preferibile una leadership più “tradizionale”?