Le 4 killer skill per diventare un leader globale

“Oggi è il giorno giusto per diventare i leader di domani.”

Questo dovrebbe essere il mantra dei professionisti più ambiziosi, che aspirano ad una poltrona da leader globale.

Tendere ad una posizione di spicco in una Company multinazionale per esercitare il proprio controllo oltre i confini, significa puntare ad una crescita incredibile, basata su skill solide e competitive.

Per questo, i manager più illuminati studiano, si interessano ai mercati contemporanei, si specializzano, seguono l’attualità, imparano lingue…ma basterà?

Ok alla formazione continua e alla ricerca della completezza, ma “annaspare” nel mare del perfezionismo può essere poco più che uno spreco di energie.

Meglio incanalare sforzi e risorse per affinare le skill che davvero servono per diventare un leader globale.

Quali?

Ce le insegna Andrew Likierman, attuale dean della London Business School, con alle spalle una carriera accademica brillantissima e che in passato ha ricoperto ruoli di spicco come quello di Non-Executive Director alla Bank of England and Barclays, quello di Managing Director della UK Treasury e quello di Chairman del National Audit Office.

Possiamo fidarci?

Possiamo fidarci.

 

Le 4 regole per diventare leader globale: parola di Likierman

Keep it simple, sembra volerci dire il business man Andrew Likierman, che riassume la strada per una carriera di successo in poche, semplici, attitudini chiave.

Per Likierman le 4 killer skill per diventare un vero leader sono:

   1. Imparare a cadere

I Millennials lo sanno: l’economia è una montagna russa, che sale scende, risale e poi precipita. Una sinusoide ciclica che si ritrova, ad esempio, nei confini di una crisi economica, nel flusso degli up and down aziendali, nell’altalena di periodi caldi e momenti di stanca. Nel business, così come nella vita, l’andamento è ciclico e ciò che sale è destinato a scendere, e viceversa. Sembrerà banale, ma essere consapevoli di questa legge significa non farsi trovare impreparati durante l’inevitabile crollo in picchiata.

   2. Lasciarsi contaminare dalle altre culture

Imparare una lingua non basta per essere pronti a diventare leader globali. Per farlo, invece, servono concreta esposizione alle culture straniere e rilevanti esperienze oltre confine. Solo stando a contatto con le abitudini internazionali è possibile aprire la mente e diventare malleabili, mettendo in discussione i preconcetti e i modus operandi frutto dell’abitudine.

   3. Diversificare la formazione

Ieri come oggi Andrew Likierman consiglia di rimanere flessibili e di non specializzarsi troppo in un unico settore, per non rischiare di chiudere gli orizzonti. Negli anni ‘70, periodo in cui il manager originario del Lancashire si è formato, la sua scelta è ricaduta su un mosaico di studi estremamente versatili, come filosofia, economia, politica e contabilità. Oggi, secondo Likierman, la scelta smart potrebbe essere quella di frequentare un MBA per attingere, in un’unica soluzione, da un bacino formativo diversificato e flessibile.

   4. Saper comunicare

Inutile avere un grande talento e ottenere risultati importanti, se poi i successi rimangono nel cassetto e non vengono veicolati all’esterno.

Saper comunicare in maniera convincente, diretta ed efficace è la chiave per farsi notare ed enfatizzare le proprie qualità.

Al contrario, sentirsi goffi nel public speaking e poco confident nelle relazioni tra peer o con clienti e superiori, rischia di farvi apparire inesperti, incompleti e…non adatti a diventare un leader globale.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *