Inauguriamo la nuova rubrica “5 domande al top” con l’intervista a Emilia Garito, CEO presso Quantum Leap & Curator and Organizer di TEDxRoma.
Emilia Garito, fin dalla scelta del suo percorso universitario è stata interessata all’innovazione tecnologica e di processo, oltre che al mondo della modellazioni di sistemi complessi – System Dynamics – applicata alle teorie di Management e business modelling.
Dopo la laurea in Ingegneria è arrivata l’opportunità di unire i suoi interessi per il management e per l’innovazione tecnologica grazie a sette anni di attività presso AMS (già SELEX Sistemi Integrati – Gruppo Finmeccanica) dove si è occupata dello sviluppo di sistemi per la Difesa e di trasferimento tecnologico sul mercato USA.
In seguito diventa co-fondatore di Project Finance Ingegneria s.r.l. dove ha la possibilità di creare un modello di management totalmente innovativo sullo scenario italiano del Project Financing.
La passione per l’Innovazione Tecnologica si sposa con le esperienze fatte in passato dando vita alla società Infinity Edge srl la cui branch dedicata alla valorizzazione delle idee è l’attuale Quantum Leap, ovvero uno dei principali Patent Broker Italiani che ha come missione il Trasferimento Tecnologico e quindi la creazione del giusto incontro tra inventori e mercato, accelerando così il processo di innovazione del nostro Paese. Attualmente la Quantum Leap è anche Advisor tecnologico per imprese consolidate e start ups, oltre che Broker di diritti di IP, quali brevetti, modelli, copyrights e marchi in Italia e all’estero.
Oggi, grazie anche a un network di partners internazionali che attualmente concorrono a dare accesso alla QL a circa 2.000 brevetti di invenzione, si può definire Quantum Leap come una moderna figura di sensale tecnologico che, attraverso una visione e un network internazionali, tende verso l’obiettivo di raggiungere un accordo tra ricerca e impresa, finalizzato a creare Innovazione e a immetterla sui mercati mondiali.
Buona lettura a tutti!
1. In cosa consiste esattamente il tuo lavoro e quali sono le sfide maggiori che devi affrontare ogni giorno?
Il mio lavoro consiste nel dare consulenza e supporto alle aziende e ai centri di ricerca italiani in ambito di valorizzazione della Proprietà Intellettuale seguendo il paradigma dell’ Open Innovation e con la missione di raggiungere, per essi, i difficili mercati internazionali.
Applicare l’approccio dell’Innovazione Aperta significa infatti promuovere la ricerca e, più in generale, le idee brevettate e/o in via di brevettazione creando l’opportunità di trasferirle all’ industria attraverso accordi di licenza d’uso dei diritti che ne tutelano l’inventiva e l’originalità. In tale ambito il mio team si occupa di svolgere attività di consulenza specialistica da me coordinate al fine di effettuare stime brevettuali, analisi di mercato e di comparazione tecnico-economica, strategie di valorizzazione per gli IP rights e scouting tecnologico, business plan e reperimento fondi pubblici e privati per start up innovative.
In breve, il mio lavoro consiste nell’usare tutti gli strumenti e le strade possibili per accelerare il processo di Trasferimento Tecnologico partendo dalla ricerca e arrivando al mercato attraverso partnership industriali o strategie di licensing della proprietà intellettuale; sono convinta che tanto più i tempi del Trasferimento Tecnologico della nostra realtà produttiva tenderanno a zero, tanto più facilmente il nostro Paese diventerà competitivo sui mercati globali. La mia società, pertanto, nel ruolo di sensale tecnologico è parte fondamentale di questo percorso ed è anello di giunzione delle varie realtà che ne compongono la filiera.
2. Quale è stato il momento professionale più bello e quello più difficile che hai vissuto?
Il riconoscimento da parte di clienti importanti e di partners che operano sui mercati internazionali.
Siamo nati piccoli e abbiamo lavorato sodo creando l’attuale know how e modificando spesso le nostre visioni e il nostro modello di business, per questo ritrovare in partner e clienti molto più grandi e consolidati le stesse visioni e approcci operativi è stato per noi il primo traguardo che ci ha dato la prima grande soddisfazione.
Creare una boutique di consulenza non è un lavoro facile. Abbiamo sempre cercato delle realtà nazionali a noi complementari a cui associarci e a cui portare il nostro valore e la nostra esperienza allo scopo di accelerare la crescita nel nostro settore e creare un sistema di sviluppo dell’Innovazione efficiente e coeso in cui ottenere tutti reciproci vantaggi; ma in Italia forse non funziona così e quindi posso dire con certezza che il momento più difficile è stato quando ho capito che avrei dovuto continuare da sola.
Quel momento è stato un bivio di fronte al quale fermarsi a riflettere, e la riflessione ha portato ad accettare la sfida: continuare a crescere da soli basandoci sulle nostre forze e, si spera, su alcune giuste intuizioni. Per il momento posso dire che la nostra perseveranza è stata premiata, ma la strada è ancora in salita.
3. Cosa significa per te il termine “leadership” e come cerchi di portarla quotidianamente all’interno del tuo ambiente lavorativo?
Per ma la leadership è condivisione.
È molto rischioso riuscire ad essere un leader che condivide e infatti ogni giorno mi esercito e cerco di imparare dai miei sbagli e dalle reazioni dei collaboratori per riuscire a trovare il modo di motivare un team che comprenda il valore della condivisione, senza cadere nella tentazione della competizione involutiva e del ritorno personale a scapito di quello collettivo. Dare informazioni significa dare potere, riuscire a far capire al proprio team che quel potere deve essere utilizzato per il vantaggio comune è il vero successo del leader.
4. Cosa significa per te il termine “innovazione” e come cerchi di portarla quotidianamente all’interno del tuo ambiente lavorativo?
Innovazione è una soluzione, invenzione, che viene usata nella vita di tutti i giorni e concorre a migliorare la nostra quotidianità, sia in ambito professionale che privato.
La ricerca diventa Innovazione quando viene trasformata in prodotto utile e quindi usabile e usato nella quotidianità. La ricerca che non arriva sul mercato rimane ricerca, quella che trova uno sbocco sul mercato trasformandosi in prodotto è senza dubbio Innovazione.
In questo ci viene in aiuto il paradigma dell’Open Innovation che noi come Quantum Leap portiamo avanti come approccio, missione e valore del nostro operato e che trova la seguente definizione coniata dall’economista americano Henry Chesbrough:
“Le imprese possono e debbono fare ricorso a idee esterne, così come a quelle interne, ed accedere con percorsi interni ed esterni ai mercati, se vogliono progredire nelle loro competenze tecnologiche.”
5. La tua citazione preferita?
Sicuramente chi non fa non sbaglia, ma sicuramente resta fermo.
Grazie mille Emilia per il tempo dedicatoci e per l’interessante conversazione.
Benedetto Buono