Intervista ad Andrea Pietrini, Managing Partner di yourCFO Consulting Group

Intervista ad Andrea Pietrini Managing Partner di yourCFO Consulting Group

Siamo al terzo appuntamento della rubrica “5 domande al top” curata da Benedetto Buono. Oggi vi proponiamo l’intervista ad Andrea Pietrini, Managing Partner di yourCFO Consulting Group.

 

Ligure, ma da molti anni a Roma, un MBA, ha sempre amato la finanza.

Ho un carattere abbastanza pigro, ma come ha detto Bill Gates: ”Sceglierò sempre una persona pigra per svolgere un compito difficile, perché troverà un modo semplice per risolverlo”.

Esperienze lavorative in KPMG, nell’area M&A di IBM e come investment manager di FinTech, una delle prime società europee di Venture capital, creata da Telecom Italia e MCC per supportare start-up tecnologiche.

Lavorando come investment manager ho imparato a conoscere e apprezzare la figura dell’imprenditore, spina dorsale del sistema italiano.

Successivamente ha fondato YourCFO Consulting Group, in breve tempo  diventata la prima società italiana di CFO Service, che aiuta l’imprenditore e il management delle aziende fornendo servizi apicali “on site” nell’area Amministrazione, Finanza e Controllo – transition CFO, controllo di gestione, gestione della tesoreria e rapporti con le banche, supporto alle operazioni di corporate finance dalle piccole aziende alle grandi corporation.

Il CFO service, è un business ancora embrionale in Italia, un paese ricco di imprenditori ma povero di competenze finanziarie di qualità. Il nostro motto è: non ti diciamo quello che devi fare, ma lo facciamo insieme a te.

 

  1. In cosa consiste esattamente il tuo lavoro e quali sono le sfide maggiori che devi affrontare ogni  giorno?

Ogni giorno devo convincere un imprenditore che l’area finanziaria della sua azienda deve essere presidiata in maniera attiva e professionale, facendogli comprendere come ingaggiare un professionista in quest’area non è un costo, ma un grande investimento con benefici molto alti e misurabili.
E’ una sfida di cultura manageriale del nostro sistema produttivo, che beneficerebbe moltissimo nell’allargare quanto più possibile la cultura del controllo e della pianificazione, a tutti i livelli.

  1. Quale è stato il momento professionale più bello e quello più difficile che hai vissuto?

Risale a molti anni fa. Avevo 27 anni e IBM mi mise a lavorare su un deal internazionale che valeva circa 7 miliardi di dollari. Per alcuni motivi, il team italiano nel quale ero inserito perse alcuni componenti e mi trovai di fatto ad essere il responsabile del progetto per la parte italiana. Un lavoro molto complesso che prevedeva operazioni societarie e finanziarie impegnative. Lavoravo ogni giorno fino alle 3 del mattino, ma alla fine il progetto si chiuse benissimo e ricevetti il premio come migliore finance dalle mani dell’amministratore delegato alla convention annuale IBM, peraltro senza che nessuno me lo avesse anticipato. Fu una grande sorpresa e una grande emozione.

Il momento più difficile, invece, fu sicuramente quando dovetti lascare FinTech, nel momento dell’esplosione della “bolla” internet. Il venture capital era la mia passione, avevo fatto anche la tesi di laurea sull’argomento, e gli anni passati in FinTech erano stati entusiasmanti. Mi trovai spiazzato, non sapevo che cosa fare; ero consapevole che il settore non si sarebbe ripreso da una simile botta, ed in effetti è stato così perché in Italia il venture capital non è riuscito ancora a decollare.

Alla fine accettai di andare a fare il CFO di una delle società partecipate del fondo e questo ha dato una svolta molto diversa alla mia carriera professionale, portandomi di fatto a dove sono ora.

  1. Cosa significa per te il termine “leadership” e come cerchi di portarla quotidianamente all’interno del tuo ambiente lavorativo?

Leadership per me significa creare coinvolgimento, entusiasmo e partecipazione. Il leader deve ispirare le persone verso un obiettivo comune e condiviso, deve mostrare “the big picture”, il quadro generale al suo gruppo e trascinarlo con l’esempio. Se sei un leader peraltro lo decidono gli altri, non tu.

L’esempio è a mio parere la forza più importante per un leader. Lo rende credibile. “Verba movent, exempla trahunt” … “Le parole incitano, gli esempi trascinano” dicevano i latini: non c’è niente di più vero.

Leadership, a mio parere, significa anche etica: il leader deve sforzarsi di essere sempre corretto, giusto ed esemplare nel comportamento. In questo modo può generare fiducia nelle persone che lo considerano tale e lo seguono.

Leadership, infine, è servizio nei confronti del team: aiutare gli altri a raggiungere i loro obiettivi, di crescita, di visibilità o di partecipazione è fondamentale per generare e ottenere rispetto e credibilità.

Per quanto mi riguarda, non mi sono mai sentito un leader, finché non ho trovato un progetto che mi entusiasmava e di colpo mi sono trovato in questo ruolo, inconsapevolmente, semplicemente perché ho lasciato che il sogno prendesse il sopravvento sulla mia indole.

  1. Cosa significa per te il termine “innovazione” e come cerchi di portarla quotidianamente all’interno  del tuo ambiente lavorativo?

Io credo nell’innovazione. Se vuoi avere successo non puoi muoverti su schemi del passato, perché qualcuno ci è arrivato prima di te.

YourCFO ha un modello di business molto innovativo, che è quello della sharing economy, che abbiamo applicato all’area dei servizi professionali.

Lavoriamo molto con i social network, con gli strumenti di produttività condivisa, con tutte quelle innovazioni che rendono il lavoro più efficace ed efficiente.

Ma la vera innovazione che abbiamo cercato di portare è quella nell’approccio “collaborativo” al mercato e non competitivo. Questa è la vera innovazione che avrebbe un impatto fondamentale a livello di sistema.

A livello di industry, inoltre, vedo grandissime prospettive di innovazione ed evoluzione. Tempo fa ho sentito dire da un noto influencer del settore: “questo è il mercato per i prossimi 20 anni”. Le potenzialità sono grandissime perché purtroppo la situazione finanziaria del nostro sistema paese non migliorerà nei prossimi anni e le competenze finanziarie in azienda saranno sempre più importanti. In presenza di un sistema bancario scricchiolante le aziende dovranno rivolgersi al mercato direttamente, pensare a nuovi strumenti finanziari, utilizzare le risorse disponibili in maniera più efficiente. E tutto questo non si può fare senza il supporto di un manager della finanza.

  1. La tua citazione preferita?

Non è mai troppo tardi per essere ciò che avresti potuto essere.” (George Eliot).

 

Grazie mille Andrea per il tempo dedicatoci e per l’interessante conversazione.

 

Benedetto Buono

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