Virginia Ghisani è Partner di Key2people, la maggiore Società indipendente a capitale italiano di Executive Search, e responsabile della Practice Technology & Digital. Con più di 20 anni di percorso professionale sviluppato interamente nel settore Technology, dal 2006 opera nel mondo dell’Executive Search dove continua a seguire come passione la tecnologia e più in generale l’innovazione in tutte le sue manifestazioni.
Laureata in Scienze dell’Informazione, Virginia ha iniziato il suo percorso professionale nella Divisione Consulenza di Etnoteam (oggi NTT) occupandosi di business process reenigineering, di sviluppo e test del software. Ha affiancato la Direzione Generale nell’importante processo di change management che nei quattro anni successivi ha portato la società a divenire indiscusso riferimento nel panorama nazionale dei system integrator.
Tra il 1999 e il 2001 ha partecipato al movimento della NewEconomy occupandosi di realizzazione di canali finanziari per i principali portali nazionali e internazionali.
Successivamente è stata Direttore Organizzazione di Infogroup (oggi Gruppo Banca Intesa San Paolo) dove ha curato l’evoluzione dell’organizzazione e dei modelli di governance della società, assumendo anche incarichi di responsabilità nell’area delle risorse umane.
È membro del Comitato Formazione e Sviluppo di ValoreD, la prima associazione di imprese che promuove la diversità, il talento e la leadership femminile.
1.In cosa consiste esattamente il tuo lavoro e quali sono le sfide maggiori che devi affrontare ogni giorno?
Supportare il sistema economico privato e pubblico nel ricambio della classe dirigente e nell’adozione di modelli organizzativi vincenti è la missione di Key2people.
Nel contesto attuale, in rapida evoluzione, la scelta dei modelli organizzativi e la costruzione della squadra manageriale a cui assegnare la guida, sono fra le fasi più delicate e a maggior impatto sul futuro che le imprese si trovano oggi ad affrontare.
Il mio lavoro consiste, come Partner, nel contribuire alla crescita di una società italiana che, muovendo da questa consapevolezza, affianca le aziende clienti nell’attività di ricerca di manager, nello sviluppo delle competenze interne e nell’assistenza ai vertici e ai board, con l’ambizione di porsi così al servizio del Paese.
La sfida che devo affrontare ogni giorno è quella di mettere in campo intuizione, lucidità, ma anche competenza e rigore, per innestare nelle organizzazioni leadership coerenti con strategie e culture aziendali sempre diverse.
Io mi occupo in particolare di Tecnologia e di Digitale, dunque di settori per definizione proiettati nel futuro dove l’accelerazione e le interconnessioni sono amplificate.
2.Quale è stato il momento professionale più bello e quello più difficile che hai vissuto?
Lavorare con le organizzazioni e le carriere professionali ti dà la meravigliosa opportunità di passarci attraverso e di viverle un po’, anche se indirettamente. Uno dei momenti professionali più belli del lavoro di executive search è la soddisfazione che deriva dal saper cogliere le caratteristiche di un manager e di vederlo fare bene e portare valore all’interno di una nuova organizzazione; ancora più bello è osservare le persone sbocciare, soprattutto i più giovani. E’ una soddisfazione assistere al successo di persone e organizzazioni, se vi abbiamo contribuito.
A questo si aggiunge il sapore della sfida di scovare talenti, che ogni volta è nuova e la consapevolezza di contribuire in qualche modo, in questo modo, allo sviluppo del Paese.
Nella mia vita professionale, per motivi personali, sono stata costretta ad abbandonare il percorso manageriale che stavo facendo. È stato molto difficile accettare di rinunciare agli obiettivi che avevo progettato e per cui avevo duramente lavorato, è stato difficile ripartire letteralmente da zero in un ruolo e in un settore completamente nuovi, di cui non conoscevo nemmeno l’esistenza. Oggi mi sento più imprenditrice che manager e ho capito che questa discontinuità mi ha dato la possibilità di mettermi in gioco su un terreno diverso e di acquisire competenze nuove, che non avrei mai approcciato. Ho capito che le discontinuità arricchiscono e completano e così mi trovo oggi ad incoraggiare e sostenere il cambiamento professionale.
3.Cosa significa per te il termine “leadership” e come cerchi di portarla quotidianamente all’interno del tuo ambiente lavorativo?
Viviamo nell’era delle tecnologie esponenziali, nei prossimi vent’anni, secondo molti studiosi, l’uomo potrà fare più progressi tecnologici che nei precedenti 200, il digitale ha accelerato enormemente lo sviluppo e ha contaminato di fatto tutti i settori e tutte le aziende, grandi e piccole, spingendole a competere su tutti i fronti: i processi, i prodotti, in diverse geografie.
In questo contesto, in questo mercato, un leader deve fare fronte a situazioni che cambiano continuamente e deve quindi mettere continuamente in campo skill nuovi.
Il vero leader, oggi, è colui che sa muoversi in nuove e diverse complessità, che sa cogliere opportunità, sa sperimentare, sa mettersi in gioco. Sono le esperienze diverse che costruiscono oggi la leadership. ‘Change what you do, change the way you think’ per fare una citazione. Un vero leader, uomo o donna, è capace di entrare in un nuovo contesto organizzativo e ogni volta reinventarsi, capire rapidamente, integrarsi, ridefinire il proprio mindset, ridefinire se stesso, con coraggio, con costante e sempre ritrovata energia.
La leadership poi non è uno stile cristallizzato, ma è quello che sentono le persone; oggi tolleriamo meno un tipo di leadership che non sia inclusiva e che non sia capace di creare un ambiente in cui tutti sentano il bisogno di dare prova di leadership a loro volta e di esprimere sempre il meglio. Un leader deve necessariamente essere capace di generare altri leader. Questo è quello che sento di fare quotidianamente nel mio lavoro, incoraggio la generazione di leader.
4.Cosa significa per te il termine “innovazione” e come cerchi di portarla quotidianamente all’interno del tuo ambiente lavorativo?
Innovare è secondo me generare profittabilità attraverso la creatività, rompendo barriere e paradigmi, lavorando sui paradossi e non perdendo mai di vista il futuro.
Il processo di innovazione, in ogni settore aziendale, parte dall’idea e dall’ispirazione delle persone che ne fanno parte, per questo deve coinvolgere trasversalmente più funzioni aziendali, e poi si declina attraverso il metodo, la sperimentazione, l’applicazione, la disciplina. Noi riteniamo che un ingrediente fondamentale per generare innovazione sia il ‘mindset’ delle persone che si muovono dentro le organizzazioni e che questo si estrinsechi in creatività, pensiero laterale, versatilità cognitiva, logica trasversale, agilità decisionale, propensione al rischio, flessibilità, capacità di imparare rapidamente dagli errori.
Forti di questa convinzione abbiamo messo a punto un modello di misura e di generazione dell’Innovation Mindset a cui io ho contribuito. Nel mio lavoro incoraggio continuamente le aziende a favorire la cultura dell’innovazione, elemento indispensabile per la sostenibilità e lo sviluppo, inserendo talenti e competenze nuove che la stimolino costantemente.
5.La tua citazione preferita
La mia citazione preferita è tratta dal film L’attimo fuggente: “Sono salito sulla cattedra per ricordare a me stesso che dobbiamo sempre guardare le cose da angolazioni diverse. E il mondo appare diverso da quassù”.
Credo fermamente che sia fondamentale non trascurare lo straordinario potere che abbiamo di guardare le cose da prospettive diverse (i clienti, le persone, le organizzazioni, le opportunità, i numeri, i dati, le storie professionali…). E quando noi da soli non bastiamo è sufficiente aprirci agli altri, per questo credo molto nelle organizzazioni inclusive, che stimolano il confronto e la cooperazione trasversale. Per questo adoro quest’epoca digitale e interconnessa e sostengo l’uso e l’evoluzione della tecnologia in tutte le sue forme.
Il mio motto è “hard work works”.
Grazie mille Virginia per il tempo dedicatoci e per l’interessante conversazione.
Benedetto Buono
Virginia Ghisani è stata tra i protagonisti del panel “Persone e carriere nell’era dell’innovazione” insieme a Ambrogio Conte, Alumnus EMBA e COO Investments in Gruppo Assicurativo Poste Vita, Giada Susca, Founder di #Galateo Linkedin, e Ivana Appolloni, Direttore Generale – Susan G.Komen Italia.
Durante la tavola rotonda moderata da Benedetto Buono martedì 5 dicembre a Roma a valle della presentazione Executive MBA del MIP Politecnico di Milano, i 4 relatori si sono confrontati su quali competenze i manager dovranno sviluppare per mantenere e rinnovare il proprio ruolo strategico nei contesti aziendali e per affrontare il cambiamento e le sfide dei nuovi scenari.
Luca Motta
Intervista interessantissima e ben svolta. E poi Virginia e’ una professionista Top! Complimenti!