L’ospite dell’undicesimo appuntamento con “5 domande al top”, rubrica a cura di Benedetto Buono, è Nicoletta Antonias, Responsabile Controllo Ambientale Cantieri in Italferr S.p.A.
Conseguita la laurea in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio, trova in Italferr S.p.A., prestigiosa società di ingegneria del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, l’ambiente idoneo per promuovere una visione dell’ingegneria rivolta all’ecosostenibilità, attraverso l’adozione di metodologie innovative che garantiscono un approccio olistico nelle fasi di progettazione e realizzazione dell’infrastruttura.
1. In cosa consiste esattamente il tuo lavoro e quali sono le sfide maggiori che devi affrontare ogni giorno?
Mi occupo del presidio ambientale dei cantieri, effettuando, insieme ad un team di esperti, attività di controllo sulla gestione ambientale attuata dalle imprese costruttrici cui è affidata la realizzazione delle opere. Si tratta in particolare di verifiche sull’adozione in cantiere dei Sistemi di Gestione Ambientale (UNI EN ISO 14001), verifiche di conformità legislativa in relazione agli adempimenti ambientali applicabili alle lavorazioni in corso, verifiche sull’attuazione degli interventi di mitigazione ambientale previsti in progetto.
Mi occupo della gestione delle attività di monitoraggio ambientale, che interessano tutte le componenti ambientali potenzialmente interferite dalle lavorazioni, svolte in fase ante operam, corso d’opera e post operam al fine di verificare l’effettivo manifestarsi delle previsioni d’impatto, di valutare l’efficacia dei sistemi di mitigazione e di rilevare e gestire tempestivamente eventuali situazioni anomale.
Sono impegnata in attività di auditing ai sensi delle norme UNI 14001 e 14064.
Sono in prima linea nell’individuazione e diffusione di protocolli di sostenibilità ambientale che consentono di effettuare un preventivo assessment delle opere da realizzare in modo da valutare e scegliere soluzioni progettuali più sostenibili (è il caso della metodologia per il calcolo dell’impronta climatica o del protocollo Envision).
2. Quale è stato il momento professionale più bello e quello più difficile che hai vissuto?
Il mio è un lavoro particolarmente stimolante per la componente innovativa che lo caratterizza, per
l’opportunità che offre di un costante confronto con Università, Enti e Società impegnati nello studio e nella gestione delle tematiche ambientali, per la possibilità di stimolare nel settore delle costruzioni un’evoluzione volta a rivedere le attività ed i processi di cantiere tradizionali nell’ottica di una maggiore sostenibilità ambientale delle opere da realizzare.
Certamente la territorializzazione di una grande opera, il coinvolgimento degli stakeholder, la valutazione integrata degli obiettivi ambientali, economici e sociali, costituisce una materia complessa per cui esistono difficoltà oggettive che ho incontrato in passato e che tutt’oggi si presentano.
Difficoltà legate ad esempio alla mancanza di interlocutori competenti, designati dalle imprese costruttrici cui sono affidati i lavori e richiesti espressamente da Italferr nelle convenzioni di appalto sin dai primi anni 2000 per ricoprire un ruolo di responsabilità nella gestione ambientale attuata in cantiere, che non ha permesso di stabilire spesso confronti efficaci finalizzati in particolare ad acquisire evidenze documentate sul corretto operato anche da restituire agli Enti di Controllo.
Difficoltà attuali relative all’attuazione di norme ambientali di riferimento ancora suscettibili per taluni aspetti di interpretazioni non univoche che rendono ad esempio spesse volte complicato il riutilizzo dei materiali da scavo in esclusione dal regime dei rifiuti.
A tali difficoltà si affiancano momenti di grande soddisfazione nel vedere concretamente attuati i processi ideati, quali ad esempio l’impiego dei sistemi di gestione ambientale in cantiere, le metodologie per il calcolo della sostenibilità ambientale dei progetti o per il calcolo dell’impronta climatica degli stessi, soddisfazione nel rappresentare un riferimento qualificato nel panorama nazionale ed internazionale in tema di gestione ambientale, ricerca ed innovazione.
3. Cosa significa per te il termine “leadership” e come cerchi di portarla quotidianamente all’interno del tuo ambiente lavorativo?
La leadership è la capacità di tirar fuori da sé e dagli altri il miglior contributo possibile.
È la capacità di seminare passione, motivazione, voglia di esprimersi, voglia di esserci.
È la forza di un “noi” che racchiude nell’obiettivo comune il reale obiettivo personale di ciascuno e che affonda radici profonde nella conoscenza, nel confronto, nella fiducia, nel rispetto, nella trasparenza, nel senso di responsabilità ed appartenenza.
È la capacità di tener conto delle attitudini, delle potenzialità, delle esigenze, del “sentire” di ciascun componente del team, inteso nella sua complessa identità non solo professionale, ma anche personale, per guidare il gruppo al raggiungimento degli obiettivi dosando sapientemente le energie ed arrivare a restituire a tutti soddisfazione e piacere.
In particolare, è per me la ricchezza della sinergia, è il coinvolgimento pieno che tiene conto delle esigenze del gruppo.
4. Cosa significa per te il termine “innovazione” e come cerchi di portarla quotidianamente all’interno del tuo ambiente lavorativo?
L’innovazione è la spinta a guardare oltre, è la ricerca dell’evoluzione, è il bisogno di individuare nuovi orizzonti, è l’esigenza di rinnovare e rinnovarsi sia occupando nuovi spazi, sia continuando a svolgere attività già in essere attraverso una rilettura innovativa dei processi in uso.
È per me l’opportunità del cambiamento, la curiosità che porta ad indagare, studiare, individuare efficaci nuove collaborazioni.
È l’occasione quotidiana di intravedere nuovi percorsi, è lo spazio per liberare le idee, è lo stimolo che muove il nostro migliore contributo.
5. La tua citazione preferita?
“Credo che la gente abbia bisogno di emozioni, di sentirsi parte di qualcosa che va al di là della routine di tutti i giorni, di competere per un’impresa straordinaria.” (Julio Velasco)
Grazie mille Nicoletta per il tempo dedicatoci e per l’interessante conversazione.
Benedetto Buono