Inspirational Aperitivo: gli allievi MBA ed EMBA si interrogano sui nuovi trend del business

Più di 130 partecipanti tra professionisti executive e junior, nove temi – da “Leadership & Soft Skill” a “Big Data & internet of Things”, e tanto networking.
In due parole, Inspirational Aperitivo, l’evento organizzato dal MIP Politecnico di Milano per stimolare la discussione sui nuovi trend del business tra gli allievi MBA ed EMBA.
Ed è proprio a uno di loro che abbiamo chiesto di raccontare le idee più innovative che sono emerse durante la serata.

Definire i trend del business Energy and CleanTech è la sfida che ci è stata lanciata durante l’Inspirational Aperitivo organizzato a Milano lo scorso venerdì 16 Giugno. E queste note vengono fuori da una vivace discussione aperta tra 7 iscritti ai corsi EMBA del MIP che in un qualche modo vivono o aspirano ad entrare in questo affascinante mondo. Una bella sfida, poliedrica e multidisciplinare. Proviamo ora a fare una sintesi o, come piace dire oggi, i take aways dell’incontro.

Una prima riflessione fatta è che nei grandi progetti di energie rinnovabili il Business Model si sta modificando da un classico modello di investitore finanziario puro e di un EPC (Engineering, Procurement, Construction) con un ruolo ben definito verso una partecipazione nell’Equity delle EPC.

Partendo dal Renewable Energy, la sensazione è che i veri driver derivino dalle dinamiche dei prezzi dell’Oil & Gas da una parte, e dall’altra dalle politiche di incentivazione nazionali e sovranazionali. Detto ciò, uno dei problemi principali è come stoccare l’energia prodotta da fonti rinnovabili (es. solare termico e fotovoltaico, eolico, idraulico, etc) i cui profili di generazione non possono essere facilmente allineati ai consumi. Nasce quindi l’esigenza di stoccare questa energia senza necessariamente fare uso di fonti non rinnovabili.

Interessante in questo ambito l’utilizzo di ammoniaca come vettore di trasporto energetico: immaginate di generare energia in campi eolici nel mare del nord, con questa energia producete azoto dall’aria e idrogeno dall’acqua che sono le basi per produrre, tramite ricombinazione, appunto l’ammoniaca. Una volta trasportata l’ammoniaca viene decomposta a sua volta per estrarre energia. Esistono progetti in scala reale e la prospettiva è molto interessante. Sarebbe utile capire prospetticamente i tempi di ritorno di questi investimenti che sicuramente necessitano di infrastrutture idonee.

Il solare a concentrazione, di cui si è tanto parlato negli ultimi anni, ha decisamente rallentato il suo trend di crescita a causa di alcuni limiti tecnologici che non sembrano ad oggi facilmente superabili (leggi instabilità) e che sostanzialmente portano il payback time a valori intorno ai 6-7 anni, abbastanza al limite per i canali finanziari tradizionali.

Il fotovoltaico sembra invece avviato verso una auto sostenibilità economica in quanto il prezzo a mq e le rese sono incrementate in modo esponenziale ed osserviamo una graduale riduzione degli incentivi pubblici che invece hanno rappresentato il vero stimolo alla crescita organica e strutturale di questa tecnologia. Chi domina questi mercati sono la Germania (sistemi e inverter) e la Cina (produzione pannelli).

Tutt’altro tema è quello delle cosiddette CleanTech, o Green Technologies, anche se con molte aree di sovrapposizione. Queste stanno subendo una radicale trasformazione ed integrazione attraverso una visione olistica del ciclo di produzione di beni secondo il nuovo paradigma della Circular Economy. È un termine per definire un sistema economico pensato per potersi rigenerare da solo. Secondo la definizione che ne dà la Ellen MacArthur Foundation, in un’economia circolare i flussi di materiali sono di due tipi: quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera, e quelli tecnici, destinati ad essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera.

Molto interessanti gli sviluppi nell’ambito delle acque reflue municipali e industriali che giornalmente vengono collettate, trattate e sversate nei corpi idrici naturali (fiumi, laghi, mare, falde acquifere). Sino ad oggi queste acque sono considerate e gestite di fatto come rifiuti liquidi, mentre hanno un enorme potenziale di recupero di risorse e di energia. Ad oggi è stato fatto poco a livello strutturale ed organico, ma le tecnologie permettono applicazioni su scala reale che si autosostengono economicamente.

Dalle acque reflue si possono estrarre molte sostanze immediatamente recuperabili o anche materiali di base per la produzione di altre sostanze (fosforo, cellulosa, etc). Ad esempio dalla cellulosa della carta igienica si producono, semplificando, i composti base per la produzione della bioplastica, ammendanti per asfalti ed altro. L’Olanda è molta attiva in questo ambito con la trasformazione di alcuni grandi depuratori cittadini in impianti di estrazione della cellulosa.

Senza poi dimenticare che dai fanghi di depurazione si possono realizzare grandi quantità di biogas per il recupero energetico e/o di biometano che può essere immediatamente immesso in rete gas. La Francia è particolarmente attiva negli ultimi anni con una legislazione ed una serie di incentivi ad hoc per sostenere questo trend. In Italia ci si aspetta a breve una legislazione simile, ma si segnala che CAP Holding, il principale Gestore Idrico Integrato della Città Metropolitana di Milano, è molto attiva con progetti su scala pilota molto interessanti.

 

 

 

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