Il Premio Nazionale per l’Innovazione, promosso da PNICube, ha l’obiettivo di sostenere la nascita di imprese ad alto contenuto di innovazione in tutto il territorio nazionale, grazie all’azione capillare dei suoi soci, università e incubatori universitari, nelle diverse regioni italiane. Questa attività l’ha portato a diventare la business plan competition italiana con maggiore partecipazione e di più duratura esperienza.
Il Premio ha inoltre l’obiettivo di promuovere e diffondere la cultura d’impresa in ambito accademico e favorire il rapporto tra ricercatori, il mondo dell’impresa e della finanza.
Ferruccio Dardanello, Past President di Unioncamere, ha commentato così gli incoraggianti dati riportati nell’indagine 2015, che ha visto un aumento pari al 50,6% delle start-up innovative guidate da donne:
«Il dinamismo delle startupper donna, ci conferma che le iniziative messe a punto dal Governo per stimolare la nascita di nuove imprese innovative stanno andando nella giusta direzione. Ora però occorre diffondere il più possibile la conoscenza di queste opportunità tra le aspiranti imprenditrici, affinché sempre più idee “smart” declinate al femminile possano dare vita a nuove realtà imprenditoriali”.
Mi piace pensare che il Protocollo di Intesa siglato tra l’Associazione PNICube e la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le pari opportunità il 29 maggio 2015, sia uno dei nuovi possibili veicoli di sensibilizzazione e promozione della partecipazione delle donne alla vita economica del nostro paese, di cui sopra si fa menzione.
La finalità dell’accordo è diffondere, con il supporto istituzionale, la cultura di genere presso gli incubatori universitari, e istituire una menzione speciale “Pari Opportunità”, volta a favorire l’imprenditorialità femminile in modo trasversale rispetto alle quattro categorie di premiazione settoriale: Life Sciences, ICT, Cleantech & Energy e Industrial.
In occasione della Conferenza di lancio di oggi relativa all’evento finale che si terrà a Cosenza presso l’UniCal (Università della Calabria) il 3 e 4 dicembre p.v., vi propongo l’intervista al Presidente dell’Associazione promotrice del Premio Nazionale per l’Innovazione, Prof. Marco Cantamessa.
Dhebora Mirabelli
Come nasce l’iniziativa a livello nazionale di introdurre nel Regolamento del PNI 2015 accanto alla menzione speciale “Social Innovation” quella sulle “Pari Opportunità”?
L’idea nasce dalla volontà di replicare su scala nazionale, l’iniziativa che molte Università del Sud, nostre associate, stavano realizzando sulla base di un progetto promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le pari opportunità, e co-finanziato dal Fondo Sociale Europeo 2007-2013 sull’Obiettivo comunitario Convergenza.
L’entusiasmo degli organizzatori delle Start Cup di queste Regioni, si è unito all’idea di contribuire a promuovere il modello di “Università Responsabile” progettato dalla PA con il supporto di MBS Consulting. Una volta appreso del progetto, abbiamo iniziato a dialogare con l’Amministrazione di riferimento, e abbiamo quindi sottoscritto un Protocollo di Intesa (del 26 maggio 2015) volto a promuovere l’imprenditorialità femminile proprio partendo dagli incubatori universitari.
Abbiamo detto che l’iniziativa di internalizzare l’ottica di genere nei regolamenti delle Start Cup regionali, è partita dalle Università presenti nel Sud. Pensa che nei prossimi anni possa essere replicata anche in altri atenei appartenenti al Centro-Nord?
Certamente. L’ultimo Consiglio Direttivo dell’Associazione ha già approvato la decisione di estendere questa modifica a tutti i regolamenti delle Regioni che partecipano alle Start Cup, oltre che quella di replicare nei prossimi anni la Menzione speciale Pari Opportunità.
I premi in palio a favore della menzione speciale Pari Opportunità sono particolarmente importanti se si considerano le categorie principali. Si aspettava una così entusiasta risposta dagli sponsor? Ci spiega nel dettaglio in cosa consistono?
Siamo molto lieti della risposta degli sponsor che si sono impegnati a supportare l’iniziativa. Il MIP, la Business School del Politecnico di Milano, mette a disposizione del progetto primo classificato un contributo in denaro pari a 3.000 euro, oltre a percorsi di formazione executive fino a un valore di 9.000 euro. Si tratta di un premio importante, perché tutti noi sappiamo quanto un’adeguata formazione possa contribuire al successo di un’iniziativa imprenditoriale. Inoltre, Cirem Consulting mette a disposizione del progetto secondo classificato un premio di 3.000 Euro.
Secondo la sua esperienza ci sono, in tale ambito, problematiche specifiche correlate all’imprenditorialità femminile? Se si, quali?
Vedo due ostacoli da superare. Il primo è dovuto al fatto che, nei nostri Atenei, la componente femminile è particolarmente presente in alcuni ambiti disciplinari nei quali non è ancora permeata sufficientemente la cultura dell’imprenditorialità accademica, quali le scienze umane e le scienze sociali. Questo è un problema che va al di là delle Pari Opportunità, e costituisce un’occasione mancata, perché potremmo beneficiare grandemente da nuove spinoff provenienti da questi settori.
Il secondo ostacolo ci appare legato alla difficoltà che molte donne vedono nel “fare il salto” verso l’imprenditorialità accademica, dovendo al contempo capire come gestire la propria carriera accademica e, talora, la vita familiare. Eppure vediamo che, in molti casi, questo “salto” porta a risultati di grande importanza. Mi viene in mente Ilaria Rosso, passata dal mondo della ricerca a quello dell’impresa come co-fondatrice e Chief Innovation Officer di Electro Power Systems, startup oggi quotata in borsa, e vincitrice nel 2011 dello EU prize for Women Innovators.
Considerata la composizione della giuria speciale Pari Opportunità, che vede come presidente il Sottosegretario del Ministero del Lavoro On. Luigi Bobba e membri illustri, come dirigenti del Dipartimento pari opportunità, professori del MIP ed esperti del settore, cosa pensa che il governo, il mondo accademico e degli investitori privati, potrebbero fare in futuro per continuare a supportare l’imprenditorialità femminile con convinzione ed efficacia?
Sono convinto che iniziative come questa, e la presenza di giurati così qualificati, possa costituire uno stimolo importante per muovere i primi passi. Più che a incentivi diretti, penso che si tratti soprattutto di compiere un’opera di sensibilizzazione culturale, giocando sui casi di successo che già esistono e su quelli che emergeranno, per far emergere le grandi potenzialità che le nostre donne hanno non solo nella ricerca, ma anche nel mondo delle imprenditorialità innovativa. Sicuramente vogliamo evitare quella “polarizzazione al maschile” che caratterizza la Silicon Valley, e sulla quale si sta facendo un po’ di sana autocritica oltreoceano.
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Scarica l’agenda della conferenza stampa di lancio del Premio Nazionale per l’Innovazione in formato PDF.