Primo giorno di lavoro. Dopo i numerosi colloqui che avete dovuto sostenere, siete finalmente riusciti a ottenere la poltrona manageriale cui tanto aspiravate, e vi accingete a occuparla per il primo di una serie infinita di giorni.
Questo, almeno, è quello che credete.
Una ricerca effettuata dalla società internazionale di consulenza McKinsey ha infatti dimostrato che il 50% dei leader neo-assunti non riesce a superare il momento di transizione aziendale che inevitabilmente si crea in fase d’inserimento in una nuova Company, finendo così per abbandonare il nuovo posto di lavoro entro due anni.
L’errore più comune in questi casi? Rimanere in balia degli eventi ed aspettarsi che sia l’azienda stessa a favorire l’ingresso del leader nel nuovo ruolo, facilitando connessioni e processi.
Il nostro consiglio? Prendere il controllo del vostro inserimento in azienda, gestendo i primi passi con attenzione, perché, lo sappiamo, gli istanti iniziali sono i più delicati per consolidare le fondamenta del successo.
Come fare? Scopriamolo insieme.
1. L’importanza di “connettersi” con tutti
Essere connessi con chi vi circonda e consolidare le relazioni: ecco i primi passi da fare per favorire il vostro processo d’integrazione.
Come nuovi assunti, infatti, vi ritroverete inizialmente ad avere a che fare solo con una limitata rete di persone, specialmente high-level: un’occasione per stringere rapporti ai piani alti, ma un grande svantaggio per la vostra integrazione.
Tuttavia il vostro network può crescere rapidamente, a patto che non vi limitiate a “connettervi” con interesse e reale commitment solo verticalmente, rapportandovi esclusivamente con il manager cui dovete rendere conto o con il Board aziendale.
Espandetevi anche orizzontalmente, entrando in contatto con il maggior numero possibile di colleghi: solo in questo modo avrete l’opportunità di apprezzare tutte le diverse anime di cui si compone l’azienda, facendovi conoscere e scoprendo risvolti importanti e inattesi della vostra nuova Company.
Se il vostro ruolo è di stampo commerciale o relazionale, poi, non potete fermarvi alle 4 mura del building, ma dovete necessariamente spaziare anche al di fuori dell’azienda, creando connessioni con partner, fornitori e stakeholder.
Come rendere un nuovo contatto davvero fruttuoso? Ponendo le domande giuste per scovare informazioni strategiche e stanare gli hot topics. Potreste scoprire, ad esempio, quali sono le falle nella collaborazione delle diverse Business Unit o quali sono gli aspetti più critici che ostacolano il sostegno interno. Non dimenticate di “indagare” sulle modalità di comunicazione preferite all’interno dell’azienda: favorire il flusso ottimale delle informazioni vi potrà aiutare per farvi apprezzare sin da subito, consentendovi di raggiungere più facilmente gli obiettivi prefissati.
2. Essere flessibili e mettersi a disposizione del Board
Per evitare una partenza falsa, è fondamentale entrare in empatia con i vostri responsabili.
Chi ha il potere di valutarvi, infatti, può decidere del vostro futuro professionale. E la prima impressione, si sa, è quella che conta: per questo, capire sin dai primi momenti cosa si aspettano da voi i Boss è un must.
I più importanti Executive Coach consigliano di investire il primo mese in azienda per comprendere nel dettaglio ciò che i Dirigenti desiderano e plasmarsi in base alle loro necessità.
Chiedete espressamente quale stile di comunicazione apprezzano, quali sono gli obiettivi che dovete raggiungere, quali azioni desiderano che intraprendiate per sostenere il successo aziendale e su quali KPI verrete valutati: così facendo, dimostrerete tutto il vostro commitment, evidenziando grande professionalità e ricevendo in cambio – certamente – un feedback positivo.
4. Conquistare i primi traguardi
Se siete riusciti a strappare al Direttore Risorse Umane il contratto di assunzione è perché siete stati considerati i migliori durante il processo di selezione.
Una prima vittoria nel palmares del vostro nuovo ruolo.
Un altro vantaggio? In quanto nuovi entrati godrete per un periodo, anche se mediamente breve, di un effetto immunità: tutti vi riconosceranno come il nuovo arrivato, il talentuoso, il leader scelto per risollevare il business.
Godetevi il momento, ma senza sedervi troppo sugli allori: per tenere sempre alta l’attenzione su di voi e sostenere la vostra reputazione professionale in azienda, servono nuove conquiste, e in fretta.
Quale target mirare? Non sfidate la sorte scegliendo il progetto più ambizioso della Company, come rivoluzionare alcuni processi poco efficienti, ma ormai consolidati, o cambiare la piattaforma tecnologica per i sistemi operativi dell’impresa. In casi come questi il fallimento è un’opzione concreta.
Piuttosto, scegliete piccoli task, che siano veloci da svolgere con successo, che siano coinvolgenti e stimolanti per il team e che abbiano un ritorno economico per l’impresa. In un solo colpo, otterrete un risultato positivo agli occhi del vostro capo, piacevole per la vostra squadra e favorevole per il Board, sempre attento agli economics.
5. Portate il team dalla vostra parte
La vostra squadra è il tesoro più grande che avete a disposizione: una miniera di conoscenza e know-how che può aiutarvi a ottenere grandi successi, ma che, se maldisposta, può anche provocare una sonora disfatta.
Abbiate subito cura di entrare in connessione con il gruppo di risorse che lavorano per voi e con voi, partendo da un primo, importante, pensiero: di fronte avete un team di lavoro precostituito, che già si conosce in larga parte e che sta vivendo uno scossone professionale rappresentato dall’arrivo del nuovo leader. Le domande che preoccupano il team sono facilmente immaginabili: “che tipo sarà?”, “si dice che il nuovo capo sia uno tosto, spietato”, “chissà che ne sarà di noi”, “e se ci mandasse via?”.
Prima regola, quindi, sgomberare il cielo dai nuvoloni neri del dubbio e infondere trasparenza, con uno stile di comunicazione molto chiaro, empatico e diretto.
Per superare lo scoglio dell’ansia che avvolge il team alle prese con un nuovo manager, cercate di conquistare subito la fiducia delle persone che lavorano con voi, attraverso mosse tattiche definite: condividete i vostri obiettivi in modo chiaro ed entusiasta, incoraggiate i colleghi a parlare e a proporre idee, anticipate quali sono i traguardi professionali che vi aspettate dal team nella sua interezza e dai singoli membri nel breve e nel lungo periodo. Nel trasferire carica ed energia, però, mantenetevi sempre umili e onesti circa le sfide che vi preoccupano: questo contribuirà a dare di voi un’impressione molto positiva, mostrando il mix di tratti umani e professionali che vi rende unici.
Gualtiero
Mi sto cimentando nel change management di una pmi internazionalizzata. Vengo dal Finance di una quotata con cultura gerarchica marcata. Il capo decide e non si discute.
Dopo qualche settimana ho capito che l’approccio “verticale” non avrebbe funzionato e sto lavorando, non senza fatica, per portare on board ” il team composto in buona parte da persone non giovani e con cultura mono azienda.
Ho ritrovato molto di questa esperienza nell’articolo, che sottolinea l’importanza di non spingere immediatamente cambiamenti complessi, ma muoversi prima su tasks più snelli facendo attenzione alle relazioni ed al coinvolgimento del team.