Che un buon leader, per definirsi tale, abbia bisogno di possedere abili doti di comunicazione è ormai risaputo.
Quello che è meno intuitivo è cosa significa veramente sapere comunicare.
Una parola, “comunicazione”, e 3 livelli di profondità: sono questi, secondo Skip Weisman – esperto di leadership e coaching – i gradi di complessità del mondo della comunicazione.
Tre livelli che un vero leader, per poter emergere e distinguersi, deve saper obbligatoriamente padroneggiare.
Quali sono? Lo scopriamo insieme.
1.Un leader deve saper comunicare con sé stesso
Un buon leader deve essere prima di tutto cosciente delle proprie potenzialità e responsabile della propria crescita.
Per questo, comunicare costantemente con sé stesso e tenere aperto il canale delle emozioni favorisce l’aumento della consapevolezza e la crescita di autostima.
Perché è così importante? Perché un leader, prima di poter guidare un team, deve saper guidare sé stesso, motivandosi continuamente, valorizzando il proprio capitale e portandosi al successo.
2.Un leader deve saper comunicare one-to-one
Durante le valutazioni annuali, in occasione di un confronto per risolvere un problema o semplicemente durante una pausa di un meeting: un buon leader deve saper sfruttare ogni momento in cui si trova a diretto contatto con un interlocutore per ottimizzare le capacità di comunicazione one-to-one.
Comunicare in modo privato e personale con una persona, dipendente o superiore che sia, è un’attività critica che richiede la massima attenzione: è in questo flusso di parole che si costruisce un rapporto di fiducia e che si genera empatia.
Le regole per un’ottima comunicazione one-to-one? Chiarezza, trasparenza e rispetto. Non abbiate paura di essere troppo diretti, pena la scarsa comprensione del messaggio e l’offuscamento delle motivazioni. Assicuratevi, tuttavia, che l’interlocutore percepisca la vostra intenzione di parlare nell’interesse di entrambe le parti e che creda nella vostra buona fede.
Fate attenzione anche alla produttività dello scambio comunicativo: non sprecate l’occasione di confronto, monopolizzando l’attenzione dell’interlocutore e lanciandovi in monologhi, ma stimolate il dialogo e incoraggiate la discussione bidirezionale.
3.Un leader deve saper comunicare in pubblico
Tra i 3 livelli, questo è quello più visibile e manifesto: per questo, eccellere nel public speaking porta con sé una serie di conseguenze.
Saper parlare in pubblico significa dimostrare doti di standing e personalità, dichiarando la propria stoffa manageriale.
Saper conquistare una platea, parlando in modo chiaro e convincente, favorisce inoltre la creazione di consenso e permette ad un buon leader di ottenere i propri obiettivi.
La chiave per distinguersi? Mantenere un tono calmo e rilassato, creare contatto visivo con l’audience, interpellare la platea in modo diretto e comunicare pienamente, sfruttando anche il potere del linguaggio del corpo.
Stefano Pivi
Consigli un pochino banali! Si rischia di ridurre la leadership a consigli per massaie.
Alfreod M
Sarebbero ottime massaie quelle che riuscissero in questi tre punti. 😉
Corrado Sorgente
Tutto vero. Aggiungerei che la comunicazione deve essere sincera e leale. Non deve essere manipolata e ingannevole. E soprattutto deve rispettosa e democratica. E credo che questo modo presuppone ricchezza d’animo e solidi sani valori in cui credere…….forse per questo si vedono in giro molto capi e pochi leader.