Pensiamo ai leader di ieri. Formali, come Gianni Agnelli o spietati, come Donald Trump, abbottonati nelle giacche a doppiopetto e chiusi nei loro uffici grandi come appartamenti.
Pensiamo ai leader di oggi, come Mark Zuckerberg, fondatore e CEO di Facebook, Richard Branson, fondatore e presidente del Gruppo Virgin, Steve Jobs, co-fondatore del colosso Apple, e tra gli italiani, ad esempio, Sergio Marchionne, CEO di Fiat Chrysler Automobiles: una generazione di manager guidata dall’informalità, dalla ricerca dell’ unconventional e spinta da un nuovo approccio al business.
Cosa è cambiato? Secondo una ricerca di Dale Carnegie training, una multinazionale leader nella formazione di professionisti di spicco, ad essersi trasformato è il ruolo del manager stesso. Non solo preparato e autorevole, il vero leader del nuovo millennio deve saper ispirare ed entusiasmare il team, possedendo doti da vero motivatore.
Quali sono gli ingredienti per diventare un leader in grado di guidare, stimolare e caricare la propria squadra?
Ecco 5 chiavi per una leadership ispirazionale:
1. Ricordate che l’informazione è potere. E il potere è di tutti
In un sano ambiente competitivo le sfide sono all’ordine del giorno, così come i momenti di criticità. Un vero leader non fa mistero dei problemi o delle situazioni delicate, ma, al contrario, li trasferisce con trasparenza e chiarezza al proprio team. Pianificare momenti regolari di confronto con i membri della propria squadra, per metterli al corrente delle informazioni più sensibili, significa gestire il potere derivante dalla conoscenza in modo democratico, responsabilizzando e motivando tutto il team.
2. Valorizzate l’uomo, oltre il ruolo
Un dipendente non è solo un asset cruciale per l’impresa, ma è anche, anzi soprattutto, una persona fatta di valori ed emozioni. Un vero leader lo sa e valorizza il lato umano delle proprie risorse. Come? Interessandosi sinceramente alla vita dei membri del team, e comunicando sempre con un tono chiaro e trasparente. Dimostrare partecipazione ed avere un approccio umano aiuterà le persone a fidarsi ed a lasciarsi andare, con serenità, nelle sapienti braccia del proprio leader.
3. Siate voi stessi
Nel lavoro, come nella vita, non c’è cosa peggiore di un uomo che si atteggia ad essere ciò che non è, trasferendo immediatamente un senso di inadeguatezza e ipocrisia. Non abbiate paura di mostrare al team il vostro lato più autentico: risulterete subito più umani e accessibili e il vostro più autentico tratto unconventional potrà diventare un memorabile biglietto da visita.
4. Date il buon esempio
Quante volte, durante un periodo particolarmente intenso, il vostro capo vi ha lasciati soli a gestire i problemi, scaricando alle funzioni operative il peso delle attività? Il risultato? Poca stima, zero coinvolgimento, crollo della fiducia. Se volete che il vostro team sia reattivo, siate i primi ad esserlo. Se desiderate una squadra affiatata, fatene parte e guidate la relazione. Se puntate ad un successo professionale, rimboccatevi le maniche e date il buon esempio. Il vero leader mette in pratica ciò che dice e fa propri i valori che chiede alla propria squadra.
5. Lasciatevi guidare dalla voglia di scoprire
Uno dei leader ispirazionali più grandi del nostro tempo ci ha lasciato un grande insegnamento “Stay hungry, stay foolish”. Fatene tesoro, ogni giorno, perché un leader sazio e soddisfatto, ha vita breve, soprattutto in un ambiente competitivo che si trasforma a ritmi vorticosi. Siate curiosi, sempre attenti e affamati di conoscenza.
Efraim mussinelli
Concordo sul l’importanza del leader capace di creare motivazione e ritengo sia una delle componenti più importanti delle varie competenze che un leader deve possedere
Per quanto ovvio non può essere la sola competenza a caratterizzare un ottimo leader
RENATO TUFANO
Credo che chi si comporta in modo diverso, per molti aspetti, puo’ essere dannoso per l’azienda in cui lavora. Il coinvolgimento del personale, motivandolo anche con una sola parola, ben spesa, puo’ essere determinante per la conduzione di qualsiasi attivita’ lavorativa.
Alessandro
Concordo. Sopratutto in un ambito lavorativo nel quale è importante saper valorizzare la persona oltre che il ruolo. Essere il più trasparenti possibile aiuta nei rapporti e a lungo andare se ne hanno di benefici, Anche se ancor oggi molti sono dell’idea che il DATORE DI LAVORO è un RE e il dipendente un semplice vassallo 😉
Scherzi a parte seguendo queste linee, si possono solo che avere miglioramenti all’interno dell’azienda.