Videoconference e “uffici virtuali”: la digital strategy P&G spiegata da Filippo Passerini

Nelle grandi organizzazioni i meeting e le interazioni sono sempre meno face to face. In una realtà come P&G, geograficamente così capillare, quanto i piani strategici e le nuove idee vengono trasmessi in modalità virtuale, e quanto questa modalità risulta efficace?

P&G ha una presenza globale, con team che operano in oltre 100 paesi. È essenziale che queste persone siano in grado di comunicare in tempi molto rapidi, quindi lunghi piani di viaggio non sono realistici. Più del 60% – 70% delle nostre comunicazioni, particolarmente quando si tratta di condividere strategie e obiettivi, viene fatto in modo totalmente virtuale, e la possibilità di avere degli incontri di persona è limitato ai gruppi locali molto ristretti.

Dici spesso che la tecnologia è un mezzo per fare meglio business. Come vedi il nuovo programma Flex EMBA, di cui tu fai parte, in cui l’executive education verrà trasmessa per l’80% in maniera digitale attraverso un’innovativa piattaforma?

La tecnologia è un enabler, facilita l’interazione oltre che nuovi modelli e opportunità per il business o per l’organizzazione. Ciò che conta è il contenuto, la tecnologia non fa altro che dare un’opportunità anche alle persone che altrimenti non potrebbero accedere al corso. L’efficacia dipende quindi dai contenuti, strutturati per essere comunicati in maniera digitale e sincrona. Condividere dei materiali come un powerpoint, ma riprodurli in una struttura utilizzata in maniera asincrona, potrebbe non essere altrettanto efficace.

Quali contributi condividerai con i partecipanti, in qualità di faculty del corso Flex EMBA?

È un framework per cui ho molta passione e in cui credo molto, tutto si sviluppa in modelli di business innovativi. Da lì avviene la trasformazione, la possibilità di anticipare quindi di restare in controllo di quello che attiene al business. I pilastri di tutto questo sono le strategie efficaci, per poter avere dei modelli di business con risultati importanti. Parleremo di leadership, skills manageriali essenziali per avere successo nel mondo del lavoro e del business, dei trends nel mondo che stanno avendo un’influenza importantissima su tutti noi, di natura economica, sociale, demografica. Di tecnologia, soprattutto quella dell’innovazione. L’interazione, la possibilità di discutere e agire su casi concreti verrà mantenuta, e anzi guadagnerà ancora più tempo.

Filippo Passerini è President Global Business e CIO di Procter & Gamble, multinazionale da 83 miliardi di dollari di fatturato e sesta tra le World’s Most Admired Companies.

La sua carriera è la perfetta rappresentazione di come uno #spiritoleader,  attraverso il giusto mix di personal skills, competenze e intraprendenza, possa raggiungere qualsiasi traguardo si prefigga. Entrato come analista junior nella divisione IT della succursale italiana dell’azienda, ha scalato le gerarchie occupando numerose posizioni intermedie fino a raggiungere l’attuale ruolo di Chief Information Officer nel quartier generale di Cincinnati.

P&G è da sempre un’azienda maniacalmente attenta all’integrazione della tecnologia nei propri processi produttivi. L’obiettivo, ribadito dall’ultimo CEO Bob McDonald, è un’azienda interamente digitale da capo a capo, attraverso 4 canali: vertical technologies, business intelligence in real time, supply chain e digital workplace

In aziende strutturate, ma anche in piccole realtà dinamiche, la rilevanza per quest’ultima è una vera sfida nella sfida. Prendiamo il caso P&G: 127 mila dipendenti, decine di sedi sparse per il mondo, e la necessità di coordinare tanti gruppi di lavoro affinché recepiscano omogeneamente la business strategy.

Come fare? La soluzione è proprio l’ufficio digitale, in una duplice accezione: ufficio sempre con sé mediante computer e device mobile, o ufficio digitalizzato, luogo fisico connesso invisibilmente ad altri luoghi fisici più o meno distanti attraverso innovative tecnologie di contatto.

L’ufficio diventa sempre più virtuale

Grazie alle reti internet sempre più veloci e al miglioramento della tecnologia di trasmissione dei video in real time, le videoconference online stanno assumendo un’importanza sempre maggiore nelle piccole start up come nelle grandi aziende multinazionali.

All’atto pratico, significa poter collaborare e comunicare con colleghi distanti centinaia (o anche decine di migliaia!) di chilometri proprio come se fossero accanto a noi.

Un’indagine di circa un anno fa, condotta da Wainhouse Research e Polycom  su quasi 5.000 utilizzatori delle videoconferenze in azienda mostra quanto questa tecnologia abbia preso piede tra le mura aziendali: il 64% la utilizza quotidianamente, e spesso più volte al giorno. Il risultato è una percezione di maggiore efficienza e produttività (94%), impatto sulle discussioni (88%), rapidità nel decision making (87%) e, naturalmente, riduzione del costo di viaggi e trasferte (87%).

Filippo Passerini, in un’intervista di qualche tempo fa per ICT 4 Executive, sintetizzava in questa frase ciò che l’indagine ha successivamente dimostrato coi numeri:

Uno strumento di collaborazione molto utilizzato in P&G è la videocomunicazione. Nella nostra organizzazione, nel processo di sviluppo di un prodotto sono coinvolte diverse funzioni, ad esempio il marketing in Asia, R&D negli Stati Uniti ed altre funzioni in Europa, che hanno grossa necessità di collaborare e di essere a continuo contatto: certo si può viaggiare, ma cerchiamo di comunicare attraverso la videoconferenza per velocizzare le decisioni e ridurre i tempi e le difficoltà che il viaggiare comporta. Abbiamo 85 videoconferenze ad altissima definizione nel mondo, siamo la compagnia al mondo che ne ha installate di più nel più breve tempo. Per ogni dollaro investito, abbiamo ottenuto 4 dollari di ritorno sull’investimento.

Altro aspetto interessante è che la videocomunicazione non riguarda più soltanto l’aspetto intra aziendale, ma sempre più tra azienda ed esterno, i suoi clienti e i suoi partner (71%).

Le videoconferenze stanno così diventando tra i principali tool (terzo strumento di comunicazione aziendale preferito dietro soltanto all’intramontabile email e al telefono) per impiegati geograficamente distanti, ma necessitosi di mantenersi in comunicazione con costanza, condividere schermate e documenti, lavorare a più mani su documenti e presentazioni.

Qui entrano in gioco altre recenti innovazioni in rete: le tecnologie cloud, che consentono di condividere cartelle e file online con altri colleghi senza un collegamento fisico e senza passare per infiniti pesanti allegati email. O i software di produttività aziendale grazie ai quali lavorare a più mani, in tempo reale e contemporaneamente sullo stesso documento.

Tecnologia a distanza per l’apprendimento

Quanto detto sugli “uffici virtuali”, vale anche per l’apprendimento virtuale, come quello offerto dai MOOC, i corsi online di cui abbiamo già spesso parlato.

Le video conference permettono di andare oltre la semplice riproduzione di clip video, dando modo di partecipare attivamente e intervenire nella discussione. Il cloud computing mette a disposizione della classe i contenuti didattici, così come farebbe un professore in classe porgendo delle dispense cartacee.

E anche gli strumenti di produttività aziendale collaborativi sono perfetti per compilare relazioni e dossier assieme ai propri compagni di corso, proprio come se ci fossimo incontrati in biblioteca per lavorare faccia a faccia.

Eccessivamente impersonale e distaccato? Non necessariamente, come fa notare Libby Page sulle pagine del Guardian. L’interazione alunno – docente e alunno – alunno, proprio grazie alle tecnologie, è spesso pari se non superiore a quello che si avrebbe in un campus. A dispetto degli stereotipi che talvolta circolano su questa tipologia di corso.

Come lo stesso Filippo Passerini ricorda, in una intervista per Forbes, la tecnologia è fondamentale solo a patto di metterla a servizio dei veri obiettivi da raggiungere, siano essi una maggiore produttività o l’apprendimento del contenuto di un corso.

È così che crea valore, tangibile e non soltanto virtuale.  

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