E’ arrivata l’era dello smart working: quali le conseguenze?

E' arrivata l'era dello smart working- quali saranno le conseguenze?

Dimenticate l’obbligo di vestirvi in giacca e cravatta. Dimenticate lo stress del traffico di prima mattina. Dimenticate il brusio di uffici popolosi e caotici.

È finalmente arrivata l’era dello smart working: una rivoluzione che si è da poco affacciata nel mondo del business nostrano, ma che ha già i numeri per diventare un fenomeno di massa e di portata mondiale.

Ma andiamo con ordine.

Il 18 febbraio è stata celebrata la terza giornata del “lavoro agile”, tradotto per l’appunto, “smart working”.

In cosa consiste? Semplice: le aziende che hanno aderito a questa iniziativa hanno concesso ai loro dipendenti di lavorare da un posto a loro scelta – casa, parco, bar o altre zone dedicate al co-working – non obbligandoli a recarsi in ufficio.

Quali sono i vantaggi di questo nuovo modo di intendere il lavoro?

Maggiore libertà, in primo luogo, ma non solo: grazie allo smart working, che in pochi anni secondo il World Economic Forum si tramuterà in lavoro da remoto costante e diffuso, gli impiegati vengono maggiormente responsabilizzati e il loro tempo acquisisce un valore inestimabile.

Niente più obblighi di presenziare per figura, anche in assenza di task urgenti da sbrigare: il lavoro quotidiano sarà concepito per obiettivi. E il percorso per portare a termine i propri compiti sarà a discrezione del dipendente stesso: più efficiente il lavoratore, più agile il suo tempo!

C’è già qualche realtà in Italia che dello smart working ha fatto una vera e propria vocazione di business: come LinkedIn, la grande multinazionale che ha rivoluzionato le logiche di chi cerca e offre lavoro, e che non poteva che votarsi all’agilità professionale dei propri dipendenti.

È così che in questa grande realtà aziendale il personale non timbra il cartellino, non ha orari fissi, ma ragiona per progetti e obiettivi, in un’ottica di massima trasparenza, fiducia e responsabilità, tre valori imprescindibili per abbracciare il fenomeno dello smart working in modo autentico.

Quali sono gli orizzonti dello smart working?

Alcuni manager interpellati sull’argomento durante il Global Leadership Summit di Londra di qualche anno fa avevano pronosticato, spinti da una buona dose di lungimiranza, che entro il 2020 almeno la metà dei lavoratori della loro azienda avrebbero svolto i loro task da casa.

Un profezia che qualche anno fa suonava ancora come un’utopia, e che invece oggi, alla luce dei sorprendenti risultati dello smart working e della sua diffusione, inizia ad assumere contorni più concreti.

In particolare, secondo lo studio The Future of Jobs condotto da World Economic Forum il lavoro agile sarà il fenomeno business più disruptive dei prossimi anni e porterà con sé numerose conseguenze.

Eccone alcune:

  1. Meno costi per le aziende. Uffici più piccoli, niente buoni pasto per i dipendenti, niente rimborsi spese nei giorni di smart working. Avete idea di quanto pesino questi saving per le multinazionali con migliaia di dipendenti a libro paga? Una rivoluzione incredibile, che libera risorse economiche da investire in altre attività
  2. Vita privata e lavoro: un nuovo mix. Se fino ad oggi il dibattito si è concentrato sul tema del work-life balance, da oggi in poi si inizierà a parlare di work-life integration. Non ci sarà più, quindi, una separazione netta e virtuosa tra tempo dedicato alla vita personale e a quella professionale, ma i due aspetti si uniranno in maniera fluida. Un attimo prima mamma alle prese con il cambio pannolino, un attimo dopo manager in riunione? Sì, con lo smart working è possibile!
  3. Più meritocrazia. Lavorare da remoto, senza sentire il fiato sul collo del proprio responsabile, sarà un’efficace cartina di tornasole della produttività individuale. Lo smart working prevede che il lavoro sia organizzato per obiettivi e progetti ben definiti, con la conseguenza che sarà molto più semplice verificare chi è efficiente e chi, al contrario, batte la fiacca. Una vera e propria scarica di motivazione!

 

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(3) commenti

  1. Alessandro Paolo Capozucca

    Intetessamtissimo , specialmente dove lavoro , in Africa . Il target per obiettivi e’ un sistema che onestamente immaginavo di mettere a punto da anni.

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  2. Vera cartina di tornasole per la valutazione della meritocrazia e dell’efficienza…ma a quanti interessa davvero cambiare lo status quo e mettere in gioco le proprie certezze…vedremo nel 2020 dove saremo…(io voglio ancora pensare cmq positivo!)

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  3. Sono riuscita a lavorare in questo modo per un anno con risultati eccellenti e senza lo stress del traffico essendo io pendolare. Ormai molti applicativi sono online e così gli archivi. Insomma c’è un risparmio di tempo perso, energie e denaro; rendendo di più nell’attività lavorativa. Per me OK

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