Una calda estate per la BCE: è svolta sulla domanda di titoli governativi

Ci avviamo a un’estate economicamente tranquilla, o il bel tempo porterà anche un’evoluzione degli attuali scenari? Secondo Fabio Sdogati, Ordinario di economia del MIP Politecnico di Milano, quest’ultima è un’ipotesi affatto improbabile.

Riassunto delle precedenti puntate, per chiarire meglio i quesiti del video introduttivo. Tutto è cominciato con l’avvio del Quantitative Easing, la misura attuata dalla Banca Centrale Europea che prevede l’acquisto di titoli di stato dei paesi dell’area Euro.

Obiettivi “ufficiosi” (visto che l’unico obiettivo ufficiale della BCE è il mantenimento di un tasso di inflazione al 2%): ridurre le speculazioni e allentare la tensione sullo spread, soprattutto nelle aree ad alto rischio (con un occhio di riguardo per i PIGS, infelice acronimo a indicare Portogallo, Italia, Grecia e Spagna); deprezzare l’Euro nei confronti del dollaro statunitense, favorendo le esportazioni e la ripresa economica; immettere liquidità nel sistema bancario per consentirgli erogare nuove linee di credito a famiglie e imprese. Insomma, proteggere l’economia comunitaria e farla ripartire.

Il QE, però, sembra non essere ancora completamente riuscito nel suo obiettivo. Come già raccontato in questa rubrica da Sdogati e anche nel dibattito con il Marco Giorgino, la svalutazione del’Euro nei confronti del dollaro si è improvvisamente arrestata, tanto da costringere il presidente della BCE Mario Draghi ad annunciare nuovi importanti acquisti di titoli per alimentare il trend al ribasso.

Anche il credito bancario sembra non aver totalmente beneficiato dell’iniezione di liquidità offerta con un tasso estremamente vantaggioso, sia per (discutibili) scelte strategiche delle banche stesse, sia per una certa diffidenza di imprese e famiglie nel richiedere prestiti in un momento di simile incertezza economica.

Tornando alle ultime settimane, e a quelle che seguiranno, la situazione è in ulteriore evoluzione. Come afferma Sdogati, ci troviamo di fronte a uno scenario completamente inedito, fatto di tassi di interesse sui titoli di stato perfino negativi (come nel caso della Germania), che però vanno risalendo, contraddicendo gli intendimenti della BCE. Cosa farà quindi la Banca Centrale del vecchio continente? Nouriel Roubini, tra i più autorevoli economisti sulla piazza, un’idea ce l’ha, e l’ha recentemente espressa su Project Syndicate.

Per ulteriori dettagli vi invitiamo a guardare il video e commentarlo con noi attraverso il blog, o sui social network attraverso gli #spiritoleader e #scenarieconomici.

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