Cosa significa avere successo per le donne di oggi?

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Le donne sul lavoro, a parità di ruolo, vengono pagate meno degli uomini.
Le donne sul lavoro faticano a ricevere incarichi di prestigio e di management, decisamente più accessibili ai colleghi maschi.
Le donne, sul lavoro, pagano lo scotto della maternità, delle implicazioni legate alla loro femminilità ed al loro ruolo sociale.

Divario salariale, paura della diversità, forti vincoli allo sviluppo di una carriera armoniosa: il paragone tra professionisti uomini e professioniste donne è a dir poco deludente.

E se fosse sbagliato mettere a confronto donne e uomini sul lavoro? E se la chiave di lettura corretta fosse quella di iniziare a differenziare i risultati ottenuti sul campo a partire dagli obiettivi individuali prefissati?

Un’interessante, e solleticante, ricerca condotta da alcune studiose dell’Harvard Business School, rivela come uomini e donne siano entrambi abili e potenzialmente candidati ad ottenere posizioni dirigenziali e di leadership, come dimostrano le esperienze dei nostri Spiriti Leader al femminile Cristina Sarnacchiaro e Sabrina Colombo solo per citarne due, se non fosse che la motivazione verso la conquista del potere dei primi è più forte e determinata, ed il loro tasso di successo è, ovviamente, maggiore.

In poche parole, gli uomini ottengono il comando perché lo desiderano di più mentre le donne non ci credono abbastanza. O forse, non si rispecchiano nel modello di leadership imposto dagli standard al maschile: ritmi di vita segnati dai calendari lavorativi, il business come unico obiettivo, la vita sociale e familiare azzerata.

Le donne, al contrario degli uomini e similmente alla nuova generazione di Millennials, sarebbero invece meno disposte a sacrificare l’intera esistenza a favore del business, preferendo spaziare tra più interessi e traguardi, considerando positivamente un miglior balance tra vita privata e vita professionale.

In più, sempre secondo la ricerca, guidate da una visione a lungo termine, le donne sono in grado di valutare preventivamente le possibili conseguenze derivanti da una promozione, soppesandone tutti gli aspetti: non solo quelli positivi di status, ruolo e retribuzione, ma anche quelli negativi di perdita di autonomia, maggior dedizione richiesta e incremento del livello di stress.

Il cambiamento di prospettiva investe allo stesso modo anche i giovani leader, figli della nuova generazione tecnologica, che non sono disposti a rinunciare alla propria individualità e al tempo libero, ragionando sull’onda della flessibilità, della collaborazione e del teamwork, piuttosto che venerare il mito del Self made Man (decisamente più faticoso!).

Insomma, con l’aumento delle quote rosa all’interno del board delle grandi aziende internazionali e con il ricambio generazionale che da qui a breve sostituirà i vecchi manager di stampo tradizionale con nuovi leader più flessibili e unconventional, il mondo del lavoro è diretto verso un cambiamento radicale.

Un cambiamento che modificherà il modo di intendere il concetto di successo e che lo inquadrerà all’interno del framework valoriale di ogni professionista.

Una sensazione confermata anche da un evento organizzato da PWN London insieme a IBM Women’s Network e incentrato sul lavoro al femminile, che ha coinvolto in un sondaggio non solo donne, ma anche uomini, imprenditori e manager di spicco, spaziando anche lungo 3 diverse generazioni d’età.
Alla domanda “qual è la vostra definizione di successo”, le risposte sono state le più diverse, confermando l’importanza di avere un approccio meno rigido e omologato, con una singola eccezione: il punto di contatto, tra tutti i presenti, è stato quello che il successo è direttamente connesso con il valore della libertà, non intesa nel senso letterale del termine, ma al contrario declinata secondo il portafoglio etico di ciascuno.

È così che molti decenni fa, il successo femminile è stato legato a doppio filo alla solidità familiare, mentre le professioniste della Generazione X si sono impegnate nel rispecchiare un modello di leadership rampante e dai lineamenti maschili. Le donne della Generazione Y, anche detta Millennials, invece, valutano positivamente la collaborazione, il networking, un soddisfacente work-life-balance e sfatano il mito della piramide gerarchica a favore di organizzazioni più democratiche e accessibili.

E se questo cambiamento dovesse diffondersi come un contagio, che ne sarà degli uomini “Business Only”? Staremo a vedere!

 

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Un commento

  1. Articolo interessante che secondo me inizia a porre nella giusta ottica il tema della leadership al femminile.
    Sarebbe bello riuscire a sottolineare meglio i vantaggi di un modello di leadership diverso da quello che segue standard maschili (probabilmente, come sempre, un mix di stili porta al giusto equilibrio).
    Secondo me per le donne non si tratta di “crederci abbastanza”, Si tratta di “crederci il giusto” ovvero di non diventare schiave delle logiche di potere e della politica del momento ma di perseguire i propri obiettivi e quelli aziendali con una grado di libertà e lucidità maggiore, Questo perché realizzarsi sul lavoro non è l’unica fonte di soddisfazione o l’unico parametro di successo nella vita.
    Ovviamente si generalizza, ogni caso poi andrebbe analizzato individualmente

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