Prendete in mano il vostro CV e fate attenzione: vi siete presentati come esperti di marketing, specialisti dei social media al servizio del business, con una spiccata conoscenza delle lingue straniere?
Attenzione: il vostro profilo, seppur ottimo, potrebbe non risultare così distintivo e unico per le aziende che stanno cercando personale.
Un sondaggio promosso dal Financial Times, “FT MBA Skills Gap Survey 2018”, e condotto su oltre 70 importanti employers in tutto il mondo, ha evidenziato le skill più ricercate e quelle più difficili da trovare nei candidati con alle spalle un MBA.
Curiosi di sapere quali caratteristiche deve avere il professionista più appetibile per il mercato?
Quando il gioco si fa duro, servono le soft skill
Abilità di calcolo, linguaggi di programmazione, nozioni di microeconomia: fare leva su queste capacità rischia di assimilare l’uomo alla macchina. Ciò che, invece, serve per resistere all’invasione dell’AI sono le soft skill: qualità intangibili e attitudinali, generate da un fondo di predisposizione e da tanto studio ed esercizio del professionista.
Le 5 doti più importanti, secondo i Top Employers intervistati dal Financial Times, si confermano essere:
- Problem solving, per affrontare con slancio anche situazioni impreviste;
- Lavorare in team, e saper integrare il proprio contributo all’interno del gruppo di lavoro e, più in generale, all’interno degli obiettivi aziendali;
- Interagire con un gruppo diversificato di persone, dote indispensabile per il leader globale;
- Time management, per gestire al meglio la risorsa scarsa del tempo e strutturare il progress di attività per reali priorità;
- Costruire, gestire e far crescere un network di persone.
La vostra checklist ha dato esito positivo?
Se siete sicuri di possedere tutte e 5 le skill più importanti per le Top Company, è tempo di alzare l’asticella e mirare alle doti più difficili da trovare.
In un mondo di risorse scarse, chi dimostra di possedere le qualità più rare ha un futuro professionale più agevolato.
Ecco le 5 skill più critiche da trovare in un candidato:
- Proattività e resilienza, per puntare a nuove sfide, garantire performance anche sotto pressione e avere la giusta flessibilità per piegarsi, senza spezzarsi, di fronte agli ostacoli, rispondendo in modo costruttivo;
- Pensiero strategico, per essere in grado di guardare sempre la big picture concentrando l’attenzione sui concetti chiave, strutturando azioni e iniziative rilevanti per l’impresa e di lungo periodo;
- Leadership, per entrare in connessione con gli altri e saper guidare un team, influenzando il comportamento delle risorse;
- Capacità di risolvere problemi complessi, pensando out of the box e mostrando spirito d’iniziativa e pensiero critico;
- Capacità di analisi di Big Data, perché – è innegabile – l’interpretazione di dati e delle informazioni numeriche, è il più grande vantaggio competitivo del millennio ed è la qualità più rara sul mercato, addirittura “impossibile da trovare” per il 13% degli intervistati dal Financial Times.
Come raggiungere il profilo perfetto? Servono volontà, studio e tanta consapevolezza, per non trascurare alcun dettaglio.
Vanni
oltre alle caratteristiche citate sopra aggiungerei la capacità del manager/ leader di dare importanza anche alla gestione del tempo libero per attività ludiche e al di fuori del lavoro.
se il manager/ leader non è in grado di crearsi dei momenti di svago sarà un esempio da ammirare nel breve e da evitare nel lungo termine.