Cosa fare quando una decisione si rivela un errore

Quanto sei disposto ad ammettere che la decisione presa era quella sbagliata?

Non è semplice riconoscere pubblicamente di aver fallito, soprattutto quando la rettifica avviene in ambito business.

All’interno dell’ecosistema lavorativo, infatti, entrano in gioco fattori professionali, di status, di seniority e di gerarchia.

Eppure, saper riconoscere di aver preso un abbaglio è cruciale: nel business, una sola scelta errata può impattare sulla quotidianità lavorativa dell’intero team e influenzare, in più modi, i risultati della Company.

Può capitare, ad esempio, che gli obiettivi ottenuti siano lontani da quelli che vi siete prefissati oppure che la persona assunta non sia in linea con le aspettative iniziali. O ancora, potreste aver lanciato una nuova linea di prodotti per il brand di punta, ma le vendite sono ben lontane da quanto preventivato.

Col passare del tempo iniziate a rendervi conto che forse la scelta era sbagliata!

Il dubbio si insinua nella mente, diventa quasi martellante, ma siete ottimisti e andate avanti pensando che il successo stia per arrivare. Senza contare che ammettere l’errore di fronte a capi e colleghi vi sembra inaccettabile.

E nel frattempo, state perdendo tempo e opportunità di rimediare davvero, invertendo il trend negativo.

 

Ecco cosa fare quando prendete coscienza che la decisione presa è quella sbagliata

Avete ammesso, innanzitutto con voi stessi, che la decisione presa con tanta convinzione si è rivelata un clamoroso errore?

Bene: avete appena fatto il primo, importantissimo, passo verso la risalita.

Ecco i prossimi step da percorrere secondo Dorie Clark, docente presso la Duke University’s Fuqua School of Business.

   1. Comprendere l’importanza di agire rapidamente

È difficile accettare che la decisione giusta sia mettere fine a qualcosa in cui abbiamo investito tempo e denaro. È il caso, ad esempio, di coloro che continuano a perseguire un obiettivo lavorativo che non dà gli effetti sperati, ma restano comunque in attesa di un – improbabile – miglioramento. Se i risultati prefissati non accennano ad arrivare è molto meglio per la vostra carriera accettare questa perdita subito, piuttosto che perseverare e insistere.

   2. Identificare una soluzione

Avere una visione chiara di come rimediare alla decisione sbagliata è importante per intervenire prima che la situazione diventi irrecuperabile. La risorsa assunta non è quella giusta per ricoprire il ruolo assegnato? Potrebbe, però, essere disposta ad apprendere le competenze necessarie o rivelarsi una figura chiave per mansioni a cui non avevate, inizialmente, pensato.

   3. Trarre una lezione

Le decisioni prese in maniera frettolosa possono rivelarsi sbagliate. Potreste aver trascurato segnali precisi, che avrebbero dovuto rappresentare un chiaro alert. O forse avete perseguito il vostro obiettivo fino alla fine, pur sapendo che non era la cosa più giusta da fare. A questo punto è bene prendersi del tempo per capire cosa e dove avete sbagliato: oltrepassare eventuali pregiudizi personali e delineare un piano strategico per superarli, è determinante per evitare di cadere nello stesso errore la prossima volta.

   4. Condividere ciò che si è imparato

L’atteggiamento più semplice di fronte ad un fallimento è quello di nascondere le decisioni sbagliate, come polvere sotto il tappeto, facendo finta che non si siano mai prese. Assumersi le proprie responsabilità, al contrario, accresce e fortifica il carattere e arricchisce l’esperienza personale. Per questo motivo, condividere con gli altri ciò che abbiamo appreso dalla scelta sbagliata è segno di maturità e spirito costruttivo.

Tutti commettono errori e, anche se è difficile ammettere davanti ai colleghi il proprio fallimento, cercare un rimedio valido e intervenire in tempi brevi può mitigare il problema.

Un’ottima mossa per guadagnare il rispetto degli altri, trasformando un passo falso in un’opportunità.

 

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