La scorsa settimana ci siamo soffermati sulla domanda: “leader si nasce o si diventa?”, scoprendo che in realtà le qualità innate di un buon leader possono essere apprese o potenziate attraverso lo studio e la pratica.
Già, ma di che caratteristiche si tratta?
L’evoluzione del concetto di leadership sta in realtà rimescolando le carte e i paradigmi, nei quali entrano nuove soft skills e ne escono di hard, riequilibrando il bilancio verso una dimensione più umana e “alla mano”.
Seguendo il parere di esperti e delle aziende più innovative, ecco quindi alcuni spunti di riflessione su come appare (o dovrebbe apparire) il “nuovo leader”.
Il leader moderno ha un proprio unico stile di leadership
Charles Colton scrisse che “l’imitazione è la più sincera delle forme di adulazione”. Attenzione però: questo non vale per la leadership. Gli esperti di Hays, società di recruiting internazionale, suggeriscono di trovare un proprio autonomo stile, cercando di dimenticare per quanto possibile quello degli altri.
La leadership dev’essere vista come un abito di alta sartoria: su misura per far sentire a proprio agio chi lo andrà a indossare.
Il leader moderno può decidere di non esercitare la sua leadership
La leadership di cui Google è alla ricerca nei suoi dipendenti – e a maggior ragione nel suo managerment – è differente rispetto a tante altre aziende. Viene definita dagli stessi addetti alle HR una “leadership emergente”, e non riguarda il solo coordinamento delle risorse.
Come riferito da Laszlo Bock, in un’intervista per il New York Times ripresa dal Post, consiste nel “fare un passo avanti per prendere una decisione”, ma anche nel “saper passare la mano e lasciare il potere decisionale a qualcun altro, quando è necessario”.
Insomma, sapere anche quando è il momento di non esercitare il potere.
Il leader moderno sa richiedere un parere altrui
Tra i principi della buona leadership che Amazon richiede costantemente ai suoi collaboratori c’è la capacità di fare autocritica. Il buon leader non pensa di avere sempre ragione, ma è in grado di confrontarsi con tutti e di cambiare idea se necessario.
Questo si declina in un altro principio sempre valido nell’esercizio della leadership: la richiesta di un feedback esterno sulla bontà del proprio operato.
Il leader moderno vede sia la dimensione macro che quella micro
Ulteriori lezioni di moderna leadership possiamo trarle dall’esperienza di Apple e Samsung nel mercato dell’innovazione tecnologica. Su Forbes, Haydn Shaughnessy fa riferimento alla visione globale che declina in quella particolare, per cogliere le opportunità macro e quelle micro, facendo riferimento al mercato dei device, che ha dato a sua volta vita a quello delle app.
Il leader sa avere una visione d’insieme del business, ma allo stesso tempo è in grado di scendere rapidamente nel dettaglio dell’analisi e delle decisioni.
Il leader moderno è un comunicatore
Senza necessariamente arrivare ai picchi di Steve Jobs o Jeff Bezos, il buon leader è in grado di comunicare le proprie idee in modo chiaro, sintetico e coinvolgente. Non si tratta però di sola comunicazione delle direttive. I leader moderni trasmettono anche il proprio sapere, le proprie conoscenze e suggerimenti, affinché l’intero gruppo di lavoro ne possa trarre giovamento.
Il nuovo leader, insomma, non è l’entità astratta a cui eravamo abituati, ma un generale che guida le sue truppe in prima linea.
Queste 5 delle principali evoluzioni del concetto di leadership. Quali ritenete potrebbero essere le altre?