Come individuare il vero leader nel gruppo

Come individuare il vero leader nel gruppo

Individuare la persona giusta per un ruolo da leader non è un compito semplice per i selezionatori che si trovano ad affrontarlo. Districarsi tra i candidati, tra le loro esperienze e le loro skill, scegliendo le competenze che meglio s’incastrano con le necessità della Company, può risultare particolarmente complesso.

I parametri di valutazione sono differenti. Diversi sono i metodi di selezione e scouting. Variano da azienda ad azienda anche i profili ritenuti validi e potenziali.

In un ventaglio di soggettività, tuttavia, c’è un aspetto che mette tutti d’accordo e che non può mancare in un professionista in grado di farsi carico di una squadra da gestire: l’attitudine alla leadership.

A dirlo, sembrerebbe semplice: meglio orientarsi verso i candidati sicuri di sé, responsabili e con una naturale predisposizione al comando.

Fuoco? Fuochino? No: proprio un buco nell’acqua.

Sembrerebbe, infatti, che i manager che si auto eleggono a “leader” e che riconoscono di avere doti di gestione, comando e persuasione non siano i migliori fuoriclasse sul mercato.

Osservare dall’esterno un manager – attività che i selezionatori fanno sempre durante un processo di ricerca – rischia di far cadere nel pregiudizio: i leader che si auto incoronano, che si mostrano dominanti e molto self-confident appaiono come quelli con il maggior potenziale, ma si rivelano quelli meno capaci di influenzare il pensiero e il comportamento altrui.

 

Il leader eletto dal gruppo: è lui la vera guida

Come diventare un vero leader, quindi? Semplice: ottenendo questo riconoscimento direttamente dal gruppo di appartenenza.

Un’affermazione che può sembrare banale, ma che porta con sé un importante cambio di prospettiva: dal focus sull’”io”, sulla crescita personale del manager, sugli obiettivi individuali, al focus sul “noi”, con un’attenzione verso l’obiettivo comune, piuttosto che verso il solo profitto personale.

È solo quando un gruppo di persone e il loro manager sono legati tra loro, quando sentono di appartenere alla stessa squadra e di condividere valori, esperienze e timori, che il capo diventa un leader efficace.

Come scaricare a terra questa riflessione teorica? Semplicemente smettendo di sgomitare per emergere rispetto agli altri e impegnandosi, al contrario, per amalgamarsi con il gruppo, dimostrando interesse nel lavorare all’interno del gruppo e non con uno spirito individualistico.

La bontà di questo metodo è confermata da un’analisi svolta da Kim Peters e Alex Haslam – due professori dell’Università del Queensland – su un gruppo di Royal Marines.

La ricerca, i cui risultati sono stati citati anche da un articolo pubblicato sull’Harvard Business Review, ha analizzato la coincidenza tra la percezione individuale di sentirsi leader e l’effettivo riconoscimento del gruppo.

Quello che è emerso, non sorprende: i Marines che si consideravano leader naturali non trovavano riscontro tra i loro pari. Al contrario, quelli che si comportavano come follower e parte integrante della squadra ottenevano il consenso del team.

E i selezionatori? Completamente miopi: rimanendo fuori dalle dinamiche sociali delle reclute, i valutatori hanno ottenuto una visione distorta della situazione, eleggendo a leader i Marines rigettati dal team e scartando i professionisti scelti dal basso. Un abbaglio che contagia negativamente il mondo del business: guardando dall’esterno, i professionisti HR ricercano caratteristiche standard che dovrebbero contraddistinguere un leader, perdendo l’opportunità di sperimentare personalmente gli equilibri di fiducia e consenso che sbocciano all’interno del team e che portano all’incoronazione della guida voluta dal popolo.

In conclusione: è innegabile che una personalità brillante e un carattere distintivo giochino un ruolo fondamentale nell’attitudine alla leadership. Tuttavia, essere dei cavalli di razza può non bastare: bisogna prestare attenzione anche al riconoscimento sociale che nasce, spontaneamente, quando il manager si mette al servizio della squadra e si unisce al gruppo nel lavoro e negli obiettivi.

Solo quando il leader è uno del gruppo, quindi, può davvero eccellere: che voi siate candidati o selezionatori, tenetene conto.

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