Secondo una recente ricerca pubblicata da uno dei più autorevoli quotidiani italiani, in media trascorriamo oltre 99.000 ore della nostra vita al lavoro.
Diventa evidente, quindi, come una Società non possa più semplicemente limitarsi ad offrire alle proprie risorse un ambiente di lavoro confortevole ed uno stipendio congruo: la sfida, nel nuovo millennio, si gioca sui campi della soddisfazione del personale, sia fuori che dentro gli uffici.
La parola chiave per le Company più moderne e all’avanguardia si chiama cultura d’impresa e riguarda la creazione di un asset di valori immateriali che l’azienda deve essere in grado di tradurre concretamente nella vita quotidiana dell’organizzazione.
L’obiettivo? Soddisfare al massimo le aspettative delle risorse umane, tanto da incentivare le candidature dei migliori talenti e trattenere i dipendenti all’interno dell’impresa.
Non ci stupisce che, tra le aziende particolarmente performanti in termini di cultura aziendale, spicchino nomi di Company con sede nella Silicon Valley.
Google, Apple, Facebook, solo per citarne alcune, sono diventate per i dipendenti molto di più che un semplice posto di lavoro: ristoranti gourmet, la possibilità di portare con sé il proprio cane, campi sportivi integrati negli imponenti building aziendali, nursery all’avanguardia, servizi di lavanderia e car washing per gli impiegati, hanno trasformato queste imprese in veri e propri fornitori di benefit unici e irripetibili.
Non tutte le aziende, però, hanno le possibilità per replicare il brillante esempio dei colossi d’oltreoceano.
Che fare, allora?
Partiamo dalle basi! Ecco qualche semplice consiglio per iniziare a costruire una cultura d’impresa unica e distintiva, abbracciando le necessità delle persone per attrarre e trattenere i migliori talenti.
1. Mission, Vision e Valori aziendali
Un’impresa deve avere una chiara visione ed un asset di valori alla base, in grado di ispirarne il percorso. È importante, quindi, partire tracciando il carattere dell’azienda, il suo profilo distintivo, il suo obiettivo concreto ed il modo in cui, giorno dopo giorno, cerca di conseguirlo.
Dopo aver disegnato la personalità della Company e definito la direzione verso cui dirigere il business, è importante declinare in maniera coerente tutte le sue manifestazioni.
Come? Con l’aiuto dei dipendenti, ovviamente!
È fondamentale che le risorse umane di un’azienda, che rappresentano i veri ambassador del brand, si comportino in linea con i valori e la mission aziendale.
Un buon incentivo per remare tutti nella stessa direzione è quello di valorizzare, con premi, riconoscimenti e benefit, i dipendenti più performanti ed allineati alla cultura aziendale.
2. Le persone, oltre il ruolo
Vi siete mai chiesti perché oggi si tenda a parlare sempre più spesso di risorse umane, piuttosto che dipendenti?
È decisamente cambiata la prospettiva: gli impiegati diventano persone, rompono le barriere tra lavoro e vita privata e costruiscono, tra loro e con la Company, relazioni autentiche e durature.
Una cultura d’impresa vincente è quella in grado di valorizzare il lato umano delle persone, celebrando non solo i loro successi al lavoro, ma anche i loro traguardi privati, come i matrimoni e la nascita di figli o i momenti di difficoltà, creando una rete di salvataggio sincera ed efficace.
3. Promuovere la cultura del divertimento
Basta uffici grigi e manager ingessati!
Le Company del nuovo millennio devono riconoscere l’importanza del sano divertimento e del coinvolgimento dei dipendenti come driver sociale per creare coesione di team e diffondere un mood positivo.
Per migliorare il clima aziendale non servono grandi invenzioni. Una colazione tutti insieme una volta alla settimana, la creazione di squadre sportive aziendali o eventi informali post lavoro: tutto è utile per promuovere la cultura del divertimento e stimolare le relazioni.
4. Ascoltare la voce dei dipendenti
Non c’è cosa peggiore di un’impresa con un atteggiamento ottuso e scostante.
Avere un approccio di negazione verso i problemi delle proprie risorse, non contribuirà a farli scomparire: al contrario, tenderà ad ingigantirli e a creare malumore diffuso.
La soluzione?
Porte aperte, momenti di confronto e scambi di opinioni contribuiscono a far emergere gli aspetti negativi presenti al lavoro e a risolverli più facilmente, prima che si trasformino in drammi.
cristiano
Condivido fermamente questa impostazione, avendola respirata (e non vissuta) in alcune grandi aziende italiane con socio di maggioranza statunitense. Spesso però in Italia si fatica a seguire queste regole anche perchè in genere e soprattutto qui a Nord – est, le aziende sono piccole – medie aziende che non hanno divisioni così marcate nei ruoli. L’imprenditore spesso è parte integrante della forza lavoro. Questo agevola molto, rende il rapporto molto “americano”, ma ha lo svantaggio di non rendere secondo me consapevole l’imprenditore stesso dei bisogni di soddisfazione personale di alcune delle sue risorse umane. La ricetta non c’è e le regole poste qui sono sempre valide dove il sistema è strutturato, dove le aziende per esempio hanno deciso di investire in un responsabile Risorse Umane, che diventa il vero filtro tra l’imprenditore e i dipendenti.