Come costruire relazioni significative con i dipendenti

Che rapporti avete con i vostri collaboratori? Strettamente professionali e distaccati, oppure amichevoli e di reciproco sostegno? Sapete ascoltarli davvero?

La risposta a queste domande ha delle conseguenze dirette sul vostro lavoro: non solo sulla piacevolezza di una pausa caffè o di un aperitivo tra colleghi dopo l’orario di ufficio, ma anche sui risultati e successi del vostro team.

La capacità di costruire delle relazioni significative, di valore, e non semplici “buoni rapporti”, infatti, si riflette sulla soddisfazione dei collaboratori, sul loro grado di coinvolgimento e sulla coesione del gruppo. L’obiettivo a cui tendere – suggeriscono gli esperti di coaching – è la creazione di una cultura collaborativa.

Non è un’impresa da poco. La ragione è semplice: le regole della sfera lavorativa e di quella extralavorativa non sono le stesse.

Il segreto per superare la sfida? Essere bravi “equilibristi” e non oltrepassare alcuni confini, come suggerisce Kim Scott, esperta di coaching e autrice del saggio “Radical Candor: Be a Kickass Boss Without Losing your Humanity”. Una donna molto conosciuta nella Silicon Valley per il lavoro svolto in società tecnologiche come Google, Apple, Twitter e Dropbox: tutte realtà dove il senso di community e di team è molto forte.

Ecco i suoi consigli.

  1. Personale, ma non troppo…

Il primo suggerimento è quello di relazionarsi in modo diretto e “personale” con i collaboratori. Parlate con loro a tu per tu, singolarmente, comunicate apertamente la vostra opinione sia quando il loro lavoro è soddisfacente sia quando non lo è. Coinvolgete le persone in sfide individuali e dimostratevi a vostra volta coinvolti nei loro obiettivi. Attenzione, però, a non diventare invadenti.

  1. Evitate le forzature

Un leader capace di ridurre le distanze è tendenzialmente percepito come un alleato, più che come un “capo”. Ma sforzarsi di essere popolari a tutti i costi è controproducente: ciò che appare poco sincero genera sospetto. Produrreste, in sostanza, l’effetto opposto.

  1. Complimenti in pubblico, critiche in privato

Lodare il buon lavoro di un vostro collaboratore in presenza di altri colleghi rafforzerà la sua autostima e la sua motivazione, oltre a stimolare l’intero gruppo a seguire l’esempio. Criticare qualcuno in pubblico, al contrario, è inutilmente deleterio perché crea insicurezza e tensioni.

  1. Imparate ad ascoltare

È forse il consiglio più importante. Non pensate di cavarvela con qualche conversazione  durante la festa aziendale o in un’uscita tra colleghi: l’ascolto vero è altro. Si tratta di mettere in gioco la leva dell’empatia, facendo in modo che le persone si sentano considerate e concedendo loro tempo e attenzione.

  1. Dite la verità

Oltre ad ascoltare, è importante fornire un feedback. Se un vostro collaboratore ha svolto bene o male il suo lavoro, se ha commesso un errore o, al contrario, merita un elogio, comunicate il vostro pensiero con trasparenza. Il feedback è utile se è specifico e sincero: non serve a lusingare ma a incoraggiare, non a demotivare ma a correggere.

I consigli della “guru” del coaching della Silicon Valley dovrebbero aver sfatato qualche luogo comune. Socializzare non significa diventare degli alleati: gli appuntamenti mondani, le feste aziendali e altri eventi extralavorativi sono un’occasione per conoscersi, ma non è così che si costruiscono veri legami. Chiacchierare “del più e del meno” è utile per far passare il tempo, ma non per creare una cultura collaborativa. La capacità di ascoltare e il dialogo, invece, sono le fondamenta dei team di lavoro più solidi. E destinati al successo.

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