5 cose da sapere su chi frequenta un MOOC gratuito

Ci sono due possibili letture dell’acronimo MOOC. La prima è quella canonica: Massive Open Online Courses, corsi universitari e post universitari offerti gratuitamente a chiunque abbia tempo e desiderio di seguirli da remoto, attraverso una connessione Internet.

La seconda è diretta conseguenza della prima. I MOOC sono aperti a tutti, senza limiti di età, genere, nazionalità o reddito. Con un obiettivo più ampio: un mondo nel quale, indistintamente, chiunque possa accedere all’istruzione delle università più prestigiose senza sborsare un centesimo, o senza doversi trasferire fisicamente là dove hanno sede.

È davvero così, o l’open education rimane un’utopia? Dopo un primo periodo di rodaggio e assestamento possono essere tratte le prime conclusioni a riguardo.

L’Università della Pennsylvania ha condotto un’indagine su 35.000 degli oltre 400.000 utenti Coursera, piattaforma di corsi online fondata a Stanford e tra le più importanti del panorama.  I risultati sono stati riportati recentemente da Slate.

5 fatti statistici di rilievo sui MOOC gratuiti

#1 – due terzi degli studenti intervistati provengono dai paesi economicamente più sviluppati, in particolare Stati Uniti, Europa, Giappone, Canada, Australia e altri paesi OCSE.

#2 – l’83% degli studenti che frequentano un MOOC sono già in possesso di una laurea o titolo di studio equipollente, e ciò vale anche in quei paesi dove soltanto il 10% della popolazione ne ha uno.

#3 – il 69% degli iscritti lavora, e ciò dimostra ulteriormente la natura versatile dei corsi di alta formazione fruibili online, come già spesso rimarcato sulle pagine di questo blog.

#4 – il 56% è di sesso maschile, ma la percentuale sale al 62% quando parliamo di paesi in via di sviluppo, e addirittura 68% nei BRICS. Negli U.S.A., d’altro canto, l’accesso è equamente ripartito tra i due generi.

#5 – la percentuale di studenti con meno di 30 anni iscritti a un MOOC è più elevata nei BRICS e negli altri paesi in via di sviluppo: 30% contro il 24% degli Stati Uniti e degli altri paesi OCSE. Ciò potrebbe essere legato alla maggiore incidenza di giovani nelle popolazioni dei primi.

Perché i MOOC gratuiti non sono ancora “open”?

In sintesi, la via che conduce a un pieno e democratico accesso all’istruzione appare quantomeno ripida. Il profilo dello studente iscritto ai MOOC è, utilizzando un altro acronimo, molto vicino al WASP, con un ulteriore divario di genere relativo soprattutto ai paesi “developing”.

Le ragioni, riprendendo ancora una volta il post di Slate, non sono difficili da comprendere.  A influire maggiormente sono le carenze tecnologiche, sia di accesso a computer che alle reti internet, una scarsa alfabetizzazione informatica e più in generale un minore livello di istruzione, che impedisce l’accesso a un bacino potenzialmente estendibile a miliardi di utenti. A ciò vanno aggiunte le invalicabili barriere linguistiche.

Le sfide, per i MOOC, sono anche sul versante dell’elevato tasso di abbandono, di cui parlammo qualche settimana fa, e della gratuità stessa dei corsi, che pone interrogativi sulla sostenibilità economica del progetto. È comunque un dato di fatto che i corsi post universitari online stiano riscuotendo sempre maggior successo e attenzione in tutto il mondo.

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