Il motore c’è, la carrozzeria anche, il bolide è l’ultimo modello, fiore all’occhiello dell’innovazione automobilistica. Piace al mercato e alla critica di settore. Eppure non gira, non accelera, non performa secondo le aspettative.
È quello che capita ai manager con tutte le potenzialità al posto giusto, ma poco esplosivi.
La “patologia” business si chiama under-management e la sintomatologia principale comprende performance deboli, poca brillantezza e risultati che non arrivano.
Le cause? Talvolta il desiderio di essere apprezzati dal team e dai peer,può creare resistenza nello svolgere il proprio ruolo con efficacia, rendendo difficile essere autoritari – quando serve – e inibendo la comunicazione di feedback negativi, per non creare malumore.
Anche il conflitto, così utile per incentivare le persone a dare di più e scuotere le situazioni di stallo, è visto dai manager “basso performanti” come uno scoglio da evitare, così da mantenere un clima sempre disteso in ufficio ed eludere situazioni stressanti e spiacevoli.
E così, i manager affetti dal morbo dell’under-management sono leader empatici e ben voluti da tutti, ma non centrano il target per cui sono stati assunti: portare a casa risultati positivi, con costanza.
Se sentite di essere a rischio di under-management non disperate: la buona notizia è che migliorare è possibile.
Come? Iniziando da un cambiamento motivazionale per lavorare su 3 specifici atteggiamenti.
1. Non scappate dai conflitti
Il conflitto fa parte della vita professionale. E non va sempre inteso come un elemento negativo e distruttore, ma al contrario può spesso generare crescita e commitment elevato. Dopo un momento di tensione e confronto, anche acceso, prendono vita idee vincenti e condivise, e si afferma una posizione solida e sgombra da equivoci. Il conflitto aiuta anche le risorse a lavorare con più energia, cancella l’apatia e scuote i colleghi sopiti e troppo sedentari. Non abbiate paura del conflitto, ma imparate a gestirlo: per farlo servono capacità di negoziazione, doti di ascolto e mediazione.
La motivazione in più per gestire il conflitto? Le tensioni, se troppo taciute, rischiano di macerare a lungo e di scoppiare all’improvviso.
2. Chiarite gli obiettivi
Se i risultati non arrivano, vi siete chiesti se il problema non stia nella scarsa chiarezza dei compiti? Magari il vostro team non sa cosa deve fare e non ha chiari gli obiettivi da raggiungere.
Anche se li trovate noiosi e lunghi da concepire, da stilare e da condividere, gli obiettivi strategici sono uno strumento indispensabile per orientare le attività di un team: servono da roadmap al gruppo per conoscere sempre la direzione da tenere, e servono a voi per avere sotto controllo l’avanzamento dei progetti.
3. Sottoponete l’impegno a costanti check
Periodicamente, verificate che quello che state facendo – sia voi personalmente che il vostro team – sia realmente il meglio che potete fare.
Non abbiate paura di chiedere alle vostre risorse se il lavoro svolto è stato il massimo possibile o se c’è ancora margine di miglioramento. Verificare l’impegno di ciascuno aiuta ad aumentare il commitment individuale ed a far sentire ogni risorsa realmente responsabile dei task che gli sono assegnati.
Lo stesso challenge vale per voi: soprattutto se siete vittime dell’under-management tenete il vostro operato sempre sulla corda e chiedete a voi stessi sempre di più. Alzare l’asticella è un ottimo allenamento per fortificarsi ed abituarsi a raggiungere obiettivi sempre più sfidanti.