Desideravi una promozione da anni. Hai fatto di tutto per ottenerla: orari prolungati, massimo impegno, partecipazione volontaria a progetti sfidanti.
E ora che ti hanno nominato nuovo leader del reparto, le bollicine dell’eccitazione iniziano a diradarsi, lasciando spazio alle incertezze: “sarò in grado di essere un buon capo?”, “come devo comportarmi con il team per dare la giusta immagine di me?”.
Niente teorie a lungo termine: quello che stai cercando è un set di risposte per gestire il qui e ora e per placare l’ansia del primo periodo in ufficio, nella nuova veste di “capo”.
Ecco, quindi, 3 semplici consigli offerti da Judy Marks, attuale CEO di Siemens USA.
1. Lasciati guidare!
“È uno scherzo!” – starai pensando – “ho appena assunto una posizione di controllo e mi stai consigliando di…”: sì, di lasciarti guidare e consigliare, da chi ha più esperienza di te, in termini di permanenza in azienda o di seniority.
Abbandona l’idea del classico boss saccente e spingiti verso la concezione del leader moderno: una figura aperta, in grado di comunicare in modo trasparente e di amalgamarsi con le sue risorse, ascoltando tanto e con orecchie “sincere” e traendo, dalle esperienze altrui, spunti e consigli per migliorarsi ogni giorno e per apprendere costantemente.
Un vero leader, insomma, è quello che si fida delle proprie risorse e che ne apprezza le diversità, mettendo le competenze di ognuno a fattor comune per il bene della squadra, e facendo sentire ogni membro del team importante e responsabilizzato.
2. Sii uno di loro
“Ci risiamo!”, dirai.
Sì, ci risiamo: essere diventato il leader del gruppo non ti ha trasformato in un’entità superiore. Al contrario, se possibile, ha aumentato la necessità, per te, di sviluppare empatia e di migliorare le tue doti di intelligenza emotiva.
Niente atteggiamenti costruiti, o finta comprensione: entra davvero in contatto con le tue risorse, ascoltali, presentati a più persone possibili, allaccia rapporti con l’individuo che c’è sotto il dipendente.
Solo se i membri della tua squadra riconosceranno in te un’attenzione sincera e un autentico interessamento ai loro problemi quotidiani – all’apparenza piccoli se osservati dall’alto – inizieranno ad aprirsi e a fidarsi di te, collaborando ad ogni condizione e confidando nelle tue abilità.
3. Stimola il team
Assegnare i compiti. Verificare che vengano svolti. Dare un feedback. Fatto.
Davvero pensi che questa sia la vita di un leader? O forse, questo flusso di azioni assomiglia più a quello di una balia?
I segreti di un team vincente, al contrario, sono quelli di poter agire anche autonomamente, di superare le richieste del leader e di sapersi – e volersi – spingere oltre il perimetro del singolo task.
Il driver verso il successo? Un team di risorse unite, volenterose, attive e coinvolte.
E per farlo, bisogna saperle motivare: caro nuovo leader, questo compito spetta a te.
Come insegna Judy Marks, questa è un’attività da svolgere quasi quotidianamente: metti in secondo piano i festeggiamenti sontuosi dopo i grandi successi, perché i grandi eventi accadono troppo sporadicamente, mentre i tuoi dipendenti hanno bisogno di sentire la tua fiducia e il tuo entusiasmo ogni giorno.
Impara, quindi, a celebrare ogni piccolo traguardo, a sottolineare ogni successo, a riconoscere la conquista delle singole milestones e a congratularti con il team.
Buon lavoro, spirito leader!