A lezione dalle giovani donne per uscire dalle crisi?

pni-unical-2015
A cura di Dhebora Mirabelli.

Analizzando i dati Istat 2008-2013 emerge che negli anni della crisi il tasso di occupazione femminile ha subito una contrazione più contenuta (pari al -0,6%) rispetto a quella maschile (pari a -4,6%).

Si registra una progressiva diminuzione del gap lavorativo italiano tra donne e uomini, ridottosi dal 2000 al 2013 di 10 punti percentuali. La presenza delle donne nel Mercato del lavoro determina un incremento e, in alcuni casi addirittura una sostituzione, della produzione di reddito delle famiglie.

Sebbene si è parlato di una distorsione della fotografia sull’occupazione italiana dovuta al proliferare di contratti flessibili a prevalente appannaggio femminile a discapito di quelli a tempo indeterminato e, di conseguenza, ad un peggioramento della qualità del lavoro quale causa di riduzione del gap occupazionale; un dato è certo: negli ultimi anni l’autoimprenditorialità femminile è stata in forte aumento.

Secondo il rapporto Unioncamere del 2015, le start up innovative femminili nel corso del 2014 sono cresciute del 50,6%. Sono ora “rosa” il 12,4% delle oltre 3.200 start-up innovative italiane. Le “nuove” donne investono in ITC, ricerca e sviluppo e produzione di software.

Le donne dimostrano di reagire alla crisi non solo con risolutezza e creatività ma anche con una buona dose di coraggio che porta a rendere più che mai competitivi all’estero tradizione e saperi della nostra amata Italia.

Le imprese artigiane femminili rappresentano il 16%. Beneficiano della presenza delle donne più di tutti i settori: tessile, alimentare e quello dedito alla realizzazione di gioielli.

In generale, il primo semestre del 2015 fa registrare il raggiungimento della quota 1.306.214 (pari al 21,6%) delle imprese con una donna al vertice o una partecipazione femminile maggioritaria.

Ma chi sono le donne di oggi che creano impresa?

Di seguito, ecco le c.d. personas secondo i dati dell’Osservatorio sull’imprenditoria femminile.

Donna diplomata o laureata, trentacinque-quarantenne, residente al Centro-Sud e fino a ieri impiegata o casalinga.

Le stesse, sono sempre di più incentivate da interventi atti a promuovere l’accesso al credito, a favorire l’export oltre che grazie ai c.d. aiuti di Stato dedicati ai giovani e alle donne che intendono creare nuove imprese.

Dimostrazione che ogni azione dedicata al segmento femminile riceve una risposta più che significativa in tema di autoimprenditorialità.

Non da meno è il Premio Nazionale per l’innovazione che introducendo d’Intesa con il Governo un Premio Speciale dedicato alle Pari Opportunità volto a diffondere la cultura d’impresa femminile presso le Regioni Calabria, Puglia, Basilicata, Sicilia e Campania, prima e, a livello nazionale, in questi giorni; sta contribuendo a far emergere il valore “rosa” dell’innovazione nelle categorie: Life Sciences, Cleantech & Energy, Industrial e ITC.

Presso l’Università della Calabria (UniCal) di Cosenza oggi e domani l’evento finale e la premiazione delle migliori idee di Imprese innovative in ottica di pari opportunità nascenti negli oltre 50 tra Universita’, Incubatori accademici ed Enti (IIT, CNR, ENEA) che fanno parte del circuito PNI.

Attendiamo i risultati per dar nota dei vincitori e commentare le future neo-imprese.

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