4 pratiche essenziali per attrarre e trattenere i migliori talenti

4 pratiche essenziali per attrarre e trattenere i migliori talenti

C’era una volta il posto di lavoro: un impiego per la vita, mirato alla stabilità personale, professionale e soprattutto economica.
 Un percorso che nel passato era molto lineare: entrare in un’impresa, firmare il contratto, votare fedeltà e lealtà all’azienda, fino alla pensione.

Oggi, invece, si parla di “job hoppers”: giovani – e meno giovani – professionisti, interessati alla carriera e al successo, che senza scrupoli cambiano lavoro ad ogni nuova, golosa, opportunità di mercato.

Nel mezzo, ci sono i professionisti del nuovo millennio che, secondo recenti ricerche, cambiano posto di lavoro mediamente 10 volte nel corso della vita.

È evidente, quindi, che nell’economia del futuro la risorsa più scarsa e critica per le aziende sarà quella umana: un capitale da affascinare, per conquistare i migliori talenti, e da trattenere per non disperdere gli sforzi formativi e valorizzare il know-how interno.

Ma come? 
Ne ha parlato Michael BuehlerHead of Infrastructure & Urban Development del World Economic Forum, spiegando quali sono le 4 variabili da tenere in considerazione per attrarre i migliori talenti.
 Alla domanda “come si deve comportare oggi un’azienda per essere appetibile per i migliori talenti in circolazione, per farsi scegliere e massimizzare il commitment dai propri dipendenti” Michael Buehler ha risposto così:

1. Creare una cultura tribale

Il senso d’appartenenza ad un’azienda è una discriminante in grado di influenzare la volontà dei dipendenti di andare o restare.
 Lavorare in una company, significa poco più che ricoprire un ruolo, avere un job e delle responsabilità ben precise.
 Far parte di un team, invece, è molto di più. Significa sentirsi pienamente coinvolti nelle attività quotidiane, vuol dire respirare e promuovere l’empatia che si crea tra i membri della squadra, e significa, infine, sposare la cultura dell’azienda, condividerne i valori, gli obiettivi e dare tutto per raggiungerli.
 Per un’azienda che vuole attrarre e trattenere i migliori talenti, è fondamentale investire nella cultura aziendale, e arricchire il propro organico con team leader inspiring in grado di stimolare il senso di tribù e coesione tra i membri del team, e di alzare l’asticella della produttività e della performance, per spingere tutti a dare il massimo.

2. Puntare sulla diversità

E non stiamo parlando solo di quote rosa.
 La diversità – nel senso più ampio del termine – è una variabile fondamentale per diventare grandi company in grado di attrarre e trattenere talenti.
 Il motivo?
 Professionisti di diverso genere, età, provenienza geografica e background lavorativo sono in grado di rendere un team molto ricco, versatile e preparato su tantissimi fronti.
 Lavorare in un team diversificato, infine, è molto stimolante – offrendo ampie opportunità di crescita personale e professionale – e infleunza positivamente l’innovazione e la creatività grazie ad un confronto sempre fertile e mai scontato.

3. Avere fiuto per il potenziale

Una voce che, effettivamente, non si trova dentro un tradizionale curriculum. 
Il potenziale, ovvero lo spirito di apprendimento, di crescita e di adattamento di una risorsa, è la vera killer application per i professionisti del nuovo millennio.
 Un candidato può essere perfetto per uno specifico ruolo in un preciso momento: ma che succede se i piani aziendali cambiano, se la company si evolve, se improvvisamente c’è bisogno di traformarsi? I talenti con meno skills specifiche, ma elevato potenziale e spirito di adattamento saranno gli assi nella manica su cui costruire il futuro aziendale.
 Il potenziale, dunque, è una variabile immateriale, ma che i recruiters possono fiutare quando una risorsa si mostra curiosa, motivata, determinata e proattiva.

4. Offrire benefit rilevanti

Offrire unicamente un rewarding economico per attrarre nuovi talenti, può mostrare il rovescio della medaglia. Soprattutto quando la nuova risorsa ha già raggiunto un determinato livello di carriera, uno stipendio più elevato può accendere un commitment dalla miccia corta.
 Ciò che fa la differenza oggi, e che è  quindi in grado di trattenere le migliori risorse all’interno di una company, sono i benefit immateriali ma molto rilevanti per i professionisti.
 Come la flessibilità: orari di lavoro modulari, lavoro da remoto e in luoghi spesso a discrezione del dipendente.
 O un buon work-life balance, per garantire soddisfazione sia come professionista che come persona.
 O ancora la responsabilità: date ad un talento dall’elevato potenziale il controllo di un team o di un progetto e otterrete il suo commitment.

 

(2) commenti

  1. Purtroppo oggi cambiare spesso azienda non è visto di buon occhio. È impensabile che una persona rimanga una vita intera in un’azienda: non è sano né per la persona tanto meno per l’azienda. Questo concetto non è ancora entrato nella logica di molti imprenditori italiani. La vera ricetta per la crescita di un’azienda è la novità, il cambiamento. Finché non ci si convince che la ricerca non è solo volta ai business o ai nuovi mercati ma alle persone che nelle aziende fanno la differenza.

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  2. Buongiorno all’ estero se un lavoratore ha cambiato poche volte lavoro è meno qualificato di uno che ha cambiato più aziende e quindi fatto più esperienza . Se in media un lavoratore in 40 anni di lavoro cambia 10 aziende vuol dire che ogni quattro dobbiamo cercare un nuovo collaboratore, sicuramente ciò influisce sui costi di formazione. Come si fa a gestire questo evento?

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