Chi fa da sé fa per tre. Non proprio.
Sempre più spesso la possibilità di arrivare al successo e diventare un ottimo leader dipende dalla quantità e dalla qualità dei contatti costruiti nel corso della carriera.
Oltre al talento individuale, alla capacità di gestire lo stress, alle doti gestionali e all’intuito, un grande manager si riconosce dall’abilità di fare networking e di costruire una solida rete di supporto.
Un compito tutt’altro che semplice: molti, anzi moltissimi professionisti non hanno le doti e l’attitudine da socialite, e non amano sfruttare i contatti con le persone che contano a fini puramente egoistici. In effetti, il pensiero di intavolare una discussione all’apparenza amichevole, semplicemente per un tornaconto professionale, qualche remora morale può farla venire. Opportunismo, calcolo, interesse: se fare networking significa votarsi a questa triade di valori, non si può che pensare che un leader sia un essere spietato e freddo.
E invece, guardando la situazione da altre prospettive, fare networking può essere davvero piacevole e utile, non solo a sé stessi, ma anche nell’interesse dell’azienda: una valida rete di contatti, infatti, oltre ad accendere le prospettive di carriera, migliora la qualità del lavoro quotidiano, spinge all’innovazione e influisce sul livello di soddisfazione.
Lo hanno dimostrato 3 ricercatrici come Tiziana Casciaro – associate professor of organizational behavior at the University of Toronto’s Rotman School of Management – Francesca Gino – professor at Harvard Business School – e Maryam Kouchaki – assistant professor of management and organizations at Kellogg School of Management, Northwestern University – che da uno studio condotto in Italia e negli USA su centinaia di studenti, professionisti e su 174 avvocati di un prestigioso studio legale, hanno identificato alcune regole chiave per imparare a fare networking in modo efficace e senza traumi.
1. Cambiate punto di vista
Se siete una persona introversa e poco incline alle relazioni interpersonali, probabilmente odiate fare networking. Partecipare ad eventi mondani, colmi di professionisti e densi di aspettative, vi carica di stress. Partire con queste premesse non potrà che rendere la vostra partecipazione ad un happening un vero disastro. E se invece che concentrarvi sulla seccatura dell’evento che vi attende – dove mettere in scena un lato estroverso che non vi appartiene – cambiaste mindset e valutaste le opportunità connesse con il networking? Come quelle di imparare e apprendere nuove informazioni? Concentratevi sugli aspetti positivi dell’incontrare altri professionisti per approfondire tematiche utili al vostro lavoro quotidiano, e partirete con il piede giusto.
2. Mirate al bene comune
Secondo le ricerche condotte da Tiziana Casciaro, Francesca Gino e Maryam Kouchaki, ciò che mette più a disagio le persone introverse che si accingono a fare networking è il pensiero di approfittarsi della benevolenza altrui per uno scopo personale. E se così non fosse? Provate a cambiare obiettivo, affiancando al vostro tornaconto anche quello della collettività, come l’azienda per cui lavorate o la comunità a cui appartenete. Spendervi per il bene comune vi farà sentire meno opportunisti e falsi, mettendovi a vostro agio e rendendovi più autentici e motivati.
3. Trovate punti in comune
Uno degli aspetti più temuti da chi odia fare networking è quello di non sapere cosa dire e di apparire inappropriato. Per prevenire questo rischio concreto, il consiglio delle 3 studiose è quello di prepararsi a dovere prima di un incontro professionale. Approfondite il profilo della persona con cui dovrete relazionarvi: di certo troverete qualcosa che vi accomuna. Partite da questi punti di contatto per costruire un dialogo costruttivo, interessante per entrambe le parti. In questo modo vi sentirete meno egoisti e renderete il networking efficace e fertile.
4. Siate altruisti
Fare networking è un’attività a due vie: da un lato ci siete voi, con il vostro bagaglio di obiettivi professionali, ma dall’altra parte anche l’interlocutore avrà un target ben preciso. Non fate l’errore di pensare di essere l’unico soggetto a beneficiare dello scambio: non solo avete molto da prendere, ma avete anche moltissimo da dare. In quest’ottica, la vostra attività di networking acquisirà subito tratti meno egoisti e avari, cambiando pelle. E se siete junior e poco esperti? Non preoccupatevi, anche voi avete molto da dare agli altri: riconoscenza, freschezza, nuove idee, entusiasmo e insight in nuovi trend e nuove tecnologie.
paola corradi
Buongiorno sono Presidente di una no-profit ma anche una mamma di un neo-ingegnere e una aspirante ingegnere. Credo sia molto importante inserire questo know-how nel piano di studi anche degli ingegneri. Invito quindi a procedere in tal senso.
Cordialmente
Paola Corradi
Giorgio
Buongiorno credo che il fare networking rientri nel concetto più ampio del sapersi comportare in situazioni differenti rispetto al mondo usuale del nostro vivere. E’ una caratteristica che va allenata anche in persone tendenzialmente introverse soprattutto perché tali persone, appunto perché non gradiscono il contatto “forzoso”, avranno cose da dire tendenzialmente più interessanti.